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S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl – Recensione

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Conta più l’anima, che l’aspetto

In un’industria fatta di produzioni tripla A che puntano tutto o quasi sull’impatto dei propri valori produttivi, S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl rappresenta un’anomalia, uno di quei rari casi che, per contrasto e reazione, palesano con una forza quasi stordente cosa ci spinga tutt’ora, dopo anni di avventure digitali in tutte le salse, a stringere nuovamente il pad e premere il tasto start.

La sensazione è tanto più straniante, quanto più ci si accorge di avere a che fare con un gioco antico, vecchio nelle intenzioni, nelle ambizioni, nelle meccaniche, persino nell’aspetto, sebbene esteticamente la creatura di GSC Game World a tratti rasenti quasi il fotorealismo, per lo meno su PC. Non c’è un grammo di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl che non sia stato già visto e vissuto nei suoi predecessori, non c’è niente di veramente nuovo e innovativo, quello che è stato nel lontano 2007 è ancora presente, vivo, riproposto anche oggi.

Laddove per molti altri giochi questa ripetizione potrebbe rappresentare un limite, una problematica non da poco, per l’FPS di matrice ucraina è invece un pregio, un pilastro su cui si erge con tutta la sua personalità unica, con il suo retrogusto amaro che per forza di cose allontanerà e infastidirà una fetta di pubblico molto ampia.

Alcuni scorci sono davvero molto suggestivi

S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl, del resto, non si muove di un centimetro dalla sua posizione. Non fa sconti, non offre scorciatoie, non fa nulla per rendersi simpatico. Concede un selettore di difficoltà, ma anche a facile non aspettatevi di vivere un’allegra scampagnata. In ogni caso si soffre, si procede a fatica, si muore spesso e volentieri.

Per chi non lo sapesse, parliamo di un FPS open-world, ambientato nella Zona Proibita, un perimetro che include l’area tossica, radioattiva e mortale intorno alla centrale nucleare di Chornobyl. Traendo ispirazione dalla realtà, ma donandogli un pesante tocco di fantascienza, questa zolla di terra è abitata da creature deformi e mutanti, sconvolta da fenomeni fisici inspiegabili e fatali, pattugliata da mercenari sempre a caccia di strani dispositivi che possano fruttare quattrini e concorrenti da spedire all’inferno con un proiettile piantato nelle cervella.

La Zona Proibita non fa sconti e lo sa benissimo anche Skif, protagonista del gioco, suo malgrado costretto a batterla da lato a lato nel tentativo di scoprire un mistero che coinvolge un’oscura organizzazione scientifica con la quale il nostro ha qualche conto in sospeso. La trama, lo diremo chiaro e tondo, non può certo annoverarsi tra i principali pregi del gioco. Scontata, quando va bene, persino noiosa, quando la narrazione viene affidata a PNG dallo spessore psicologico di un foglio di carta. Non è per fare luce sull’enigma di fondo dell’avventura che resterete incollati al pad.

Il costante senso di urgenza e pericolo è ciò che da sempre ha reso unica la saga

Sarà la narrativa emergente di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl ad appassionarvi. Sarà la vostra storia che vi creerete esplorazione dopo esplorazione, battaglia dopo battaglia, scoperta dopo scoperta a farvi pensare e ripensare al gioco anche a console spenta.

Del resto, parliamo di un’avventura che si fonda su tre principali azioni: esplorare, combattere e sopravvivere. Dal cibo, al sonno, passando per l’imperativo di curare ferite e tenere a bada le radiazioni, la creatura di GSC Game World è prima di tutto un survival. Ogni passo può condurre alla morte, ogni attacco può essere mortale, ogni escursione può essere l’ultima e va attentamente pianificata. Non ci si può riempire lo zaino raccogliendo qualsiasi cosa capiti a tiro, perché peso in più significa meno reattività e stamina. Le armi vanno pulite e curate, perché un proiettile inceppato può significare morte certa. Il cibo va costantemente razionato perché non si può mai sapere quando sarà concesso il ritorno al campo base per rifiatare un attimo.

