Teenage Engineering OP-XY – Recensione

Il miglior synth portatile mai creato?

Inutile girarci attorno, se oggi ci troviamo qui a parlare di OP-XY, il nuovissimo sintetizzatore di Teenage Engineering, è perché solo grazie all’attitudine della casa svedese nel creare strumenti fruibili anche da chi non è un musicista, che chi vi scrive è riuscito a rendere concreta una passione, quella per la musica e la produzione musicale.

Con il lancio nel 2011 dell’iconico OP-1, un piccolo studio di registrazione portatile a quattro tracce, Teenage Engineering ha aperto la strada agli strumenti portatili all-in-one; per poi raggiungere le masse con i Pocket Operator, dei mini sintetizzatori tascabili, alla portata di tutti.
Con OP-Z ha alzato l’asticella in termini di portabilità, trattandosi di un sequencer multimediale più complesso dei Pocket Operator, ma comunque (letteralmente) tascabile. Nel tempo la casa svedese ha esteso i suoi orizzonti con la linea field, decisamente più costosa, ma anche di qualità più elevata: l’emblema è l’OP-1 field, nuova versione (sotto steroidi) dello storico, omonimo, sintetizzatore.

Tra altre digressioni c’è stato spazio anche per un nuovo concept di sampler, l’EP-133 K.O. II, da cui è nata la variante EP-1320 Medieval di cui vi abbiamo parlato qualche mese fa; ma è a fine 2024 che Teenage Engineering ha tirato fuori (inaspettatamente) la vera bomba: questa ha il nome di OP-XY.

Nato dalla crasi di OP-1 field (da cui prende la forma) e di OP-Z (da cui prende la sostanza), Teenage Engineering OP-XY è molto più del “nuovo OP-Z“, non solo in termini di qualità, quanto in termini quantitativi. Sì, principalmente è un sequencer, ma viste le innumerevoli feature insite in quello chassis nero, è davvero riduttivo chiamare OP-XY solo “un sequencer”: è una macchina portatile stand-alone con cui è possibile creare musica con una facilità disarmante, ma anche con una profondità estrema, il cui unico limite è la propria creatività. Sì, tutto questo ha un prezzo, particolarmente elevato, ma comunque negli standard recenti di Teenage Engineering: parliamo di 2299 euro. Tuttavia, considerando che tutto ciò che fa, lo fa in completa portabilità, che potrete usarlo in ogni momento e luogo, possiamo dirvi da subito che vale ogni euro speso.

È inconfutabile quanto Teenage Engineering sia maestra in termini di stile e design, ed OP-XY non fa eccezione. Seppur in molti avrebbero voluto un erede di OP-Z dalle dimensioni simili, di fatto sarebbe stato difficile farlo, quantomeno in modo opportuno. Perché quindi andare a creare un synth dalle nuove sembianze, quando il formato di OP-1 field si presta perfettamente al caso? Così Teenage Engineering ha pensato (bene a nostro modo di vedere) di cambiare non solo colore, passando all’alluminio anodizzato nero (stupendo nell’aspetto, così come al tatto ed in termini di resistenza), ma ruotando in tutto e per tutto attorno alle tonalità di grigio. Bello e robusto, minimale ma allo stesso tempo deciso, OP-XY si distingue a colpo d’occhio dal fratello, pur essendo sostanzialmente simili.

Oltre alla colorazione, infatti, la differenza principale sta nell’inserimento della linea del sequencer con i 16 step in scala di grigi e la conseguente riduzione di dimensione della tastiera, che resta comunque di due ottave. Nulla che infici particolarmente la possibilità di suonare, anzi, noi finora siamo riusciti a creare musica senza alcun problema, tra l’altro è anche velocity sensitive (quindi suona più o meno forte a seconda di quanto premiamo), per quanto in alcune circostanze la soluzione ideale resti collegarvi una tastiera midi. Particolarità che riguarda tutti i tasti, sono gli switch, adesso di tipo meccanico, che donano un buon feeling alla pressione, ma che di conseguenza fanno il classico suono delle tastiere meccaniche.

Quasi tutti i tasti sono poi dotati di un led, che si accende di bianco (o rosso) a seconda delle circostanze e, come fu per OP-Z, rappresentano un aspetto fondamentale nel workflow di OP-XY, nonostante qui ci sia anche uno schermo.
Un occhio più attento può notare una sorta di pulsante sulla parte frontale, in gomma, che funge da pitch-bend, quindi serve a modulare il suono in base ai valori assegnati. Apprezziamo, ma dobbiamo dire che nella pratica non è particolarmente usabile, sia per la posizione, quanto per la pressione che bisogna dare per azionarlo. A tal proposito, più utile alla causa è invece il giroscopio, che permette in diverse circostanze di modulare il suono ed ottenere effetti particolari muovendo OP-XY.

