Nell'attesa di un nuovo capitolo, riscopriamone uno po' troppo bistrattato
Tales of è una serie è una serie che ormai vanta i suoi anni, quasi trenta, e che nel corso della sua storia ha saputo regalare capitoli di vario genere e tematiche tutti bene o male meritevoli. Ci sono alti e bassi come in ogni serie, senza poi contare che certi aspetti sono prettamente soggettivi in termini di gradimento, ma è difficile trovare un Tales of brutto – non mi spingo a dire impossibile, però chiunque si avvicini alla serie sa di trovare esperienze gratificanti sia dal punto di vista narrativo sia ludico. Va detto che da qualche anno latitano nuove uscite, un vuoto che Bandai Namco sta colmando proponendo rimasterizzazioni di vecchi titoli: nel 2023 è stato pubblicato Tales of Symphonia Remastered, in questi giorni è invece toccato a Tales of Graces f, uno dei capitoli stranamente piuttosto bistrattato dal pubblico, o quantomeno ignorato.
Un peccato di per sé, perché al netto di una storia che fa poco per rendersi memorabile – complice anche la caratterizzazione un po’ stucchevole dei personaggi – vanta un ottimo finale e, soprattutto, un sistema di combattimento che a suo tempo ha gettato le basi di seguiti come Tales of Berseria nonché il più recente Tales of Arise. Nell’attesa di un nuovo capitolo, dunque, la cosiddetta “operazione remaster” può senza dubbio essere una valida soluzione, utile a riportare in auge vecchie glorie.
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Del resto, Tales of Graces f (versione ampliata dell’originale Tales of Graces per Wii del 2009) è stato pubblicato in Europa nel 2012, mentre se consideriamo l’uscita giapponese andiamo indietro fino al 2010. Sebbene forse non si possa davvero definire vecchio, ha sicuramente i suoi anni sulle spalle e considerando che risale a due generazioni fa, l’idea di renderlo di nuovo disponibile in una versione rimasterizzata con qualche gradito quality of life è ottima per mantenere viva la serie in attesa prosegua con un nuovo capitolo e al contempo farne conoscere il passato.
Possiamo considerare Tales of Graces f alla stregua di un romanzo di formazione
Narrativamente parlando, che cosa racconta Tales of Graces f? Anzitutto possiamo considerarlo alla stregua di un romanzo di formazione: conosciamo i personaggi da bambini e li seguiamo nel loro percorso di crescita, tra evoluzioni caratteriali e una maturazione (seppur vista attraverso la lente di uno young adult) legata a doppio filo agli eventi che vivranno. Com’è ovvio, il focus principale è sul protagonista Asbel Lhant ma anche i diversi comprimari trovano il loro spazio in una storia, l’ho già scritto, non memorabile tuttavia con qualche valido guizzo.
Per quanto riguarda la trama in sé, ruota attorno ad Asbel Lhant, figlio del signore di Lhant, e una misteriosa ragazza da lui salvata assieme all’amico Hubert che decidono di chiamare Sophie. Scoraggiato da una perdita, Asbel prenderà la decisione di frequentare l’Accademia per diventare un cavaliere nella capitale Barona. Sette anni più tardi, Asbel, come nuovo capofamiglia, dovrà tornare al villaggio natale per far fronte a un’invasione del vicino Fendel salvo ritrovarsi coinvolto in vicende che vanno oltre la mera questione politica per toccare, come poi spesso succede in videogiochi di questo tipo, vette un po’ più sovrannaturali anche se non necessariamente divine. Non mi spingerò oltre, nel caso non abbiate avuto modo di giocare l’originale, ma nonostante un’esposizione non sempre convincente Tales of Graces f rimane un’esperienza da scoprire, o riscoprire, anche solo per la valida conclusione.
