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Razer Huntsman Mini – Recensione

Prestazioni e praticità non sono concetti che spesso si muovono lungo la stessa linea. I PC di fascia alta necessitano di case dalle generose dimensioni; console come PlayStation 5 e Xbox Series X non sono certo rinomate per occupare senza alcun problema un qualsiasi ripiano della propria casa; device come Steam Deck e il ROG Ally, per quanto oggettivamente portentosi, hanno sicuramente ridefinito, in peggio, il concetto di portabilità.

Stando a ben vedere, insomma, il compromesso di cui sopra sembra difficile da raggiungere. Ecco perché siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’intenzione di Razer di offrire al suo pubblico una tastiera dedicata al gaming, ma con solo il 60% del form factor. Huntsman Mini, lo dice anche il nome del resto, tenta di unire prestazioni e praticità in un’unica periferica.

Razer sarà riuscita in questo piccolo miracolo?

Per rispondere immediatamente a questa domanda, possiamo dire che sì, a grandi linee questo piccolo miracolo può dirsi riuscito, nonostante i limiti connaturati alla periferica stessa impediscano al prodotto di convincere completamente, soprattutto quando messa sotto stress in intensive sessioni di gaming.

La Razer Huntsman Mini si presenta con un packaging minimale come l’oggetto che contiene. La scatola riprende quelli che sono i principi estetici a cui ci ha ormai abituati l’azienda con base a Singapore. Lati verdi, faccia frontale in cui si può ammirare una foto della tastiera. All’interno, con pochissimo spazio vacante, la periferica stessa, un libretto di istruzioni e un cavo USB con un’uscita Type-C da 1,9 metri in tessuto intrecciato.

La tastiera non funziona in alcun modo in wireless, scelta che ci sentiamo di sposare in pieno vista la pretesa di offrire prestazioni élite. In questo senso, il tessuto del cavo garantisce un ottimo compromesso tra resistenza ed elasticità che, in combinazione con la generosa lunghezza dello stesso, consentono di posizionare la Razer Huntsman Mini dove e come meglio lo si preferisce.

Il primo contatto con l’oggetto è assolutamente esaltante. Nonostante sia in buona parte composta da plastica, solo il plate è in alluminio, la sensazione di solidità è di prim’ordine. Complici le dimensioni ridotte, al tatto sembra di avere a che fare con un prodotto indistruttibile e compatissimo.

Come detto, la tastiera è del 40% più piccola di quelle standard. Questo perché non sono presenti fisicamente né il tastierino numerico, né le frecce direzionali. Fisicamente, come detto, perché attivando il tasto funzione si possono richiamare tutti i comandi del caso, comprese le opzioni che regolano la luminosità della periferica, premendo i tasti deputati al doppio utilizzo.

Dal momento che parliamo di una periferica pensata anche per il gaming, sorge spontaneo ed immediato un quesito: questa soluzione non darà qualche problema di troppo all’atto pratico? Sì e no.

Tanto per cominciare c’è da considerare la bontà della tecnologia utilizzata da Razer che influisce sulla velocità e precisione con cui vengono impartiti gli input. Gli Optical Switches su cui fa affidamento la Huntsman Mini, sono interruttori ottici con distanza di attivazione di 1,5 mm (il 30% più corto rispetto agli interruttori meccanici) e con una forza di azionamento di 45 g, una cifra non troppo bassa da causare pressioni involontarie, non troppo alta da ritardare anche solo di un millisecondo la pressione del tasto. In questo senso, la tastiera si comporta a meraviglia. Sia che vogliate utilizzarla per scrivere, sia per giocare, un input erroneo sarà unicamente da attribuire all’utente.

Utilizzare la Huntsman Mini per redigere un articolo, completare un saggio o la propria tesi, regala anche una sensazione piacevolissima al tatto e all’orecchio. Naturalmente feedback di questo tipo sono molto personali, ma il suono netto e distinto di ogni pressione ricorda quello delle vecchie macchine da scrivere.

Quando si tratta invece di anellare kill in uno sparatutto o di scivolare tra un menù e l’altro, il discorso diventa un pizzico più controverso. Da una parte, le dimensioni ridotte si traducono in un peso più contenuto e in superfici che generano attrito meno generose. Può capitare, nelle fasi più concitate della partita, che la tastiera si sposti quel tanto che basta per farvi perdere l’attimo. Dall’altra, in certi generi sente la mancanza di qualche tasto in più. Facendo affidamento al tasto funzione ci si mette una bella pezza, non c’è alcun dubbio, ma il tutto diventa indubbiamente più macchinoso.

Durante le nostre prove, insomma, la Razer Huntsman Mini ci ha convinto per quanto concerne la sua solidità e nella precisione e velocità con cui interpreta gli input, ma nelle fasi di gioco più complesse e intense mentiremmo se non confermassimo che in giro ci sono sicuramente prodotti più indicati al compito.

C’è tuttavia da considerare l’estrema e piacevolissima praticità di questa tastiera. Ci è capitato di portarla in viaggio, di utilizzarla tra una postazione e l’altra in casa, di attaccarla al volo al PC portatile, godendoci il suono dei suoi tasti durante la stesura di un articolo. C’è qualche compromesso da accettare, è vero, ma potrebbe rivelarsi un’ottima compagna di viaggio dalle prestazioni assolutamente sorprendenti se relazionate alle sue dimensioni.

Come ogni prodotto Razer, inoltre, non rinuncia a nulla quanto ad estetica. Oltre ad essere bellissima anche da vedere, la Hunstman Mini, in combinazione con l’app ufficiale, può essere personalizzata in ogni aspetto. Dalla creazione di macro, feature che può ulteriormente ridurre la difficoltà incontrata con certi giochi, all’illuminazione RGB, grazie al software potrete rendere la tastiera ancora più efficiente e bella da vedere.

Conclusioni

C’è un pubblico ben specifico a cui si può tranquillamente consigliare la Razer Huntsman Mini. Si tratta di tutti coloro che viaggiano o si spostano spesso e cercano un prodotto che possa supportarli a dovere sia nella scrittura, che nel gioco, pur senza richiedere troppo ingombro.

La tastiera è compatta e solida. Grazie alla tecnologia Optical Switches non sbaglia un colpo. Con il software ufficiale si possono creare macro e personalizzare la retroilluminazione. Il suono e il feedback tattile che restituisce sono assolutamente convincenti e piacevoli.

Purtroppo, i videogiocatori più pretenziosi lamenteranno l’assenza di alcuni tasti e malediranno lo scarso grip in certe circostanze. Se tuttavia non avete ambizioni competitive, la proposta Razer saprà ugualmente soddisfarvi anche quando la utilizzerete per giocare.

La qualità globale di questa tastiera, in ogni caso, è fuori da ogni dubbio e non è da escludere che qualcuno la sceglierà come principale sistema di input per la propria postazione.

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