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Dave the Diver – Recensione

Dave the Diver rappresenta, per molti versi ma non per tutti, la scelta di vita che in molti compirebbero molto volentieri. Ovvero mollare tutto, trasferirsi in un paradiso tropicale e vivere di pesca. Sulla carta, l’idea di allontanarsi dal trambusto delle metropoli, di abbandonare i ritmi sfrenati imposti dal capitalismo, dimenticarsi della calca che intasa strade, stazioni della metro, posti di lavoro, rappresenta un sogno ad occhi aperti, una scelta di vita certamente drastica, ma desiderabile e tremendamente attraente per un numero sempre maggiore di persone.

In realtà, Dave conduce una vita non così invidiabile, a ben vedere. Vive a contatto con la natura, scandaglia i fondali di un oceano splendido e (quasi) incontaminato. Ma è anche vero che, quando non fa il sub, gestisce e serve ai tavoli di un sushi bar che ha l’imperativo di far quadrare i conti a fine mese. Dave, in buona sostanza, è schiavo del lavoro, sempre impegnato a fare qualcosa, letteralmente dalla mattina alla sera, passando per il pomeriggio, fasi in cui si scandisce ogni giornata che segna la progressione del gioco.

Nonostante le premesse, nonostante l’aver svelato la terribile verità di fondo di questo splendido, divertentissimo e profondissimo sim che sta letteralmente spopolando su Steam, del grigiore, della pesantezza, dell’oppressione che questa rivelazione dovrebbe causare, in Dave in primis e secondariamente nel videogiocatore, nell’avventura non c’è traccia. O quasi.

Per quanto sulle prime possa non sembrare, il prodotto degli sforzi di MINTROCKET punta forte anche su una trama insospettabilmente articolata. La magia non scaturisce tanto dall’intreccio in sé e per sé, dal momento che tra organizzazioni ambientaliste fin troppo aggressive, popolazioni sottomarine da studiare e critici culinari da soddisfare piatto dopo piatto, la trama segue, anche volontariamente, sentieri già ampiamente battuti. Semmai, a sorprendere, è la caratterizzazione di ogni personaggio. Chef Bancho, per fare un unico esempio, per buona parte dell’avventura si mostrerà come un tizio tutto d’un pezzo e di poche parole, salvo poi rivelarsi completamente diverso dopo un toccante flash-back che lo coinvolge verso l’epilogo. Lo stesso dicasi per Dave, che tra l’altro deve costantemente fronteggiare la maleducazione di chi non perde occasione per ridicolizzare il suo corpo, evidentemente in sovrappeso.

Se sulle prime si tendono a saltare i dialoghi, invero banali e per lo più incentrati ad immergere il videogiocatore nelle meccaniche di gameplay, alla lunga si resta affascinati da un intreccio che mette in mostra personaggi dotati di background per nulla stereotipati, generosi di spunti di riflessione.

Il vero punto di forza del gioco, tuttavia, non risiede certo nell’intrigante trama. E nemmeno nello splendido art design in pixel art, che dipinge suggestivi panorami sottomarini e dona ad ogni personaggio, e pesce, animazioni convincenti e sontuose. A rendere tanto assuefacente Dave the Diver è ovviamente il gameplay, bipartito in sezioni separate, ma interdipendenti.

Dave the Diver è un titolo che parla potenzialmente ad un pubblico vastissimo

Ogni giornata è divisa in tre momenti. I primi due sono dedicati alle immersioni.

Se all’inizio dell’avventura dovrete solo preoccuparvi di catturare con il vostro arpione qualche pesce per rifornire il ristorante, le cose non ci metteranno troppo tempo prima di complicarsi. Vi verrà chiesto, per esempio, di esplorare le rovine di un popolo sottomarino misterioso. Di recuperare specifici ingredienti per ricette speciali. Di raccogliere coralli e conchiglie per ricerche scientifiche. Di trovare sul fondo oceanico materiali utili per potenziare progressivamente l’equipaggiamento di Dave.

I vari incarichi, che solo raramente si ripetono quasi immutati, mettono in risalto il più grande pregio di Dave the Diver, ovvero la perfetta armonia con cui si sviluppa il mission design in comunione con il level design e la progressione del personaggio.