La vera novità sta però al lato, dove ci sono entrate, uscite e connessioni: oltre alla levetta di accensione ed alla presa USB-C (con funzionalità audio/midi), troviamo quattro fori da 3.5mm. Uno è quello dell’audio out, c’è poi l’audio in, e nel mezzo è stata aggiunta anche un’uscita “multi-out“, che può fungere da seconda audio out, midi out o CV. Infine è stato aggiunto un ingresso midi, per poter quindi collegare i controller che non supportano il collegamento USB.

Si tratta di un bel passo in avanti sotto il punto di vista della versatilità dello strumento, almeno per Teenage Engineering: integrare OP-XY con il resto dei vostri sintetizzatori (anche quelli più vecchiotti) sarà cosa molto più facile ora, così come collegare un effetto per dare più carattere al suono; un ampliamento delle possibilità creative.

Dire che è l’erede di OP-Z è riduttivo

Ma cosa c’è dentro OP-XY? Quali sono le specifiche tecniche? Stiamo parlando ovviamente di un sintetizzatore digitale, con ben 8 tracce + 8 tracce ausiliari, 24 voci di polifonia, un doppio processore ed 8GB di memoria interna. A qualcuno potrebbero sembrare pochi 8GB, ma a meno che non riempiate la libreria di suoni, difficilmente esaurirete lo spazio. Lo schermo da 2,8 pollici IPS TFT ha una risoluzione di 480×220 pixel ed a parte qualche icona di colore rosso, splende unicamente di toni di grigio. L’abbiamo trovata una scelta coerente, oltre che di stile, l’unico neo del display/interfaccia è che in alcune schermate i caratteri sono davvero troppo piccoli e chi non ha una buona vista, potrebbe faticare a leggere qualche scritta. Tuttavia siamo fiduciosi a riguardo, c’è sempre tempo per un aggiornamento dell’interfaccia, visti anche i diversi feedback negativi da parte degli utenti a riguardo.

OP-XY è dotato di Bluetooth, che però funziona solo per il midi, quindi non potrete ad esempio collegarlo ad un altoparlante o ad un paio di auricolari Bluetooth. A proposito di altoparlanti, OP-XY eredita da OP-1 field il sistema integrato di altoparlanti: ce ne sono due, uno nella parte superiore ed uno in quella inferiore, quest’ultimo per enfatizzare i bassi. Dobbiamo dire che per quanto non ci sia nulla di meglio di un paio di cuffie o casse monitor, gli altoparlanti interni fanno un ottimo lavoro e permettono (circostanze ambientali permettendo) di riuscire a produrre e percepire bene le sfumature sonore, senza la necessità di indossare un paio di auricolari. Altra cosa integrata che funziona molto bene è il microfono: oltre alle varie regolazioni di sensibilità, che permettono anche l’attivazione automatica solo oltre una determinata soglia di decibel, è di base un ottimo microfono e riesce a catturare bene voce, ma anche strumenti acustici ad esempio. Per quelli elettronici ovviamente il consiglio è di usare l’ingresso audio tramite cavo per campionare.

Teenage Engineering OP-XY recensione
Buona parte della famiglia Teenage Engineering

Tutte queste accortezze tecniche fanno sì che OP-XY sia realmente uno strumento all-in-one, che non necessita di attrezzature esterne per fare tutto quello per cui è preposto, ovvero produrre musica. E la ciliegina sulla torta è una batteria ricaricabile che dura un’infinità, fino a ben 16H di autonomia, per permettervi di produrre ovunque vogliate.

Se dal punto di vista hardware abbiamo appurato che la qualità e la solidità non mancano (aspetti che diventano fondamentali in un device portatile), è altrettanto importante che il workflow, il processo attraverso cui si produce musica con OP-XY, sia allo stesso tempo intuitivo, ma profondo. Sarà che conoscevamo già bene OP-Z, ma l’accessibilità è uno dei punti forti di OP-XY: avere poi uno schermo di riferimento, semplifica ancor di più le cose. Tuttavia non manca la profondità a questo synth, sotto la superficie c’è un mondo di funzionalità che permettono di andare molto a fondo, e di sperimentare per creare sempre cose nuove. Ma ecco, andiamo passo per passo.