Il costante senso di urgenza e pericolo è ciò che da sempre ha reso unica la saga e questa sensazione torna immutata in S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl, titolo che potete ovviamente acquistare sullo shop online di GameStop. Si tratta del suo più grande pregio, ma al tempo stesso del suo più grande limite, ciò che allontanerà i videogiocatori in cerca di qualcosa di meno impegnativo, di più lineare e accondiscendente. Bisogna costantemente osservare l’orizzonte, in attesa che spunti qualche malintenzionato o che si palesi un’anomalia che vi costringa a deviare sul percorso prestabilito.

Basta un passo falso e vi ritroverete nel bel mezzo di una mortale anomalia

Il fattore incognite, del resto, è un’altra costante dell’economia del gioco. Ci si potrebbe imbattere più o meno casualmente in un edificio abbandonato, in una caverna oscura, in una struttura che potrebbe riservare ricche ricompense, oppure rivelarsi solo il covo di qualche mutante. Ogni NPC è una minaccia e al tempo stesso un’opportunità. In certi casi spareranno a vista, in altri vorranno scambiare due chiacchiere, in altri ancora vi salveranno letteralmente da morte certa intervenendo in vostro aiuto quando presi di mira da un gruppo di cani famelici.

Ogni spedizione è un mondo a sé, una continua scoperta fatta di tante sorprese, la maggior parte spiacevoli e che vi complicheranno la vita. Bisogna essere pronti alla dura vita della Zona Proibita. S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl concede poco, ma questa sua rigidità conduce a scoprirne ogni piccola meccanica, ad apprezzarne i tanti dettagli che lo rendono un’esperienza accostabile solo ai predecessori.

La scarsità di risorse induce all’esplorazione, ad apprezzare una mappa poco varia sul fronte della varietà di biomi, ma ricca di anfratti, strutture pericolanti, scorci sinistramente suggestivi. L’obbligo di non sprecare le munizioni consente di carpire la bontà di un gunplay votato al realismo, che penalizza lo scontro diretto e premia la strategia. L’assenza di trasporti rapidi economici e di mezzi con cui spostarsi velocemente, incrementa il senso d’impresa ogni qualvolta si supera un ostacolo e si raggiunge l’obiettivo prefissatosi. L’equipaggiamento contenuto spinge a compiere continuamente delle scelte, alcune delle quali potrebbero rivelarsi sbagliate, costandovi ulteriori variazioni sul sentiero che conduce dritto alla meta. Armi e protezioni possono essere potenziate, ma non tutto si traduce in un bonus senza malus, il che vi stimolerà a considerare e riconsiderare il vostro stile di gioco, ad adattarvi alle difficoltà del caso, a gestire al meglio le risorse per aumentare l’efficienza del personaggio.

Siamo di fronte ad un sequel che non si inventa praticamente nulla di nuovo rispetto agli altri capitoli della saga

La grandezza di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl si palesa proprio abbracciandone la ruvidezza, accogliendo il game over come un’opportunità per riprovare e non come una punizione.

A concorrere a questa magia, c’è un ottimo lavoro di mission design. È vero che il più delle volte si tratta banalmente di raggiungere una nuova location e recuperare qualcosa. Ciononostante, in combinazione con un buon level design della mappa generale e degli interni delle strutture che esplorerete, ci si trova coinvolti in quest dai risvolti mai banali, che spesso e volentieri propongono più strategie per essere completate.

Non è naturalmente tutto oro quello che luccica. Come detto, S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl non è affatto un gioco trasversale. Anche al livello di difficoltà più basso è estremamente complesso e regala game over a profusione. Non ci sono ulteriori modi per personalizzare l’esperienza, quindi bisogna assecondare lo spirito della produzione, o altrimenti ci si potrebbe ritrovare tra le mani il classico gioco che si abbandona dopo qualche ora di avventura. Non è naturalmente un difetto di per sé, ma è bene sottolineare il carattere e la personalità della creatura di GSC Game World, dotato di un retrogusto che non tutti apprezzeranno.

Solo affidandovi ai vostri gadget e ai sassi con cui rivelare le anomalie potrete sperare di tornare al campo base tutti d’un pezzo

Inoltre, come già suggerito più volte in precedenza, siamo di fronte ad un sequel che non si inventa praticamente nulla di nuovo rispetto agli altri capitoli della saga. Anche questo è un limite solo relativo. Non si vedeva uno S.T.A.L.K.E.R. dal lontano 2009. Inoltre, i vari Metro e Chernobylite, per quanto abbiano ripreso qualcosa della fortunata formula della fonte d’ispirazione, non sono mai stati in grado di replicarne l’atipica personalità. In soldoni, sì è sempre la stessa roba, ma è qualcosa che i più giovani non hanno sicuramente mai provato e che i veterani volevano riassaporare da tempo. Ma è giusto anche chiarire che le differenze rispetto all’originale in termini di puro gameplay sono davvero poche.

