Le origini di una serie cult finalmente in alta definizione
Suikoden è una storica serie di giochi di ruolo giapponese con ormai trent’anni sulle spalle, diventata un vero e proprio cult. I fan hanno sperato a lungo che Konami la riportasse in auge e sebbene la risposta avuta ai primi di marzo possa non essere stata soddisfacente, data l’esclusività per i sistemi Android/iOS del nuovo videogioco in arrivo, a consolare soprattutto gli appassionati di lunga data sarà pubblicata Suikoden I & II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars: trattasi dei primi due capitoli riproposti in veste grafica migliorata, senza per questo tradirne l’originale pixel art, e con alcune piccole migliorie alla qualità della vita che rendono entrambe le esperienze più agevoli.
Abbiamo avuto modo di giocarle a fondo entrambe, tuffandoci nella nostalgia per riscoprire due videogiochi che pur nella loro semplicità (il primo in particolare) non hanno perso il loro fascino soprattutto dal punto di vista narrativo. Alcune caratteristiche intrinseche di tutti e due, come la presenza di 108 personaggi reclutabili, fanno un po’ storcere il naso oggi come allora, per via del fatto che la maggior parte di questi personaggi non ha spessore o valenza narrativa nel suo insieme. Similmente, la volontà di introdurre scelte che poi tali non sono poiché il gioco nella quasi totalità dei casi ci spinge nella direzione voluta dagli sviluppatori, non convince soprattutto quando alcune dinamiche narrative sono palesemente avverse ma si è costretti a corrervi incontro comunque. Al netto però di queste sbavature, Suikoden I e Suikoden II restano videogiochi da riscoprire, o conoscere se non avete mai avuto occasione di provarli, e questa remaster è l’occasione perfetta.
Questa remaster è l’occasione perfetta per riscoprire, o conoscere, due classici senza tempo.
Entrambi i giochi sono ambientati nello stesso continente, seppur in aree diverse, e il secondo si svolge tre anni dopo gli eventi del gioco originale. Partendo da quest’ultimo, ci metterà nei panni di un muto protagonista (com’era consuetudine all’epoca e in parte ancora oggi) il cui nome può essere scelto a piacere – noi abbiamo optato per quello del materiale ufficiale, Tir; figlio di uno dei più rinomati generali dell’Impero della Luna Scarlatta, il ragazzo si troverà suo malgrado coinvolto in intrighi e giochi di potere più grandi di lui, che lo obbligheranno a schierarsi contro l’Imperatore diventando il leader di un Fronte di Resistenza impegnato da anni a cercare di contrastarne l’egemonia. Nel corso del nostro viaggio incontreremo tantissimi personaggi, molti dei quali reclutabili e anche utilizzabili in battaglia, forgeremo diverse alleanze nella speranza di poter rovesciare l’Impero e dare una nuova speranza ai suoi abitanti. I territori sono abitati dalle razze più disparate, come disparati sono i mostri e in generale i nemici che le popolano. Un fantasy piuttosto classico in tal senso, che mescola un po’ di tutto dando vita a un mondo eterogeneo che non necessita di spiegazioni per esistere: è così e tanto basta. La narrativa, dunque, per quanto efficiente, è anche molto asciutta e spesso si limita ad accennare alcune situazioni, politiche e non, concentrandosi a volte su alcune dinamiche o personaggi per approfondire determinati contesti.

Sotto il profilo del gameplay, Suikoden I è un GdR a turni ma offre tre diversi approcci di combattimento: gli incontri casuali, combattuti secondo il classico sistema a turni con un massimo di sei personaggi attivi nel nostro team (la cui disposizione può e deve essere determinata in base al loro raggio d’azione); le battaglie campali, durante le quali in un continuo gioco di carta, forbice, sasso dovremo prevalere sulle forze nemiche decidendo quale unità far attaccare e sfruttando a volte l’aiuto dei personaggi che abbiamo reclutato; infine, i molto più rari duelli, che prevedono come il nome suggerisce un confronto 1vs1 con il nemico nel quale si applicano le stesse logiche delle battaglie campali – saremo ossia chiamati a interpretare le intenzioni dell’avversario e provare a contrapporre una risposta efficiente tra attacco, difesa e attacco potente. Durante le battaglie a turni è stata aggiunta la sempre utilissima funzione di avanzamento rapido, fino a x3, che velocizza di parecchio gli scontri e combinata con l’azione automatica (utile per sbarazzarsi dei nemici più deboli o in inferiorità numerica) rende gli scontri casuali più gestibili e di conseguenza tollerabili.
L’esperienza guadagnata è determinata dalla differenza tra il nostro livello e quello dei nemici, con una soglia di 1000 exp per salire ogni volta di livello e vedere le statistiche aumentare in accordo. I personaggi hanno armi predefinite, che possono essere migliorate da diversi fabbri, possono equipaggiare elmo, armatura, eventuale scudo e un paio di accessori per incrementare la propria difesa, e scegliere tra un solo sigillo per utilizzare particolari tecniche fisiche oppure la magia. In quest’ultimo caso, gli slot di incantesimi di cui un personaggio dispone aumentano a mano a mano che si sale di livello e sono divisi per gradi, a ciascuno dei quali corrispondono incantesimi sempre più potenti sempre legati all’elemento del sigillo. Tali sigilli possono essere impressi e rimossi parlando con i PNG dedicati allo scopo, per cui non c’è il rischio di marchiare a fuoco un nostro personaggio.