Partiamo col descrivere il layout che, per quanto sia stato ereditato da OP-1 field, è diverso sotto molti aspetti. Come detto, la grossa novità è l’aggiunta della barra (in scala di grigi) del sequencer, cosa che ha richiesto la riduzione dell’altezza della tastiera. È quello sicuramente il fulcro di OP-XY, insieme ai quattro pulsanti sulla sinistra, che vanno a determinare il workflow di OP-XY e che sono: instruments, auxiliary, arrange e mix (li approfondiremo più avanti). Accanto, i pulsanti dei moduli 1,2,3,4, che servono per accedere alle varie schermate/funzioni per ogni sezione, e subito dopo, le 8 tracce (che fungono anche da tracce ausiliari). A destra poi troviamo il tasto del sampler, quello com (per impostazioni e connessioni varie), quello dell’arpeggiatore/hold/maestro e quello delle bar/step, per gestire appunto i 64 step. Non mancano i classici tasti rec, play e stop per gestire la registrazione e riproduzione, il selettore di ottave ed il tasto shift, indispensabile per attivare menu alternativi e shortcut (tra l’altro, anche se non applicabile sempre, premendo shift+rec c’è finalmente una funzione “undo”),

Fondamentali anche i quattro knob/potenziometri, che si muovono a scatti ed hanno corsa infinita, oltre ad essere cliccabili. Questi, oltre ad essere essenziali per modulare volumi e parametri del suono, servono anche per navigare nei vari menu: ecco, forse in questo caso la scala di grigi non aiuta e non sempre è facile capire quale sia il knob da ruotare per una determinata impostazione.

Ma da dove si parte per creare qualcosa con OP-XY? Come accennato, i tasti instruments, auxiliary, arrange e mix rappresentano quello è che è il workflow, almeno quello standard. Sì perché una volta presa dimistichezza, il processo creativo può prendere strade totalmente diverse…

Instruments è la sezione dove poter gestire le 8 tracce ed i rispettivi suoni. Il primo passo da fare è quello di selezionare una traccia (i pulsanti 1-8) e scegliere il suono che le si vuole assegnare: per farlo avrete una libreria di suoni divisa per categorie, quindi drums, bass, keys, lead, pad, etc. Non avrete quindi come su OP-Z degli strumenti predefiniti per ogni traccia, ma potrete assegnare quello che vorrete alle tracce, in base a cosa volete creare. Volete fare un pezzo ambient? Allora probabilmente non avrete bisogno di drums, quindi potrete riempirle solo di pad, strings e quant’altro.

Una volta scelto il suono, le opzioni principali sono due: registrare in tempo reale oppure mettere i suoni in sequenza.

Teenage Engineering OP-XY recensione
OP-1 field ed OP-XY: simili nell’aspetto, ma completamente diversi nel workflow

La prima opzione è sicuramente quella più semplice, si aziona il pulsante REC e si suona mentre il sequencer scorre: i suoni vengono registrati nei rispettivi step e quindi potrete aggiungere una traccia alla volta fino a completare la vostra canzone. La seconda opzione, che è quella che preferiamo, consiste nel selezionare i singoli step in cui deve suonare una specifica nota o suono. È sicuramente un processo più “matematico” e meno immediato/naturale dell’altro, ma permette di andare più in profondità, di definire nel dettaglio ogni aspetto del pezzo.

l’accessibilità è uno dei punti forti di OP-XY

Tuttavia un’opzione non esclude l’altra, potrete ad esempio creare con lo step sequencer la parte ritmica, per poi registrare in tempo reale una melodia, che magari richiede un po’ più di espressività. A proposito di espressività, potremo registrare anche la modulazione effettuata con i knob (parameter lock), per poter donare ancor più varietà e movimento ai vostri suoni.

Funzione interessante è “linking tracks“, che permette di “collegare” più tracce tra loro, per far sì che suonino insieme: in questo modo è come se aggiungessimo un secondo livello ad un suono, rendendolo più incisivo o donandogli una specifica particolarità. Ci sarà una traccia “madre” che le suonerà tutte, ma le altre tracce potranno anche essere suonate e messe in sequenza individualmente.

Avremo infine la possibilità di decidere la lunghezza, o meglio, il numero di barre (ognuna da 16 step) da mettere, fino ad un massimo di quattro, quindi 64 step. A qualcuno questo potrebbe sembrare un limite, ma in realtà come vedremo, le opzioni per rendere una sezione più lunga (e varia) ci sono.

