Se c’è un settore del gaming in cui Sony si sta muovendo con grande convinzione è sicuramente quello legato all’accessibilità, ormai da diversi anni priorità assoluta nella realizzazione dei titoli più importanti dei suoi PlayStation Studios, come The Last of Us: Part I o Marvel’s Spider-Man 2 (acquistabili da GameStop, a questo link).
Anche nel campo dei controller, c’è stato uno slancio piuttosto consistente grazie al Controller Access, periferica che consente alle persone con disabilità di godere dei titoli PlayStation nel modo migliore possibile.
Ma non ci si ferma qui: perché stando alle ultime informazioni apparse nel web, relative a un nuovo brevetto di Sony, si starebbe lavorando per intervenire in ottica accessibilità direttamente dentro il gioco, realizzando una tecnologia in grado di adattare la difficoltà in funzione delle capacità mostrate da chi sta giocando.
Stando alle documentazioni, che riportano a sommi capi il funzionamento del sistema, ecco come dovrebbe funzionare il tutto: il gioco (o i giochi) provvederanno a raccogliere dati durante le partite per provare a identificare se il livello di performance del giocatore corrisponda all’effettivo livello di difficoltà presentato dal gioco. Quando queste prestazioni non dovessero corrispondere, i parametri del gioco verrebbero cambiati automaticamente.
Il tutto dovrebbe avvenire valutando la velocità di movimento, l’eventuale ritardo nella risposta o l’esitazione, la forza dei personaggi, il numero di ostacoli/avversari e altre metriche, andando a cambiare i valori in modo incrementale per adattare le performance al livello di prestazioni atteso. La cosa può continuare col tempo con lo sviluppo delle abilità del giocatore.
Allo stato attuale non sappiamo se questa tecnologia potrebbe renderci più semplici le sfide contro le Valkirie di God of War o, sempre nel titolo Santa Monica, permetterci di ignorare i suggerimenti di Atreus, ma di certo (ironia a parte) si tratta di un altro e apprezzabilissimo passo avanti di Sony in ottica accessibilità.
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