Per quanto riguarda l’esplorazione, Suikoden I offre una vasta mappa del mondo costellata da insediamenti, città e dungeon che si rendono disponibili con il progredire dell’avventura, durante la quale è poi possibile sbloccare almeno un altro mezzo di locomozione oltre alle nostre infaticabili gambe, nonché strumenti per il rientro rapido alla nostra base e anche un sistema di teletrasporto per raggiungere più in fretta i luoghi già esplorati. Non esistono aree segrete o inutilizzate, ciascun luogo ha il suo scopo e la sua utilità a livello di trama, così da motivarne la presenza spingendo il giocatore a visitarlo senza il rischio che se ne dimentichi.
Suikoden II non si differenzia molto dal predecessore ma ritocca un po’ di aspetti qua e là.
Suikoden II non si differenzia molto dal predecessore: ancora una volta nei panni di un personaggio senza nome, ci troviamo a far fronte a una guerra d’invasione contro le città stato dei territori a Nord-Ovest della Repubblica di Toran. Ad accompagnarci ci sarà il nostro amico d’infanzia Jowy Atreides, scampato come noi a un massacro, che il destino vorrà tuttavia frapporci come nemico a un certo punto. Per riuscire nella propria impresa il protagonista, Riou, dovrà di nuovo riunire le 108 stelle del Destino, molte delle quali riprese dal precedente capitolo.
In termini di gameplay, questo secondo capitolo ricalca quasi pedissequamente le orme del predecessore: ritocca un po’ di aspetti qua e là, come la possibilità di equipaggiare più rune (il corrispettivo dei Sigilli), l’implementazione di un inventario per il party, l’aggiunta dello scatto per muoversi più rapidamente e in generale migliorie dal punto di vista estetico. Da sottolineare inoltre l’aggiunta di moltissimi minigiochi, per dare qualcosa da fare oltre alla nostra eroica impresa. Tutto il resto, dalla gestione delle battaglie fino a quella del level up, passando per i tre approcci agli scontri menzionati parlando di Suikoden I, è invariato rispetto al gioco originale. C’è dunque un forte senso di continuità tra questi due capitoli, per permettere al giocatore di entrare rapidamente nell’ottica del sequel senza per questo privarlo di alcune novità.

Suikoden I & II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars si concentra soprattutto nel dare una spolverata in alta definizione al tutto, dagli sprite, agli sfondi passando per i ritratti stessi dei personaggi durante i dialoghi, che mantengono comunque quello stile tipico degli anni ’90. Gli effetti speciali durante gli scontri danno un ulteriore tocco di realismo al tutto, mentre i nuovi effetti sonori ambientali concorrono a immergere ancora di più il giocatore nel mondo di gioco.
La remaster non apporta particolari migliorie ludiche, al netto degli scontri velocizzati di cui sopra e di una funzione di salvataggio rapido la cui utilità però rasenta lo zero – nel senso che occorrono soltanto in poche aree, spesso dove c’è poi la possibilità di salvare manualmente, e non sono uno strumento su cui fare affidamento quando ci si vuole prendere degli eventuali rischi in battaglia. Nel complesso fa quello che ci si aspetta dalla ripresa di una serie che conta ormai trent’anni. Non sarebbe stato male avere la possibilità di un Nuovo Gioco+ ma va anche detto che non sono giochi particolarmente lunghi, se paragonati a quelli odierni: Suikoden I completato al 100%, ad esempio, ha richiesto solo diciotto ore. Suikoden II è un po’ più esigente ma non è comunque nulla cui nell’almeno ultimo decennio non siamo stati abituati.
Conclusioni
Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars è il modo migliore per conoscere, o rivivere se siete degli amatori, due classici che si pensavano dimenticati nel tempo – e con essi la serie di riferimento.
Forti entrambi di una narrativa che, pur dimostrandosi spesso e volentieri asciutta, parca di spiegazioni o approfondimenti, offre dinamiche e personaggi in grado di colpire nel segno, accompagnata da un gameplay a sua volta snello e facilmente gestibile soprattutto dal punto di vista del combattimento e della crescita dei personaggi, sono giochi imprescindibili per gli appassionati del genere.

Good
+Due classici ora disponibili in alta definizione+Narrativa di entrambi i giochi ben strutturata, seppur spesso asciutta+Tanti, forse persino troppi, personaggi giocabiliBad
-Il salvataggio automatico non è un'aggiunta di rilievo-L'aggiunta di un Nuovo Gioco+ sarebbe stata tutto sommato gradita
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