Proprio in termini di varietà, OP-XY eredita uno dei punti forti di OP-Z, parliamo degli “step components“. In pratica ad ogni step/suono potremo aggiungere delle “variazioni” senza la necessità di estendere la sequenza o ripeterla in maniera differente. Potremo far sì che uno step si ripeta più volte, che suoni una nota random, che cambi la velocity (intensità di pressione), che venga applicato un pitch bend, etc. Nella guida online di OP-XY c’è una tabella dedicata che aiuta a gestire gli intervalli degli step components, quindi quando e quante volte farli azionare, esempio: riproduci questo suono ogni quattro barre. È stata una delle feature più amate dai possessori di OP-Z e sicuramente rappresenta un valore aggiunto anche di OP-XY, può rappresentare un modo per aggiungere imprevedibilità e particolarità durante il processo creativo.

Non meno efficace è il tasto “player“, al cui interno racchiude funzioni un po’ più canoniche, nello specifico arpeggio, hold e maestro. Hold è una funzionalità che così scontata non è, per quanto serva semplicemente a tenere una nota/suono all’infinito, al di là di quello che farete con le altre tracce o con il sequencer. Arpeggio anche parla da sè, ma dobbiamo dire che nella sua essenzialità e facilità di utilizzo, permette di creare degli arpeggi ben articolati e definiti, con la possibilità di aggiunere varietà con glide e sterofonia. Dobbiamo ammettere che raramente manca un arpeggio nei pezzi che creiamo, invece ci abbiamo messo un po’ a capire l’efficacia della funzionalità maestro. Di base serve per registrare degli accordi, per poi suonarli premendo solamente un tasto: comodo senza dubbio, potremo anche scegliere se suonare assieme le note dell’accordo oppure con un arpeggio, ma uno dei modi in cui l’abbiamo usato maggiormente è per dare spessore e potenza ad un suono, facendo sì che anziché una, suonino più note in contemporanea: con alcuni preset il risultato è sorprendente.

Un brano che abbiamo realizzato in un paio d’ore

Teenage Engineering dichiara che OP-XY ha 16 tracce, ma è bene precisare che 8 sono le tracce dedicate agli strumenti interni, mentre le 8 auxiliary tracks consistono in una serie di feature/strumenti che permettono di espandere ulteriormente le possibilità creative di OP-XY: andiamo a vederle.

La prima, che potete vedere in azione nel video in alto, è brain, una delle grosse novità di OP-XY. In sintesi si tratta di una funzionalità che traspone le note di una o più tracce, ma anche dell’intera canzone, in base alle note/accordi premuti. Nella pratica, permette sia di velocizzare il processo di creazione, facendo sì che sia il brain a cambiare note alle tracce selezionate, senza dover fare tutto manualmente; ma dall’altro permette (soprattutto in modalità automatica) di creare con estrema facilità delle linee melodiche convincenti. Pensate di buttare giù una sequenza in cui c’è un accordo, una linea di basso ed un pad che hanno tutti la stessa tonalità: con brain potrete far sì che semplicemente suonando (o mettendo in sequenza) note diverse, tutta la sequenza (quindi accordo, basso e pad) cambi tonalità, creando qualcosa di effettivamente “musicale”. Anche chi non è un vero musicista, con brain può riuscire a dare alla propria musica varietà ed espressività dal punto di vista melodico, e può farlo con pochissimi passaggi; se poi si conoscono bene gli accordi, si può lavorare con brain con maggiore precisione, usandolo come supporto creativo e velocizzando la creazione di un brano.

Dobbiamo dire che vista la semplicità di utilizzo, c’è il rischio di strafare ed ottenere risultati non sempre convincenti, proprio per questo il consiglio che diamo è di esplorarlo gradualmente, iniziando col trasporre una singola traccia, magari con un solo accordo, aggiungendone poi un’altra e così via. Di default le prime due tracce, che solitamente sono preposte alla parte ritmica, sono disattivate, proprio perché è sulla parte melodica che lavora brain; ma potrete decidere voi su quante e quali tracce farlo lavorare. Si tratta di uno strumento che può sia essere utile per creare da zero ed attorno a cui far ruotare i brani, ma anche solo per poter dare maggior espressione ad una parte di un brano: sicuramente una delle novità più interessanti e pratiche di OP-XY.

