Unicorn Overlord conquista e rapisce – Recensione

Se c’è una certezza in questo mondo videoludico di titoli un po’ tutti uguali è sicuramente Vanillaware, il team nipponico che negli anni ha saputo reinventare numerosi generi ed è riuscito a farlo donandogli il proprio, inconfondibile, tocco artistico. E così è successo anche con Unicorn Overlord (disponibile da GameStop, a questo link), lo strategico che recentemente è apparso su console per offrirci una nuova visione delle battaglie medievali condite con un pizzico di magia.

Un titolo che però è arrivato un po’ in sordina, schiacciato tra tante grandi uscite e incapace di colpire con efficacia l’attenzione del pubblico a causa della sua natura così peculiare e di nicchia. Non una novità per il team, che non è mai riuscito a essere “commerciale” neanche con generi più facili da comunicare quali i giochi d’azione cooperativi, come il suo divertentissimo Dragon’s Crown.

Dopo aver conquistato i cuori dei fan delle storie anime con 13 Sentinels Aegis Rim, è arrivato quindi il momento di mettersi alla prova con un genere parzialmente già esplorato in passato ma che finalmente viene abbracciato a pieno e con convinzione, mescolando estetiche meravigliose, narrazioni classiche e meccaniche di gioco intriganti.

Come in tutte le storie di fantasy medievaleggiante che si rispettino, anche in Unicorn Overlord troveremo un incipit costruito su potere, complotti e tradimenti: senza troppi fronzoli infatti ci troviamo nei panni della Regina Ilenia, intenta a respingere gli assalti del temibile Valmore e del suo gruppo di seguaci intento a dare forma a un colpo di stato.

La battaglia è disperata ma inevitabile, in quanto dietro le quinte prende vita la speranza: il figlio della regina, Alain, viene infatti portato in salvo sotto i nostri occhi mentre, tristemente, si alternano scene di intermezzo che lasciano intendere come la difesa del regno da parte della regnante sia stata vana. Protetto dall’affidabile guardia reale Josef e in possesso dell’anello dell’Unicorno, Alain rappresenta l’unica speranza per un mondo ormai finto in toto sotto il controllo di un sempre più potente e sinistro Valmore. E qui, finalmente, entrano in scena i giocatori.

Il nostro Alain sarà pure un principe erede al trono, ma da piccolo…

Dopo un prevedibilissimo ma ben contestualizzato time-skip infatti, avremo il compito di costruire un esercito di rivoluzionari, pronto a ribaltare le certezze del tiranno e a conquistare passo passo tutti e 5 i regni di quello che è ormai diventato l’impero Zenoriano, spettro del passato riemerso grazie a Valmore.

Passo passo entreremo in confidenza con le meccaniche di Unicorn Overlord, che si rivela un gioco strategico nel senso più puro del termine. Al netto della libertà di muoversi per la mappa con il nostro avatar infatti, la progressione avverrà solo ed esclusivamente superando le varie missioni che appariranno di volta in volta quando si andrà a interagire con un determinato NPC o si otterranno specifici traguardi. Queste verranno evidenziate sulla mappa con tanto di livello di difficoltà, così da permetterci di scegliere quale ingaggiare prima di altre.

Alain si può muovere su una world map che per proporzioni ricorda quelle classiche dei JRPG d’epoca

Ma prima di scendere in battaglia, un appunto sull’esplorazione, davvero riuscita nel suo essere semplice ma ricca di soddisfazione: Alain si può muovere su una world map che per proporzioni ricorda quelle classiche dei JRPG d’epoca (e già qua è un plus), raccogliendo oggetti, scoprendo segreti e parlando con gli NPC. Se non sono presenti ostacoli naturali o di trama, può anche addentrarsi in pericolose aree nemiche per scoprire nuove zone o collezionabili, a patto di evitare l’incontro con le unità nemiche che pattugliano come deterrente. In caso di incontro e di sconfitta infatti, si viene riportati al primo checkpoint utile, solitamente all’ultima area sicura sbloccata.

Questo approccio privo di conseguenze rende estremamente divertente provare a spulciare ogni angolo possibile alla ricerca di uno scrigno, di un collezionabile, di una zona che potrebbe essere parte di un enigma scovato altro, etc., permettendo al giocatore ad avanzare nella storia solo quando ha esaurito davvero ogni sua curiosità.

