Al solo nominare “Persona” molti giocatori provano come un brivido che li percorre lungo la schiena. Non stiamo parlando sicuramente di un Final Fantasy o di un Dragon Quest per quanto riguarda le vendite, ma per lo meno sotto il piano affettivo, i fan della storica saga Atlus non hanno niente da invidiare a quelli dei più blasonati sopracitati. E mentre il pubblico sognante fantastica ancora su un’ipotetica quinta iterazione del brand, Arc System si rimbocca le maniche e confeziona un diversivo, un picchiaduro a incontri, che riprende ed espande le intricate trame che Atlus ha tessuto in questi anni: bentornati nel Midnight Channel!
Lo ameranno: Gli appassionati dei picchiaduro 2D, chi ancora attende un nuovo Persona
Lo odieranno: Chi ancora attende un nuovo RPG su Persona
É simile a: BlazBlue, Guilty Gear
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[hr]- Titolo: Persona 4 Arena
- Piattaforma: Playstation 3, Xbox 360
- Genere: Picchiaduro
- Sviluppatore: Arc System
- Publisher: Zen united
- Giocatori: 1-2
- Online: 2-8
- Lingua: Inglese
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Welcome to the velvet room!
Noi europei abbiamo dovuto attendere più di un anno per poterci mettere le mani sopra, ma si può dire che l’attesa sia valsa comunque la pena. Che siate fan dei JRPG Atlus o dei picchiaduro Arc System, Persona 4 Arena incarna la summa dei due mondi, proponendo una formula completa e complessa in grado di soddisfare molteplici gusti. Da una parte troviamo infatti la modalità storia, forse ancor prima degli incontri veri e propri, un “must buy” per tutti coloro che hanno il cuore tra i banchi di scuola di Inaba e nella Dark Hour.
Le vicende di Persona 4 Arena prendono piede subito dopo gli eventi finali dell’originale Persona 4 e qualche anno dopo l’epilogo bonus di Persona 3 FES. Ritorna quindi il gruppo delle indagini occulte di Yu, Yosuke, Chie, Yukiko, Kanji, Naoto e il folle Teddie, i cui destini andranno a incrociandosi a quelli di Mitsuru, Akihiko e Aigis del terzo capitolo, in un turbinio di eventi e situazioni al limite dell’impossibile che li porteranno investigare sulla ricomparsa del Midnight Channel, le macchinazioni del Generale Teddie e il passato della misteriosa Labrys. Proprio come nel gioco di ruolo originale, Persona 4 Arena, nella sua modalità storia, si presenta principalmente come un gioco da assaporare dialogo dopo dialogo. Sotto questo punto di vista, grande spazio è stato concesso alle interazioni fra personaggi, che non solo avranno frequenti scambi di battute fra loro, ma anche parecchie (e spesso verbose) riflessioni interiori fra se e se.
Se già i precedenti lavori di Arc Sys avevano messo in luce un interesse morboso tutto particolare per quanto riguarda il rapporto fra i personaggi, Persona 4 Arena estremizza all’eccesso il concetto proponendo lunghe fasi durante le quali il joypad non viene toccato anche per svariate decine di minuti. Ciò che potrebbe essere visto come un limite è invece il cercare di andare oltre i canoni di un genere, quello dei picchiaduro, che fin troppo spesso viene etichettato come “multiplayer only”. E se proprio l’idea di sorbirvi tonnellate e tonnellate di righe di testo (tutte in inglese per di più) proprio non vi convince, potete sempre buttarvi sui più celeri e disimpegnati Arcade, Challenge, Score Attack e via discorrendo.
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Picchia che ti passa
Selezionato il proprio combattente e messo piede nell’arena, Persona 4 Arena si è rivelato un titolo doppiamente soddisfacente. I veterani di BlazBlue e Gulity Gear non faticheranno a ritrovarsi in svariate meccaniche avanzate del titolo (special e cancel su tutti) ma per quanto riguarda la base, quello che avremo fra le mani è fondamentalmente un modo tutto nuovo di approcciarsi agli scontri. Ciò principalmente a causa della presenza dei Persona, speciali entità prese in prestito dal gioco di ruolo che combatteranno attivamente insieme ai propri evocatori. Un po’ come accadeva con gli Stand de “Le bizzarre Avventure di Jojo”. Ogni combattente dispone degli immancabili colpi leggeri e pesanti, da alternare e concatenare con gli equivalenti del proprio Persona, per un totale di quattro attacchi base.
A ciò ovviamente bisogna aggiungere le immancabili mezzelune e pressioni simultanee, combinazioni in grado di produrre, rispettivamente, attacchi speciali, attacchi a catena, scatti, contrattacchi, prese ed esplosioni di barriere per un parco mosse completo e adatto a ogni occasione. Proprio la necessità di tenere d’occhio tutte queste varianti e la disposizione stessa dei tasti tipica da sala giochi rende purtroppo praticamente obbligatorio l’uso di un Arcade Stick (a differenza tanto per dirne una del recente Injustice), ma anche giocato con il pad è possibile scendere a compromessi.