Quella che non è una novità la seconda auxiliary track, quella dedicata ai Punch-in FX. Li abbiamo visti nascere sui pocket operator, poi evolversi su OP-Z, ed ora eccoli qui anche su OP-XY. I Punch-in FX sono divisi sulle due ottave tra quelli dedicati alla parte ritmica e quelli dedicati alla parte melodica e permettono con la sola pressione di un tasto di apportare effetti in tempo reale. Sono infatti pensati più per un’utilizzo “live”, ma anch’essi possono essere messi in sequenza per farli azionare nel punto preciso che vogliamo di un brano. Possono essere utilizzati sul brano per intero, ma anche sulle singole tracce tenendo premuto shift, ed alcuni di essi sono modulabili con il giroscopio: far partire una rullata e muovere OP-XY per modularla è qualcosa che fa senza dubbio scena. Diciamo che se si abusa dei punch-in FX, essendo sempre quelli dopo un po’ potrebbero stufare, ma se utilizzati con parsimonia ed oculatezza, rappresentano un altro interessante strumento creativo.

La auxiliary 3 è quella midi, dedicata al controllo di sintetizzatori esterni, collegati tramite USB midi o la multi out: potrete quindi aggiungere una traccia extra, con un suono diverso ai vostri brani. Ovviamente potrete metterli in sequenza (insieme ad 8 cc, control changes) per unire ad esempio la corposità di un synth analogico, al sequencer ed al workflow di OP-XY. Stesso discorso per la traccia 4, dedicata ai CV, che permette di collegare anche synth modulari o più antichi: anche in questo caso vuol dire avere una traccia/strumento in più, anch’esso sequenziabile.

Diverso è invece lo scopo della traccia 5, external audio, che permette ad esempio di collegare un pedale per aggiungere un effetto particolare ad una o più delle 8 instrument tracks. Per ognuna di queste infatti potrete decidere il livello di send effect, e quindi quanto l’effetto vada ad influenzare il suono: potrete usare pedali di ogni tipo, ma anche sfruttare gli effetti di altri sintetizzatori, facendo passare l’audio di OP-XY attraverso il synth, per poi farlo rientrare su OP-XY.

Inutile dire quanto queste 3 tracce possano espandere all’infinito non solo le potenzialità di OP-XY, quanto le opportunità a livello creativo; si tratta di un grande passo in avanti per Teenage Engineering che stavolta offre sì uno strumento completo stand-alone, ma anche finalmente interfacciabile (in maniera semplice ed universale) con altri effetti e strumenti musicali.

A chiudere il cerchio delle tracce ausiliari c’è tape, con cui poter creare effetti di loop piuttosto particolari, soprattutto in ambito live-performance: probabilmente la traccia da noi usata meno, ma dipende molto dal tipo di musica e circostanza in cui si suona.

Teenage Engineering OP-XY recensione
OP-XY dispone di due tracce per effetti quali riverbero, distorsione, etc

Ciò di cui abusiamo sono invece i due FX integrati (le tracce 7 ed 8). Potremo assegnare un effetto ad ognuna delle tracce tra chorus, delay, distorsion, lofi, phaser e reverb: questi effetti poi potranno influenzare ognuna delle 8 instrument tracks, a vostra scelta ed al livello che preferite. Tra l’altro non avremo solo la possibilità di mettere o meno l’effetto, ma anche di modularlo a piacimento per renderlo così come vogliamo. Nulla di paragonabile a quello che pedali esterni dedicati di un certo livello possono offrire eh, ma dobbiamo dire che gli effetti integrati fanno il loro sporco lavoro (in particolare delay e riverbero), riescono ad aggiungere spessore alle creazioni e cambiarne il mood.

il più completo sintetizzatore portatile esistente

Arriviamo ora ad un punto cruciale nel workflow di OP-XY. Se con gli step components ed altri strumenti potremo in qualche modo “allungare” e “variare” le nostre sequenze, è il tasto arrange (terzo tra quelli dedicati al workflow) il vero game changer. Arrange è il modo vero e proprio per superare il “limite” dei 64 step, è lo strumento che permette di strutturare una vera canzone, come se foste davanti ad un computer ed una DAW (Digital Audio Workstation), decidendo quale parte mettere prima, quale dopo, creando varianti di una parte ritmica o melodica, etc etc.

Un altro brano creato con OP-XY

Anticipandovi che si tratta di un concetto che nemmeno il manuale a nostro modo di vedere riesce a spiegare come si deve (ma con l’aiuto di qualche tutorial su YouTube, dovreste riuscire a capirlo); vi assicuriamo che una volta fatto questo, sarà tutto diverso, e più facile.
In pratica il concetto è che per ogni traccia/strumento potremo creare fino a 9 varianti (pattern) che non includono solo le note, ma anche modulazioni, effetti, etc. e tutte queste varianti possono essere mescolate tra loro per creare fino a 99 scene, ognuna delle quali richiamabili facilmente con un paio di tasti. Avremo ad esempio una scena in cui ci sono solo basso e batteria, una in cui c’è anche un lead ed una in cui entra un arpeggio. Ci sarà una scena con la variante in cui il lead suona il ritornello ed una in cui si limita a fare degli accordi. Ecco, quello che avremo saranno una serie di scene, vedetele come se fossero le sezioni di una canzone: tutte queste sezioni potranno poi essere a loro volta messe in sequenza/concatenate nella modalità song mode, per creare una canzone finita, fatta di introduzione, parte centrale, ritornello, chiusura, etc. etc.