Chissà cosa nasconderà

In battaglia ci troveremo a gestire un piccolo (o grande, con il passare del tempo) esercito suddiviso in tante unità che si muoveranno sul campo come un’unica entità, le quali saranno formate da un massimo di 5 personaggi. All’inizio saranno solo 2 i combattenti schierabili, ma col tempo potremo dare vita a piccoli e devastanti eserciti in miniatura, studiando accuratamente il loro posizionamento sulla scacchiera.

Le unità possono infatti essere realizzate mettendo insieme tipologie di guerrieri che entrano in sinergia e offrono tante opzioni d’attacco (classici stilemi di tank, guaritori, attaccanti alla distanza, etc.) oppure concentrarsi su una particolare classe per garantire la massima efficacia una volta schierate – perché si sa che chi è “bravino in tutto” non è realmente bravo in nulla.

La componente strategia più intrigante arriva dalle tattiche, del tutto simili al celebre sistema di gambit di Final Fantasy XII

Ovviamente ogni unità avrà le sue peculiarità e vantaggi: chi ha come pedina principale un soldato a cavallo potrà muoversi più velocemente sul campo di battaglia, mentre quelle capitanate da maghi, arcieri e curatori potranno intervenire negli scontri delle unità vicine fornendo supporto a distanza. Senza dimenticare i guerrieri da prima linea, testardi e cocciuti ma in grado di abbattere in breve le barricate nemiche.

La componente strategia più intrigante arriva dalle tattiche, del tutto simili al celebre sistema di gambit di Final Fantasy XII: grazie a un’articolata serie di condizioni e istruzioni potremo infatti veicolare meglio il comportamento della CPU (e.g., scioccamente preferiscono danneggiare un nemico full vita piuttosto che dare il colpo di grazia a un rivale già ferito) e massimizzare la loro efficacia. Pane per gli strateghi!

Che botta!

Queste caratteristiche hanno una grande importanza perché i combattimenti di Unicorn Overlord (attenzione che arriva la bomba sgradita ai più) sono a tempo: una volta mostrato l’obiettivo e avuto inizio la battaglia, verrà visualizzato in alto al centro dello schermo un timer che determina il tempo a nostra disposizione per completare la missione. Entro questo limite dovremo quindi far muovere le nostre unità assegnandogli delle destinazioni (un nemico, una struttura o un punto a caso nella mappa) come faremmo in un RTS, sconfiggendo il nemico, proteggendo il nostro quartier generale e/o soddisfacendo determinate condizioni.

C’è molto da sperimentare e fortunatamente si possono testare i propri schieramenti l’uno contro l’altro

Una volta che le unità incroceranno la fazione nemica, avranno inizio scontri automatici che prenderanno in considerazione le abilità dei singoli membri fino all’esaurimento dei punti di iniziativa delle due parti. Al termine della battaglia, l’unità con più HP vince, la perdente viene messa in stallo (diventando più vulnerabile) ed entrambe le parti perdono un punto di stamina, che rappresenta quanti combattimenti è possibile intraprendere prima di doversi fermare nel mezzo della mappa a riposare.

Per avere la meglio in questo gioco dovremo quindi capire bene i punti deboli e di forza delle unità nemiche, schierare le nostre unità più adatte senza sovraccaricarle di azioni, gestire più task in contemporanea (ad esempio mandando gli arcieri a distruggere le torrette difensive mentre altri soldati conquistano una roccaforte) e sfruttare al momento opportuno le abilità speciali di ogni personaggi, che tra le altre cose possono offrire buff alle statistiche, permettono di avere attacchi extra o consentono di muoversi sul campo in modo istantaneo da un’unità all’altra. C’è molto da sperimentare e fortunatamente si possono testare i propri schieramenti l’uno contro l’altro, fino a ottenere la formula perfetta.

Tutti insieme, tutti nella stessa direzione? Naaah!

La ribellione passa anche dalla ricostruzione e passo passo saremo tenuti a sostenere le varie aree liberate offrendo materiali e ripristinando le loro funzioni base, cosa che ci permetterà di ottenere nuovi negozi, di raggiungere isole lontane via nave, assegnare delle guardie per raccogliere automaticamente tutti i materiali presenti nelle zone limitrofe e via dicendo. Il tutto risulta sinergico e offre tante occasioni per spezzare quella che può essere la monotonia di un’esperienza tattica.