Infine, non si può soprassedere completamente sui tanti bug e glitch che mortificano soprattutto la versione per Xbox Series. Le patch che si sono succedute dopo il lancio hanno risolto buona parte delle magagne tecniche, ma su PC non sono così rari i freeze totali del gioco, su console il frame rate è piuttosto balbettante e non si contano gli oggetti sospesi nel nulla, i casi di cattive collisioni e texture che si caricano in ritardo. Il gioco necessita ancora di un po’ di manutenzione e molto dipende dal vostro modo di intendere i videogiochi: se cercate la perfezione tecnica, questo è certamente un grosso problema di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl. In alternativa, preparatevi a salvare più spesso del solito e a più di qualche noia. Abbiamo giocato a titoli ancora più grezzi, ma questo è indubbiamente un difetto della produzione, per quanto in via di risoluzione.

D’altro canto, va sottolineata una volta in più la bontà grafica del gioco. Non si tratta solo di art design, maestoso nel reinterpretare con ancora più ispirazione la Zona Proibita. Gli effetti luce, i dettagli di certi interni, le animazioni dei nemici, in questo gioco si respira chiaramente aria di next-gen finora così rara.

Conclusioni

S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl è un gioco tecnicamente imperfetto, poco innovativo rispetto ai predecessori, per nulla accondiscendente, ruvido, a tratti rozzo. Eppure, è un gioco dotato di carattere, personalità, spessore.

Non è per tutti, ma chi saprà scendere a compromessi, anche accettando una lunga lista di bug e glitch sia su console che su PC, vivrà un’avventura densa di tensione, di adrenalina, di scenari suggestivi e carichi di una malinconia amarognola.

Ogni escursione nella Zona Proibita vi regalerà qualcosa e stamperà nella vostra memoria di videogiocatori un ricordo indelebile. È un gioco che va domato passo dopo passo, game over dopo game over ma che vi regalerà solenni momenti di intensa suggestione e emozioni che potete provare solo qui.

Consigliatissimo a chi non vedeva l’ora di rimettere piede nella Zona Proibita. I neofiti, invece, valutino attentamente in base a ciò che cercano in un videogioco: le soddisfazioni sono tante, ma non aspettatevi alcuno sconto.

Puoi acquistare S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl sullo shop online di GameStop!

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  • Good
    +Ambientazione suggestiva
    +Gunplay raffinatissimo
    +Un’esperienza paragonabile solo ai suoi predecessori
  • Bad
    -Diversi bug
    -Nessuna novità rispetto ai prequel
    -Non tutti ne apprezzeranno la difficoltà di base
  • 8 Radioattivo

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Conclusioni

S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl è un gioco tecnicamente imperfetto, poco innovativo rispetto ai predecessori, per nulla accondiscendente, ruvido, a tratti rozzo. Eppure, è un gioco dotato di carattere, personalità, spessore.

Non è per tutti, ma chi saprà scendere a compromessi, anche accettando una lunga lista di bug e glitch sia su console che su PC, vivrà un’avventura densa di tensione, di adrenalina, di scenari suggestivi e carichi di una malinconia amarognola.

Ogni escursione nella Zona Proibita vi regalerà qualcosa e stamperà nella vostra memoria di videogiocatori un ricordo indelebile. È un gioco che va domato passo dopo passo, game over dopo game over ma che vi regalerà solenni momenti di intensa suggestione e emozioni che potete provare solo qui.

Consigliatissimo a chi non vedeva l’ora di rimettere piede nella Zona Proibita. I neofiti, invece, valutino attentamente in base a ciò che cercano in un videogioco: le soddisfazioni sono tante, ma non aspettatevi alcuno sconto.

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  • Good
    +Ambientazione suggestiva
    +Gunplay raffinatissimo
    +Un’esperienza paragonabile solo ai suoi predecessori
  • Bad
    -Diversi bug
    -Nessuna novità rispetto ai prequel
    -Non tutti ne apprezzeranno la difficoltà di base
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