È più facile farlo che spiegarlo a parole ma, considerando che ogni progetto può includere fino a 10 canzoni (fatte con la song mode), e che OP-XY può contenere oltre 10.000 progetti (più i rispettivi backup), è chiaro che se in passato con OP-1 field ed OP-Z c’era un limite di archiviazione, qui potremo creare musica letteralmente all’infinito. Il rischio è che questa possibilità porti a creare tante tracce, senza che poi uno si decida a portarle a termine per “liberare spazio”; ma ecco, qui entriamo in un discorso che ha più a che fare con l’artista che con il synth in sé…

Non avremo la completezza e la versatilità di una DAW, ma OP-XY permette davvero di creare un prodotto fatto e finito, mettendo tutto in sequenza e facendo sì che “suoni da solo”. Ed una volta che avremo il nostro brano “finito”, potremo passare all’ultimo degli strumenti dedicati al workflow, la sezione “mix”.
Il nome parla da sé, infatti il primo modulo/pagina è proprio un mixer che permette di regolare (o mutare) i livelli di ogni traccia, anche quelle ausiliari (compreso il livello dei due FX) e di gestire il pan (da quale lato si sente la traccia). Nel secondo modulo avremo un equalizzatore, con un’interessante interfaccia grafica, che permette in sintesi di regolare il livello generale di basse, medie o alte frequenze. Il terzo modulo è un saturatore con cui possiamo regolare gain, clip, tono e livello in cui questo saturatore si sente nel mix globale (noi l’abbiamo usato per dare maggior “distorsione” ai brani). Infine nell’ultimo modulo troviamo il master, dove poter bilanciare le parti ritmica e melodica, aggiungere un compressore e regolare il livello generale di master.

Ad alcuni potrebbe sembrare una parte noiosa (e superflua), ma se una volta finito il vostro brano spenderete un po’ di tempo tra mix e mastering, il brano suonerà senza dubbio meglio. Questa è la ciliegina sulla torta in termini di strumento all-in-one, e lo è perché lavorandoci (soprattutto se si ha cognizione di causa) si riescono ad ottenere risultati davvero buoni, brani capaci di suonare bene un po’ su tutti i dispositivi.

Se già è chiaro quanto Teenage Engineering OP-XY sia uno strumento completo, prima di chiudere questa (lunghissima) recensione, ci sono un altro paio di aspetti fondamentali da affrontare, e riguardano quella che è la prima cosa che si vuole capire quando si deve acquistare un synth: come suona?

Teenage Engineering OP-XY fa parte di un’altra categoria.

Partiamo col dire che la qualità audio non manca ad OP-XY, anzi, pur trattandosi di un synth digitale (portatile), riesce a tirare fuori dei suoni da sintetizzatore di fascia alta (qual è): in alcuni casi rimarrete stupiti dallo spessore e dalla corposità dei suoni. I preset di fabbrica, a differenza di OP-1 field, sono (finalmente) divisi per tipologia e non per synth engine, ma dobbiamo dire che non ci hanno convinto del tutto.
OP-XY come buona parte dei prodotti di Teenage Engineering, permette a chiunque di creare musica, anche a chi è solo appassionato. Quindi, una parte dell’utenza probabilmente si “accontenterà” dei preset di fabbrica, senza andare né ad acquistare/reperire altrove nuovi preset/sample, né a lavorare sui synth engine integrati provando a creare un suono da zero. Quello che vogliamo dire è che visto il prezzo ed anche l’ampio target di utenza, ci saremmo aspettati una libreria più ampia e qualche altro preset di quelli che “lasciano a bocca aperta” (non che non ce ne siano, sia chiaro).