Nonostante l’impostazione da picchiaduro “tecnico” Persona 4 Arena si presenta particolarmente appetibile anche per i giocatori alle prime armi, i quali potranno ad esempio ricorrere all’autocombo con la semplice pressione ripetuta dell’attacco debole o alla ”Istant Kill” effettuabile durante un match decisivo al costo di tutta la barra speciale con un semplice imput. Un compromesso (soprattutto l’autocombo che non è possibile disattivare) in grado di dare qualche soddisfazione anche ai neofiti ma che purtroppo ha portato a un leggero appiattimento nella varietà dei personaggi e soprattutto a dei “match-up” non proprio equilibrati. BlazeBlue, insomma, sotto questo punto di vista rimane inattaccabile.
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Visual novel style
Figlio d’arte di due giochi fra i più apprezzati nel loro genere, Persona 4 Arena non poteva non essere un completo successo anche sul piano artistico/tecnico. Ciò che colpisce a primo impatto è sicuramente l’uso di colori accesi e la solita cura certosina di Arc Sys nel tratteggiare i propri lottatori, ma proseguendo ciò a cui si assiste è un mix adrenalinico di animazioni velocissime ed effetti speciali esagerati, enfatizzati da una colonna sonora allucinata che spazia dalle “sciocche” lyrics del j-pop alle basi più “acide” e jazz dei vecchi lavori Atlus.
Non a caso la colonna sonora di Persona 3 è ricordata tutt’ora come una delle più maestose dei moderni JRPG. Il tutto contornato dai soliti e impeccabili disegni statici che accompagnano ogni linea di testo nella modalità storia e che fanno molto “visual novel”. E’ chiaro come il pubblico di riferimento sia quello di fascia tipicamente filo-giapponese e appassionato del gioco del ruolo originale, ma il tutto risulta comunque apprezzabile anche da chi Persona non l’ha mai neanche sentito nominare.
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Security Department, Shadow Response Unit
I personaggi utilizzabili come da tradizione Arc Sys non sono tantissimi, solo 13, ma in compenso sono ben diversificati fra di loro, anche se pare comune la tendenza a riempire lo schermo di laser e proiettili che volano da una parte all’altra. Yu in quanto protagonista principale è il classico personaggio buono in tutto ma che non eccelle in niente, con utili combo e qualche asso a distanza a differenza di Yosuke e Chie, letali a contatto ma che soffrono eccessivamente l’evasività di alcuni personaggi come la letale Elizabeth o la polifunzionale Aigis. Non potevano ovviamente mancare personaggi dai danni facili come Kanji o Labrys, lentissimi ma in grado di ribaltare completamente un incontro se presi eccessivamente sottogamba.
Personaggi più esotici sono sicuramente Shadow Labrys e il suo Persona perennemente evocato (in grado di attacchi su due lati problematici ma anche facile da mettere fuori gioco temporaneamente) e Teddie, in grado di riempire lo scenario di oggetti dagli usi più disparati. Una buona varietà di personaggi, unita alla relativa accessibilità con cui è possibile adoperarli tutti, rende il gioco la scelta ideale da sfoderare con gli amici ma tende alla lunga ad appiattire il cast, soprattutto ad alti livelli. Una piccola macchia che i più neanche considereranno nella valutazione complessiva del titolo, ma che comunque bisogna tenere conto qualora si desiderasse dedicarsi seriamente agli scontri Online.
Vero e proprio banco di prova per ogni lottatore desideroso di definirsi tale, gli scontri contro il mondo di Persona 4 Arena risultano ingiustamente penalizzati a causa dell’inspiegabile ritardo per quanto riguarda l’uscita europea. A un anno di distanza da quella internazionale, i server risultano carenti di sfidanti e come se non bastasse, quei pochi che si riescono a trovare offrono un grado sfida a tratti proibitivo che spesso portano inconsciamente il giocatore ad abusare delle autocombo. Tuttavia non è difficile trovare community online di estimatori ai quali unirsi in partite private, soprattutto vista l’ottima fattura del netcode, sempre stabile e, nella stragrande maggioranza, privo di lag. Da soli o in compagnia, insomma, Persona 4 Arena funziona alla grande
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The Ultimate in Mayonaka Arena
Persona 4 Arena è la fusione ideale di due mondi da sempre considerati agli antipodi, in grado di ereditare il carisma di Persona, la profondità di BlazeBlue e di fonderli assieme in una miscela esplosiva da vivere da soli o da spararsi in multiplayer. Da qualsiasi punto lo si guardi, un titolo da non lasciarsi sfuggire, che vi piacciano gli RPG, i Picchiaduro, i giochi in singolo, in multi o più semplicemente, i bei giochi.
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