Tomb Raider 1-3 Remastered – Recensione

Tomb Raider 1-3 Remastered Starring Lara Croft si rifà completamente il look, scegliendo, non a caso, il giorno del suo compleanno (la Lara della primissima trilogy è nata il 14 febbraio del 1968) per questo graditissimo ritorno.

Dopotutto, il team di sviluppo, Aspyr Media, non è la prima volta che si trova dinnanzi a questo fortissimo franchise e conosce a menadito il talento, e il fascino oseremo dire, dell’esploratrice inglese più amata del mondo dei videogiochi.

Non sorprende, insomma, l’eccellente lavoro di remastering della trilogia originale, un lavoro così certosino che non si è limitato a svolgere semplicemente “i compiti a casa” al fine di proporre qualcosa di semplicemente nostalgico. Qui si respira amore, conservazione, nostalgia, ma anche tanta modernizzazione: un compromesso tra nuovo e vecchio così unico, come difficilmente si vede di questi tempi.

Potremmo aver un tantino esagerato, forse i ricordi fanno questo buffo effetto (“nostalgia canaglia” diceva qualcuno), ma vi assicuriamo che una volta abbondonata la strada dei ricordi, ci si ritrova dinnanzi a un prodotto pressoché unico, al netto dei limiti tecnici derivanti dagli anni che passano.

Inutile girarci intorno: Tomb Raider 1-3 Remastered è un prodotto coi fiocchi e un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati (e non solo!).

Lara Croft non è semplicemente un’icona videoludica, è qualcosa di più: è una figura portante della cultura pop che ha segnato l’adolescenza e l’infanzia di molte leve videoludiche. Insomma, una vera e propria stella mediatica.

E mentre Crystal Dynamics ha portato avanti brillantemente il nuovo corso di Lara Croft, Aspyr Media, che aveva già pubblicato Tomb Raider II su Macintosh, non ha mai smesso di pensare a un “ammodernamento” di quella che fu (e che è) più di una semplice trilogia. E, stenterete a crederci, ma la nuova veste grafica vi toglierà davvero il fiato.

Ritornare lì dove eravamo rimasti, lungo le mura della muraglia cinese, per poi passare tra i canali di Venezia e piombare infine nella giungla del Pacifico è semplicemente magnifico. Un ritorno però che “aggiorna” nettamente i nostri ricordi e li rende più vividi: Lara prende vita, gli scenari sono tirati a lucido, tutto ciò che prima era un garbuglio di pixel ora ha una forma più brillante e coerente.

Tomb Raider 1-3 Remastered, nonostante alcuni problemi, è un prodotto coi fiocchi

E questa “brillantezza” è stata resa possibile grazie all’implementazione di un mirato sistema di illuminazione che era impossibile da immaginare negli anni ’90 (dopotutto Tomb Raider spingeva al limite l’hardware dei tempi). I pavimenti ora riflettono le luci, l’acqua è cristallina e le grotte sono magicamente diventate più buie di quello che ricordavamo, aumentando in un certo senso il livello di sfida.

Non nascondiamo infatti di aver “switchato” la scena passando alla “modalità classica” per capire cosa fosse realmente cambiato. Talvolta abbiamo avuto la percezione di trovarci dinnanzi a qualcosa di nuovo. Questo vuol dire che è stato fatto davvero un buon lavoro dal punto di vista grafico. Il passaggio immediato alla suddetta modalità classica, con una grafica che ci ha ricordato un mix tra PC e PS1, ci permette di capire quali modifiche sono state apportate da Aspyr, anche e soprattutto in termini di frame rate (limitato a 30 nella classic mode).

Tomb Raider 1-3 Remastered ha soddisfatto le nostre aspettative: rimette a lucido quell’esperienza fatta di salti, segreti, rompicapi e nemici pericolosi che ci hanno accompagnato per anni e anni. Giocarlo così come abbiamo fatto negli anni ’90 (con i tasti originali che vengono definiti come “Comandi Tank”) crediamo sia cosa buona e giusta, anche per una questione di “geometrie” e level design che hanno definito un genere.