Ogni nuova quest, vi spingerà ad immergervi sempre più in uno scenario, tra l’altro, creato proceduralmente che tende a cambiare immersione dopo immersione. Scendere più a fondo, a sua volta, significa trovare materiali e quindi fare soldi così da ottenere miglior equipaggiamento. E per fare i soldi dovrete far sì che il sushi bar lavori sempre meglio. Si crea insomma un circolo virtuoso che stimola l’utente a pianificare attentamente le due immersioni concesse al giorno. Sebbene non manchino mai motivi per sviare dalla strategia decisa a tavolino, perché il level design è così ricco e brillante da proporre sempre percorsi celati, tesori raccoglibili o nuove specie di pesci da catturare, per consentire a Dave di riuscire in tutte le sue attività sarà fondamentale pianificare a tavolino il proprio piano d’azione.

Il sub, infatti, può trasportare un numero limitato di oggetti e prede. Inoltre, le bombole d’ossigeno, che pur possono essere ricaricate anche sul fondo dell’oceano trovando i giusti item, limitano il tempo che si può dedicare alla pesca, oltre a rappresentare in tutto e per tutto la barra della vita del buon Dave.

l gioco stupisce costantemente l’utente con una varietà quasi incredibile

Negli oscuri anfratti sottomarini, difatti, si nascondono anche tante creature molto poco amichevoli. Squali, orche, ma anche granchi giganti e veri e propri boss che andranno abbattuti dando fondo al proprio arsenale che, a partire dal fidato arpione, si allargherà includendo fucili, pistole tranquillanti e spade di varie forme e dimensioni. Nessun pesce ostile, così come i semplici enigmi che di tanto in tanto vi sbarreranno la strada, sarà realmente in grado di mettervi in difficoltà, beninteso. Eppure, si tratta dell’ennesima variazione sul tema che dona ulteriore profondità a Dave the Diver che, come già anticipato, è in parte anche un gestionale.

La sera, infatti, tolta la muta, vi ritroverete nel sushi bar, pronti ad accogliere i clienti, terza parte in cui ogni giornata virtuale è divisa. Prima di aprire al pubblico, potrete abbellire il locale acquistando nuove sedie, oggetti d’arredo, casse da cui trasmettere rilassante musica lounge. Sarà vostro compito scegliere il menù del giorno in base al pescato. Eventualmente effettuare qualche ricerca per inventare nuove ricette. Ovviamente dare un’occhiata al profilo social del locale per contare i like accumulati. Inoltre, sarà vostro compito assumere nuovo personale così da aumentare l’efficienza del locale, a discapito di maggiori spese di cui tenere conto quando dovrete stilare il bilancio di fine serata.

Una volta che i clienti inizieranno a sedersi al tavolo, Dave the Diver si tramuta in un piccolo minigioco, per certi versi simile a Overcooked. Dovrete infatti servire i clienti prima che si spazientiscano, versandogli il thè, fare avanti e indietro dalla cucina, una volta pronte le portate.

Sia la parte gestionale, che quella esplorativa, a conti fatti, non palesano chissà quale profondità in termini di meccaniche ludiche. Il gioco, infatti, stupisce costantemente l’utente con una varietà quasi incredibile. Tra quest da completare, clienti con gusti particolari da accontentare, minigiochi che si aggiungono nella fase di preparazione dei piatti, c’è sempre qualcosa di nuovo da fare, da vedere, da scoprire.

Conclusioni

Se giochi come The Acquatic Adventure of the Last Human, Shinsekai: Into the Depths, Abzù, figurano tra i titoli che ricordate con piacere, Dave the Diver non potrà che fare la vostra felicità. Esplorare gli abissi a caccia di tesori e pesci da catturare è divertente, oltre che maledettamente assuefacente grazie anche ad un level design di tutto rispetto che si preoccupa di amalgamare scenari ricchi di tesori, aree nascoste, nuove creature ostili con cui confrontarsi.

Anche chi non ha una naturale inclinazione per le avventure acquatiche, farebbe bene a dare una chance al titolo di MINTROCKET. Sul piano narrativo, tanto per cominciare, se la trama non spicca per originalità, il cast virtuale coinvolto è in grado di regalare momenti toccanti e ricchi di spunti. La parte gestionale, inoltre, per quanto non particolarmente approfondita, dona ulteriormente carattere al gioco, scandendo una progressione varia, ricca di sorprese, sfaccettata.

In definitiva, Dave the Diver è un titolo che parla potenzialmente ad un pubblico vastissimo. L’armonia con cui si intrecciano tutte le meccaniche che lo animano, lo rendono un prodotto brillante, divertentissimo, quasi ipnotico. Il ritmo con cui si alternano le fasi di esplorazione, con quelle ambientate nel sushi bar, è tale che staccarsi dal pad è davvero difficile.

Un gioco consigliato a tutti, soprattutto per chi ha un debole per le avventure marine in 2D.

 

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