Non è semplicissimo trovarsi oggi a parlare di Sand Land (già prenotabile da GameStop, a questo link), e non c’è bisogno di spiegare il perché: la dipartita del maestro Akira Toriyama ha gettato un velo di tristezza sul mondo dell’animazione e sulle opere a lui collegate, nonostante l’enorme affetto dei fan abbia provato a compensare la tristezza con la riconoscenza.
A maggior ragione non è stato così semplice approcciarsi alla nostra prova in anteprima considerando che si è svolta pochissimi giorni dopo la diffusione della notizia al pubblico, portandoci quindi a osservare ogni immagine, ogni screenshot e ogni bozzetto dedicato a questo nuovo progetto crossmediale al pari di un ultimo lascito dell’autore. Cosa vera, ma solo in parte, in quanto il progetto Sand Land è costruito sulla base di un manga arrivato in Italia più di 20 anni fa e, come tutte le sue opere post-Dragon Ball dell’epoca, non ricevette la dovuta attenzione.
Oggi quindi ci ritroviamo, con una lacrimuccia negli occhi, a dare uno sguardo a questa nuova produzione Bandai Namco che, con alle redini l’ormai sempre più coinvolto team di ILCA, punta a offrire una visione fedele ed espansa dell’opera originale, immaginando storie, personaggi e mondi creati fianco a fianco con lo stesso Akira Toriyama.
La nota malinconica dell’esperienza è arrivata molto presto, perché l’evento è iniziato con la visione del recente film CG dedicato di Sand Land, rimasto confinato all’oriente e proiettato per noi con sottotitoli in italiano. In circa un’ora e mezzo abbiamo avuto modo di riscoprire la maestria di un autore capace, con una manciata di personaggi e un mondo all’apparenza privo di attrattiva, di costruire una narrativa efficace, puntuale e premurosa nel garantire a ogni protagonista un adeguato spazio e un coerente percorso di crescita, il tutto condito di umorismo e creatività.
Sedersi alla postazione è risultato quindi piuttosto strano: stando ai nostri referenti, quello che avevano tra le mani era un gioco che avrebbe preso la storia a cui avevamo appena assistito per rimescolarla aggiungendo tantissimi nuovi elementi, a cominciare dai nuovi personaggi. Mossa molto saggia, perché a costo di sembrare un po’ troppo caustici, è innegabile come l’originale cast di Sand Land possa risultare inefficace a livello di attrattiva nei confronti di un pubblico moderno e più ad ampio respiro come può essere quello interessato ai videogiochi, essendo invece più funzionale alla storia originale, da vivere come one-shot.
Dopo tutto non è semplice “vendere” un terzetto composto da un curioso e irriverente figlio del re dei demoni, il cui aspetto è quello di uno scapestrato ragazzetto viola, seguito da un demone esperto nel furto e del tutto simile a un innocuo vecchietto umano, a cui si aggiunge il coraggioso – ma ormai attempato e canuto – sceriffo Rao, coscienzioso protettore della propria cittadina impegnato nella quasi impossibile missione di trovare la fonte leggendaria che possa riportare la vita a Sand Land e liberare ogni persona dal giogo oppressivo del monarca che blocca ogni fornitura di acqua.
Sand Land ci porterà anche a esplorare città abitate, navigare tra fiumi, laghi e sorgenti rigogliose mentre esploriamo verdi boschi.
E così fin dalle prime battute notiamo muoversi dietro le quinte un nuovo personaggio, che ben presto si unirà al gruppo: si tratta della giovane Ann, intraprendente ragazza esperta di meccanica e non troppo sorprendentemente capace di badare a sé stessa anche nelle situazioni più complicate. La sua storia si muove in modo complementare a quella dei protagonisti e, oltre a intrecciarsi alla loro, tenderà a diventare più rilevante nel tempo, una volta raggiunta Forest Land.
Già, siete sorpresi quanto me, vero? Sand Land non ci costringerà infatti a vivere un’intera avventura tra desertiche dune e orizzonti distorti dal calore, ma ci porterà anche a esplorare città abitate, navigare tra fiumi, laghi e sorgenti rigogliose mentre esploriamo verdi boschi. No, non è certo uno spoiler, ma parte dei nuovi contenuti creati per il gioco e mostrati da Bandai Namco nella comunicazione ufficiale.
Abbiamo quindi tra le mani un cast meglio assortito del previsto e un mondo decisamente più affascinante di quello pensato in origine, perché non sfruttare a dovere le nuove e maggiori potenzialità? Questo è quello che deve aver pensato il team di ILCA nel dare forma al suo open world: se l’idea originale infatti vedeva l’utilizzo dei mezzi come marginale strumento di progressione della trama e come elemento di spettacolo negli scontri, nel gioco invece veicoli meccanici di ogni tipo diventano centrali nell’esperienza sia di esplorazione che combattimento.