Ma il team di sviluppo voleva dare qualche altra alternativa, ovvero implementare nuovi comandi ispirandosi a titoli più recenti come Anniversary e Underworld. In sostanza, optando per i “controlli moderni” avremo il pieno controllo dell’analogico destro del controller, delle telecamere e Lara si muoverà in modo più sciolto, dimenticandosi dei piccoli scatti di movimento per orientarsi da una posizione all’altra. Una soluzione che non ci ha pienamente entusiasmato, con indubbiamente un suo potenziale, e che cambia quasi completamente l’esperienza così come la ricordavamo, soprattutto nelle fasi più action e con l’avversario faccia a faccia.

Il nostro consiglio, per quanto apprezzati i nuovi comandi, è di godervi tutta l’esperienza con i vecchi e cari “Comandi Tank”: la nostalgia in alta definizione ha un fascino davvero irresistibile!

Tra le altre aggiunte interessanti possiamo citarvi la barra di salute dei boss (finalmente!), la sostituzione di alcuni sprite 3D degli oggetti (come ad esempio chiavi e collezionabili), nuovi trofei od obiettivi, e l’immancabile modalità fotografica: un’opzione simpatica che non guasta mai di questi tempi.

Tomb Raider 1-3 Remastered, così come ci suggerisce il nome, è un’operazione di ammodernamento che garantisce la totale stabilità di frame rate (60 FPS) e si preoccupa di effettuare aggiunte degne di nota. Non parliamo dunque di un remake (come nel caso di Resident Evil 2) ma di un gioco che cambia semplicemente nei colori ma non nella sostanza. Sono inoltre presenti (quasi) gli stessi problemi dell’epoca: compenetrazioni, telecamere ballerine e avversari che si incastrano nelle pareti.

Un viaggio nostalgico e moderno, antico e rinnovato, interessante ed evocativo…

Al di là di tutto, bisogna anche dire che le prime avventure di Lara Croft presentano una difficoltà non per tutti, costellate da sezioni platform, enigmi inverosimili, leve sperdute e segreti tutti da scoprire. Ogni capitolo presenta anche le famose espansioni aggiuntive (ai tempi non le chiamavamo così), assenti nei titoli per la primissima PlayStation. Per quanto riguarda la lingua italiana, Tomb Raider 2 e 3 godono del “singolare” doppiaggio dell’epoca mentre la prima avventura è solo in inglese (con sottotitoli in italiano).

E se il fattore nostalgia non fosse sufficiente, gli sviluppatori hanno integrato i “vecchi trucchi”, ovvero quelle combinazioni di tasti per ottenere munizioni infinite o saltare i livelli. Apprezzatissimi, ma vi consigliamo di pensarci bene prima di utilizzarli, poiché non sbloccherete più i vostri obiettivi o trofei.

Per quanto riguarda il sistema di salvataggio, il tutto è rimasto come un tempo: bisogna mettere in pausa il gioco e spostarsi tra i vari menù per salvare. Un sistema di salvataggio automatico, magari a checkpoint mirati, poteva rappresentare una buona aggiunta (per lo meno sono stati eliminati gli odiatissimi cristalli di salvataggio nel terzo capitolo).

Conclusioni

Tomb Raider 1-3 Remastered è una cartolina ripulita dalla polvere e pregna d’amore, un vero e proprio segno che non si possono dimenticare i momenti più belli che hanno accompagnato la carriera di qualsiasi appassionato.

Il lavoro di “ammodernamento” di Aspyr Media è pressoché riuscito: Lara sembra più viva che mai e gli ambienti riportano alla luce dei dettagli che neanche lontanamente potevamo immaginare. Il tutto poi viaggia a 60 FPS, rendendo fluidissima la nostra corsa verso il prossimo manufatto.

Ci sono alcuni limiti tecnici, dettati più dal tempo che passa che da questa riuscita operazione, che potrebbero creare qualche piccola frustrazione ai giocatori meno devoti alla causa. Al netto di tutto, questo viaggio è stato nostalgico e moderno, antico e rinnovato, interessante ed evocativo.

Insomma, un’esperienza imperdibile per tutti i fan storici che finalmente potranno avere in un solo pacchetto quella che, al momento, è la migliore edizione disponibile sul mercato.

Tomb Raider 1-3 Remastered è disponibile al momento solo in digitale per console e PC. Da GameStop sono disponibili le ricariche per ogni tipo di piattaforma.

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