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L’aspetto a essere invecchiato nel migliore dei modi è invece il sistema di combattimento. Capita a volte che rigiocare alcuni titoli passati faccia realizzare, non senza un certo dispiacere, quanto mal si adattino al presente per via di un gameplay che non riesce a ritagliarsi il suo spazio e restare, a suo modo, al passo coi tempi. Questo non vale per Tales of Graces f, che con i suoi combattimenti d’azione in tempo reale ma soprattutto grazie al Style Shift Linear Motion Battle System offre un’esperienza assolutamente ben radicata e godibile anche oggi. All’inizio può sembrare farraginoso, poiché è un sistema che si basa sul consumo, e dunque conseguente gestione, delle risorse e nelle prime fasi del gioco non possiamo dire di averne molte a disposizione.
A mano a mano tuttavia, prendendo dimestichezza con le sue logiche e imparando a trarre il meglio dalla quantità di risorse che avete (incrementabili grazie ad armi e abilità), saremo in grado di padroneggiare il sistema di combattimento e concatenare nella maniera più efficace ed efficiente possibile. La vera forza del gameplay di Tales of Graces f risiede proprio nella sua semplicità, che spogliata delle varie aggiunte occorse negli anni seguenti restituisce la soddisfazione del prendere in mano un sistema di combattimento complesso soltanto all’apparenza e renderlo stratificato nella sua esecuzione.
La vera forza del gameplay di Tales of Graces f risiede proprio nella sua semplicità
Poiché stiamo recensendo una remaster, che cosa apporta questa nuova versione al gioco originale? In merito alla storia e al gameplay in senso stretto (sistema di combattimento, missioni secondarie e quant’altro) niente, restano inalterati: Bandai Namco si è “limitata” a fare il minimo indispensabile, offrendo una rimasterizzazione sulla stessa linea delle precedenti – come ad esempio Tales of Symphonia e ancor prima Tales of Vesperia – che va così a rifinire la componente grafica mantenendone lo stile cartoonesco, ad aggiungere i sottotitoli in italiano ma anche migliorie alla qualità della vita come opzioni di accessibilità, i sempre graditi salvataggi automatici, poter saltare alcune scene fin da subito nonché una maggior chiarezza nella destinazione da raggiungere.
Non stravolge dunque l’esperienza scegliendo, piuttosto, di rifinirla e renderla maggiormente accessibile sotto molteplici aspetti. Un’operazione nel complesso gradita, in particolare per il fatto di rendere nuovamente disponibile un capitolo ormai piuttosto datato.
Conclusioni
Tales of Graces f Remastered è da un lato un gioco che porta su di sé il peso dei suoi quindici anni (partendo dalla pubblicazione in Giappone), dunque con tutte le eventuali limitazioni del caso, ma dall’altro presenta un ottimo sistema di combattimento dal quale hanno poi preso vita quelli dei successivi capitoli come Tales of Berseria e Tales of Arise. A differenza di alcuni giochi che, pur con tutto l’affetto che si vuole loro, risultano invecchiati male, Tales of Graces f Remastered dimostra quanto invece questo capitolo si possa godere ancora oggi in modo particolare dal punto di vista del gameplay.
La storia, inalterata rispetto all’originale, non è particolarmente memorabile al netto del suo approccio da romanzo di formazione, né lo sono i suoi personaggi, però vanta un finale tra i meglio riusciti della serie e che anche solo per questo merita di essere vissuta fino ai titoli di coda. Come operazione remaster in sé, infine, è piuttosto semplice e fa il minimo indispensabile, riuscendo tuttavia a offrire delle valide migliorie quali i sottotitoli in italiano e i salvataggi automatici, oltre a diverse opzioni di accessibilità. Se non avete mai avuto occasione di giocare l’originale, questa è senza dubbio la migliore occasione per recuperarlo.
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Good
+Sistema di combattimento sempre impeccabile+Una remaster semplice ma valida nelle migliorie di quality of lifeBad
-Storia complessiva e personaggi non sono memorabili-Oltre dieci anni sulle spalle si fanno inevitabilmente sentire
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