Nulla vieta che Teenage Engineering, che sta rilasciando continui aggiornamenti di sistema (fixando anche alcuni bug impattanti), in futuro possa aggiungere nuovi preset ad OP-XY; e comunque è un discorso che lascia il tempo che trova, perché OP-XY ovvia in molteplici modi a questa “mancanza”.
Prima di tutto potrete aggiungere i vostri sample (se in formato wav. o aiff.) o cercare nuovi preset online, alcuni dei quali specifici per OP-XY. Caricarli è un gioco da ragazzi.
Ma potrete anche usare il sampler, strumento dalle molteplici possibilità creative che permette di campionare qualsiasi suono, attraverso il microfono integrato, l’ingresso audio o un microfono esterno. Partiamo col ribadire che la qualità del microfono integrato è davvero elevata, potrete campionare la vostra voce, effettarla ed il risultato sarà davvero eccelso (a patto di essere intonati). Ma potrete anche campionare altri strumenti acustici, come una chitarra o un pianoforte. Il limite è di 20 secondi per sample, ma diciamo che c’è uno stratagemma per ovviare anche a questo limite, e si chiama “drum sampler“, che di base è pensato per raccogliere i drum kit: potrete infatti per ognuno dei 24 tasti campionare un suono o una parte di voce di una canzone, estendendo quindi la durata a 20 secondi… per ogni tasto, però. In questo modo su una singola traccia potrete avere fino a circa 8 minuti di sample!
Altra novità in termini di sampling è il “multisampler” che in pratica permette di campionare fino a due ottave di singole note di uno strumento, o anche di estendere le ottave campionando ad esempio 4 note per ottava. Questo permette rispetto al campionamento classico, che va a cambiare “artificiosamente” le note, non offrendo sempre un risultato ottimale, di avere dei campioni molto più fedeli alla controparte originale. Pensate di campionare un synth analogico dove la corposità di suono e le sfumature fanno la differenza: con il multisampler potrete portare su OP-XY tutto nel miglior modo possibile.

C’è infine la possibilità di plasmare e creare i propri suoni attraverso gli 8 synth engine inclusi in OP-XY. Dobbiamo ammettere che il sound design non è il nostro forte ma, per quanto a livello grafico il design dei synth engine non sia al livello di quelli di OP-1 field ed i caratteri siano davvero piccoli, possiamo dire che sono efficienti dal punto di vista sonoro. Questo è sicuramente l’ambito in cui c’è bisogno di sapere cosa si sta facendo per ottenere buoni risultati e rendersi conto delle effettive possibilità offerte dai motori di sintesi, ma anche in questo caso Teenage Engineering ha creato una feature davvero interessante, chiamata scramble. Questa altro non è che un modo per agire in maniera totalmente randomica sul synth engine, e tirare fuori quindi nuovi suoni: non solo vi permetterà di tirare fuori nuovi suoni da poter poi salvare e riutilizzare, ma vi permetterà di rendervi conto di quanto si possa fare anche in termini di sound design con OP-XY.

Con quest’ultima parentesi cerchiamo di legarci alla fase in cui si tirano le somme, dove non possiamo non prendere in considerazione il prezzo di OP-XY, ricordiamo, di 2299 euro. Per quanto i synth engine di OP-XY siano performanti, siamo consapevoli del fatto che esistono strumenti che permettono di lavorare in maniera più approfondita a livello di sound design, ad un prezzo simile o anche inferiore. E lo stesso discorso si può applicare a tanti altri aspetti di OP-XY. Alcuni potrebbero dire che con a quel prezzo ci si compra un Mac, un controller di livello e si riesce ad avere una versatilità estrema. Altri direbbero che con quei soldi riescono a comprare DUE synth di un certo calibro, capaci di fare sicuramente più cose di OP-XY. Nessuna obiezione, è tutto vero, si tratta solo di fare delle scelte, e del modo in cui ognuno vive questa passione.
Quello che possiamo dirvi con certezza, è che nessun altro synth offre tutto quello che è capace di offrire OP-XY, nel modo in cui lo fa OP-XY; considerando che è uno “strumento portatile” nel vero senso della parola.

E non si tratta solo di portabilità, perché con un PC portatile o un iPad si può lo stesso produrre un brano fatto e finito; ma anche di come uno strumento stimola ed ispira a livello creativo. Noi in OP-XY abbiamo trovato non solo uno strumento completo e performante, ma anche un workflow talmente intuitivo e stimolante, che ogni volta che ci mettiamo a suonarlo, viene fuori qualcosa di nuovo. Il fatto di poterlo suonare ovunque, ci permette di approfittare di ogni momento di ispirazione, che sia nel letto prima di andare a dormire, o in riva al mare. Abbiamo prodotto più musica con OP-XY nell’ultimo mese, che in un anno intero con gli altri sintetizzatori che abbiamo. È lo strumento che porteremmo con noi in un lungo viaggio perché è così ricco e profondo, che sarebbe capace di intrattenerci per giorni interi. E funzionalità come il sampler, la possibilità di collegarlo ad altri sintetizzatori e/o effetti, fanno sì che la componente creativa non abbia limiti.
È per questo che, a patto di potervelo permettere, non può essere confrontato con nessun’altra combinazione di strumenti o device: Teenage Engineering OP-XY fa parte di un’altra categoria.