Ma veniamo al fattore Vanillaware, ovvero la spettacolarità con cui ogni elemento del gioco è stato messo in scena. Non c’è niente da dire oltre un legittimo e consapevole “WOW”. Ancora una volta ci troviamo di fronte a una direzione artistica concreta, solida e coerente, efficacissima nel caricaturizzare gli archetipi del genere fantasy medievale senza snaturarli. I personaggi possono essere imponenti, gracili, minacciosi, gentili o incorporare vizi e virtù, e il tutto viene comunicato sempre efficacemente a livello visivo.

Non c’è niente da dire oltre un legittimo e consapevole “WOW”

Ogni protagonista e ogni villain è raffigurato con dovizia di dettagli e animato morbidamente, enfatizzandone le peculiarità fisiche e caratteriali, mentre un doppiaggio estremamente riuscito (seppur un po’ compresso nella qualità) sostiene a dovere ogni emozione. Strepitosi i fondali che adornano ogni scena, siano questi all’aperto, al chiuso e/o in diversi momenti della giornata.

Quanta delicatezza…

La cifra stilistica di Vanillaware è unica, inconfondibile e irreplicabile verrebbe da dire, capace di mostrare una realtà affascinante e inquietante al tempo stesso. E l’ambientazione, così come le tematiche chiamate in causa, non fanno altro che potenziarne l’impatto. Ovvio che un simile impegno artistico e tecnico debba essere sostenuto dalla narrazione, ma qui si entra in gioco in una sfera abbastanza personale: Unicorn Overlord non inventa certo la ruota nel genere fantasy e la sua storia si muove su un canovaccio piuttosto convenzionale.

La missione del principe deposto, che passo passo da un piccolo nugolo di eroi si troverà a ricostruire il regno e a muovere contro il malvagio invasore, inevitabilmente per molti giocatori saprà di già visto e potrebbe quindi non coinvolgere a dovere. Al netto degli aspetti derivativi, il progresso è soddisfacente e risulta a tratti estremamente interessante grazie alle tante ramificazioni legate agli incontri con i personaggi secondari. Decidere della vita o della morte di un rivale sconfitto o utilizzare la funzione di dialogo in battaglia al momento giusto o sbagliato può aprire o chiudere nuove linee narrative e conseguentemente impattare anche sul reclutamento di personaggi anche particolarmente utili.

La cifra stilistica di Vanillaware è unica, inconfondibile e irreplicabile verrebbe da dire

Il flusso di gioco è nel complesso molto armonico e gradevole, andandosi a impantanare un po’ solo nelle fasi di organizzazione per via di menù estremamente articolati e decisamente poco pratici, seppur studiati al meglio possibile in ambito console. A livello tattico inoltre è richiesto un grande studio di causa ed effetto nei match-up per capire quanto possano essere realmente efficaci alcune composizioni delle unità, altrimenti c’è il rischio di non capire come mai personaggi dal buon potenziale possano avere la peggio contro composizioni all’apparenza non pericolose – il consiglio è di non affidarsi troppo allo skip delle battaglie ma di osservarle sempre almeno al primo scontro, per verificare con i propri occhi gli esiti.

Conclusioni

Unicorn Overlord è un titolo dalle indubbie qualità, realizzato con la consueta attenzione per i particolari di Vanillaware e graziato ancora una volta dalla loro strepitosa intepretazione artistica. Sotto la superficie, comunque, si nasconde un tattico dall’adeguata profondità che permetterà a tanti giocatori di sperimentare e svagare alla ricerca delle migliori e più efficaci combinazioni.

La sua natura da titolo narrativo ricco di crocevia inoltre lo rende appassionante per gli amanti del completismo e delle sliding doors, con la piccola delusione dell’assenza di un new game+ utile ad agevolare le differenti run dedicate al reclutamento o all’ottenimento di uno dei vari finali. Quantomeno è possibile selezionare un livello di difficoltà molto basso che rende l’esperienza molto digeribile.

Gli appassionati di giochi tattici dovrebbero sicuramente dargli una chance, quantomeno per la peculiarità della messinscena, che potrebbe ammaliare e coinvolgere anche i neofiti. In ogni caso si tratta di un titolo che non andrebbe trascurato, anzi, in quanto dimostra che è sempre possibile dire la propria e rinvigorire un genere anche solo puntando sull’estro artistico di un team che non realizza mai un titolo banale.

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  • 8 Notevole

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