E non si usa a caso il termine “centrali”: letteralmente quasi ogni situazione di gameplay di Sand Land ruota attorno alla possibilità di usare moto, carri, hovercraft, armature meccaniche e via dicendo. Questo cambio di registro è innescato proprio dalla presenza di Ann, provetta meccanica capace di tirare fuori d’impiccio il nostro gruppo e pronta a fornirci conoscenze, mezzi e contatti per riempire il nostro hangar/garage di meraviglie in ruote e pistoni utili in ogni occasione.
Lletteralmente quasi ogni situazione di gameplay di Sand Land ruota attorno alla possibilità di usare moto, carri, hovercraft, armature meccaniche e via dicendo
Inizialmente, come è giusto che sia, ci si trova comunque a dover padroneggiare le meccaniche base, imparando a gestire le abilità di Belzebub sia nel combattimento che nell’infiltrazione. Abbiamo avuto modo infatti di replicare un paio di scontri visti nel lungometraggio, potendo testare il potenziale del piccolo demone.
Senza troppe sorprese, il sistema di combattimento proposto è in linea con le meccaniche generiche delle avventure d’azione, quindi attacchi leggeri, pesanti, basilari manovre difensive e qualche mossa speciale da utilizzare nelle giuste condizioni. A questo aggiungiamo la possibilità di sfruttare il supporto dei compagni per ulteriori mosse extra, che non fanno mai male. Nel complesso nulla di clamoroso, magari anche un po’ ingessato nella risposta dei comandi, ma fa quanto basta per un titolo di questo tipo.
Quando c’è invece da entrare in scena in modo più prudente, infiltrandosi e sfruttando lo stealth, la sensazione è che si sia cercato di creare qualcosa di basilare a cui però è stata imposta una certa severità: Belzebub si muove in agilità (anche troppa) e può mettere fuori gioco ogni guardia di spalle, mentre le routine nemiche risultano estremamente compassate e forse spezzano un po’ troppo il ritmo nelle situazioni più intense. Molto meglio quando lo stealth è solo una componente dell’esplorazione, inserendosi in specifici contesti dopo che il giocatore è passato sui tetti, si è infilato in insenature nascoste e via dicendo. Non strepitoso, ma sufficientemente adatto all’atmosfera.
L’entusiasmo vero però si percepisce nel momento in cui prendiamo il controllo di uno dei mezzi, che possono essere evocati a nostra discrezione un po’ come avviene proprio in Dragon Ball con il sistema delle capsule: basta scegliere il veicolo con il menù radiale rapido e farlo entrare in campo per ottenere maggiore mobilità, potenza di fuco e via dicendo – ovviamente solo se la zona lo consente.
L’entusiasmo vero però si percepisce nel momento in cui prendiamo il controllo di uno dei mezzi
Qui si apre il “vero” Sand Land: un mondo vasto, forse anche molto di più di quanto potessimo immaginare, in cui è il viaggio e il modo in cui raggiungiamo i nostri obiettivi a rappresentare la vera sfida, proprio come in un vero JRPG. In fin dei conti una volta che le missioni di assegnano una destinazione, siano queste della trama principale o raccolte da NPC secondari, è d’obbligo partire in sella alla propria moto e attraversare in velocità le sabbiose lande desolate o i rigogliosi appezzamenti di Forest Land.
Nel mentre possiamo incorrere in scontri con mostri autoctoni o scoprire vie secondarie che portano a segreti o collezionabili, senza necessariamente essere riportati di colpo alla nostra missione: gli obiettivi secondari si nascondono un po’ ovunque, che si tratti di uno scrigno che non sembra proprio raggiungibile, di una bambina stranamente abbandonata a sé stessa o di mostri più grossi del previsto che presidiano aree che non conosciamo, qualcosa da fare si trova sempre.
La densità degli eventi non è proprio delle migliori, per non congestionare troppo il vasto mondo, ma le occasioni per fermarsi a completare una missione od ottenere materiale per il crafting possono puntellare a dovere il nostro cammino. Senza contare la “sfida nella sfida” che ci permette di affrontare i nostri avversari a piedi o sui mezzi, a seconda di quanto ci sentiamo in fiducia per quel che concerne le nostre abilità. Abilità che partono con un set piuttosto contenuto ma puntano a espandersi con un convenzionale sistema di crescita a punti con cui ottenere nuove mosse, combo o abilità passive.
E comunque non saranno poche le occasioni che ci permetteranno di verificare se e quanto siamo abili a sfruttare le skill del solo Belzebub, perché in Sand Land non mancheranno ovviamente dei grandi dungeon che uniranno esplorazione, capacità di risolvere piccoli enigmi e boss fight. In particolare, nella nostra prova, abbiamo potuto testare una sorta di “Tempio dell’acqua” (ma quando lo ordini su Wish, almeno quanto a difficoltà) in cui è stato necessario alternare sapientemente l’utilizzo dell’hovercraft per muoversi sulle acque alla rapidità di gambe del protagonista, impegnato ad azionare le leve utili ad alzare o abbassare il livello dell’acqua.