Ecco un esempio di quanto sia facile creare musica con OP-XY
Conclusioni

Concedeteci il gioco di parole: è davvero difficile sintetizzare quello che è racchiuso all’interno di OP-XY, l’ultimo, appunto, sintetizzatore di Teenage Engineering. Dire che è l’erede di OP-Z è riduttivo: conserva buona parte della sua essenza, ma viene elevata esponenzialmente. Dire che è un sequencer, un sintetizzatore ed un sampler, è nulla in confronto a tutte le sue funzionalità.
 
OP-XY è uno strumento creativo, una macchina con cui realizzare musica fatta e finita, partendo da un suono e terminando con un brano completo, con tanto di mix e mastering, senza la necessità di ricorrere a strumenti o software esterni.
Permette di fare musica con estrema facilità, ma anche di creare progetti ben più complessi e strutturati. Introduzioni come la feature “brain” vi aiuteranno a creare linee melodiche che restano impresse, ma anche a velocizzare la realizzazione dei vostri brani. Conferme come i “punch-in FX” daranno qualcosa in più alle vostre performance. E finalmente ci sono tutte le connessioni necessarie per estenderne l’utilizzo con effetti e sintetizzatori esterni.

Tutto questo ha un prezzo, indubbiamente elevato, ma c’è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione: tutto quello che fa, OP-XY lo fa in completa portabilità. Potrete creare musica in qualsiasi luogo, e portarlo sempre con voi, per non perdere mai il momento giusto.

Uno strumento dalle mille sfumature e possibilità creative, con una qualità audio eccellente, ed un workflow semplice e costantemente ispirante. Teenage Engineering ha letteralmente creato il migliore, o quantomeno, il più completo sintetizzatore portatile esistente. Il suo limite? La vostra creatività.

Trovate tutte le info su OP-XY ed il link all’acquisto sul sito ufficiale di Teenage Engineering.

  • Good
    +Design minimale e costruzione solida
    +Immediato ma allo stesso tempo complesso
    +Brain e altre funzionalità sono un valore aggiunto
    +Qualità audio ineccepibile
    +Ampia possibilità di connessione
  • Bad
    -Il prezzo lo rende un prodotto per pochi
  • 9.5 Totale
Conclusioni

Concedeteci il gioco di parole: è davvero difficile sintetizzare quello che è racchiuso all’interno di OP-XY, l’ultimo, appunto, sintetizzatore di Teenage Engineering. Dire che è l’erede di OP-Z è riduttivo: conserva buona parte della sua essenza, ma viene elevata esponenzialmente. Dire che è un sequencer, un sintetizzatore ed un sampler, è nulla in confronto a tutte le sue funzionalità.
 
OP-XY è uno strumento creativo, una macchina con cui realizzare musica fatta e finita, partendo da un suono e terminando con un brano completo, con tanto di mix e mastering, senza la necessità di ricorrere a strumenti o software esterni.
Permette di fare musica con estrema facilità, ma anche di creare progetti ben più complessi e strutturati. Introduzioni come la feature “brain” vi aiuteranno a creare linee melodiche che restano impresse, ma anche a velocizzare la realizzazione dei vostri brani. Conferme come i “punch-in FX” daranno qualcosa in più alle vostre performance. E finalmente ci sono tutte le connessioni necessarie per estenderne l’utilizzo con effetti e sintetizzatori esterni.

Tutto questo ha un prezzo, indubbiamente elevato, ma c’è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione: tutto quello che fa, OP-XY lo fa in completa portabilità. Potrete creare musica in qualsiasi luogo, e portarlo sempre con voi, per non perdere mai il momento giusto.

Uno strumento dalle mille sfumature e possibilità creative, con una qualità audio eccellente, ed un workflow semplice e costantemente ispirante. Teenage Engineering ha letteralmente creato il migliore, o quantomeno, il più completo sintetizzatore portatile esistente. Il suo limite? La vostra creatività.

Trovate tutte le info su OP-XY ed il link all’acquisto sul sito ufficiale di Teenage Engineering.

  • Good
    +Design minimale e costruzione solida
    +Immediato ma allo stesso tempo complesso
    +Brain e altre funzionalità sono un valore aggiunto
    +Qualità audio ineccepibile
    +Ampia possibilità di connessione
  • Bad
    -Il prezzo lo rende un prodotto per pochi
  • 9.5 Totale

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