In Sand Land non mancheranno ovviamente dei grandi dungeon che uniranno esplorazione, capacità di risolvere piccoli enigmi e boss fight
La sfida in sé non si è rivelata troppo impegnativa, in quanto a conti fatti l’importante era solo trovare le leve e azionarle, senza memorizzare stanze e livelli, ma è stata arricchita dalla possibilità di trovare vie secondarie con collezionabili e tesori protetti da nemici davvero fastidiosi ma impegnativi il giusto.
Dopo un percorso un po’ più lungo di quanto avrei apprezzato (ma sono gusti) alla fine ci siamo trovati di fronte all’immancabile scontro boss, ovviamente a tema acquatico: un temibile Kraken ci attendeva per devastare i nostri mezzi a colpi di getti d’acqua e potenti tentacolate, e pur avendo capito i pattern di attacco e le varie fasi mi son trovato a dover ricorrere a oggetti curativi e potenziamenti per avere la meglio. Alternando il fuoco dei missili a quello delle mitragliatrici, ricaricando e schivando al momento giusto, il calamaro è finito sulla griglia!
Il bello di questa “piccola avventura” consisteva nel suo essere parte di un’intera linea di storia, che ci ha portato a un’infiltrazione proprio alla ricerca di Ann. Il tutto è risultato abbastanza organico, portandoci a cercare la destinazione, trovarla sulla linea di un ingresso sospetto, che dava accesso al tempio, per poi raggiungere una nuova area di Forest Land e partire all’assedio della fortezza in cui era tenuta prigioniera la nostra compagna di squadra.
L’impressione è che il mondo fosse forse un po’ troppo grande, ma tutto sommato l’esperienza è stata godibile, al netto di una fase di infiltrazione in cui l’elemento stealth si è un po’ messo di traverso tra lunghe attese e situazioni in cui il design delle prove veniva rotto semplicemente scavalcando una piccola barriera. Il tutto si è chiuso con una fase di fuga un po’ convulsa, in cui il gioco invocava la battaglia a viso aperto ma in cui ho preferito invece darmela a gambe – ottenendo risultati migliori, a mio avviso!
Il sistema di controllo sui mezzi necessita quantomeno di un check nella personalizzazione dei comandi e le sensibilità
Successivamente c’è stata occasione di provare una sezione interamente dedicata ai combattimenti su carri e, ragazzi, qui c’è davvero del lavoro da fare! Non perché il gioco sia necessariamente poco riuscito in questo campo (anzi, è abbastanza divertente), ma perché il sistema di controllo sui mezzi necessita quantomeno di un check nella personalizzazione dei comandi e le sensibilità, per evitare di girare un po’ su sé stessi come con il Warthog di Halo.
Nulla di irreparabile ovviamente: l’iniziale sensazione di smarrimento era principalmente dovuta all’essere stati catapultati nella mischia, cosa che a un giocatore che segue tutta l’esperienza gradualmente – ovviamente – non succederà, e potrà godersi le sorprendenti cutscene mostrate proprio in questa sezione, che regalano indizi anche non troppo velati sulla vita della carismatica Ann. Come si intrecceranno questi eventi con la missione di Belzebub e soci?
Non sappiamo ancora dove ci porterà questo Sand Land, ma di sicuro sembra offrirci un enorme playground piuttosto ricco di possibilità, graziato da uno stile grafico perfetto per non rendere stancante l’atmosfera e messo in scena con un cel-shading pulito, dettagliato e che riflette la matita di Akira Toriyama in modo eccellente.
Dopo aver visto il film in CG il timore era che il gioco potesse pagare lo scotto del confronto diretto, ma tutto sommato il risultato finale si è rivelato più che apprezzabile sia a livello visivo che nell’audio, con un doppiaggio inglese (al momento non c’è nessuna conferma in merito all’italiano) piuttosto convincente. Non ci troviamo di fronte comunque a un prodigio della tecnica, sia chiaro, quanto piuttosto a una produzione che fa il suo dovere e guadagna punti per via della direzione artistica molto originale.
Un titolo imperdibile per i fan del maestro Toriyama
L’avventura principale sembra sufficientemente capace di intrattenere, anche se qualche momento di stanca si è percepito, e la libertà offerta dall’esplorazione potrebbe diventare uno dei suoi veri punti di forza. È molto divertente infatti entrare nel loop di ricerca e ottenimento dei materiali, andando poi a personalizzare i propri veicoli sia per dotazione militare che per estetica.
Potete iniziare a saggiare un po’ del titolo grazie alla sua demo gratuita, disponibile da qualche giorno, che rende piuttosto bene l’idea delle meccaniche base, permettendo di capire se anche solo a pelle questo Sand Land può fare per voi. A un mese di distanza dall’uscita non resta che sperare che i singoli elementi di valore, raccordati in un’unica grande esperienza, rendano al loro meglio e superino alcune delle incertezze riscontrate a livello di design. Ma una cosa già ora la possiamo dire: sembra comunque un titolo imperdibile per i fan del maestro Toriyama, questo è poco ma sicuro!