L’introduzione di Kinect come parte integrante di Xbox One ha fornito diversi vantaggi dal punto di vista della consultazione dei contenuti e della navigazione della dashboard della console. Finora è mancata però la killer application capace di dimostrare al mondo che quel centone in più rispetto alla concorrenza valesse qualcosa in termini di gaming. Quella killer application (o presunta tale) doveva essere Kinect Sports Rivals, esclusiva firmata Rare che ha bellamente saltato il lancio della macchina next-gen di Microsoft senza chissà quale giustificazione. A distanza di circa sei mesi, in un aprile che non sarà certo ricordato per la sua generosità dal lato delle uscite, riesce finalmente a sbarcare nei negozi, non senza una grossa manciata di domande e questioni da sciogliere. Andiamo quindi a vedere se e come Kinect Sports Rivals è stato capace di migliorare la formula già offerta dai predecessori e se soprattutto riesce a farci avvicinare al motion gaming al di là delle sceme partite da party game con gli amici e la famiglia.
Differentemente da quanto potreste immaginare per un videogame sportivo, Kinect Sports Rivals propone un accenno di storia simpatico che vi porterà a conoscere tre squadre/fazioni in competizione (anche e soprattutto per accaparrarsi le vostre prestazioni) sulla bellissima isola in cui è ambientato. Un’isola in cui verrete spediti subito dopo la creazione del vostro Campione, un’esperienza incredibile e strepitosamente affascinante, dato che l’editor si avvarrà delle potenzialità del nuovo Kinect per scannerizzare e riprodurre al meglio le vostre fattezze. Il processo è molto semplice, ma allo stesso tempo complicato per la periferica e il software sapientemente curato dagli sviluppatori inglesi. La telecamera dedicata al motion gaming analizzerà nel dettaglio il vostro corpo e il vostro volto per proporvi poi una versione “awesome” e ampiamente personalizzabile di voi stessi. Il risultato è affascinante, perché sarete dei fighi atletici anche se nella realtà avete qualche chilo di troppo. E chissà se proprio grazie all’input dato dallo sportivo kinetico vi darete all’attività fisica per riuscire a diventare davvero “awesome” come il vostro alter ego.
Tralasciando per un attimo i rimpianti di una vita e lo stupore per una così accurata riproduzione videoludica di sé stessi, è impossibile non sottolineare come l’esperienza generale sia una diretta e più matura evoluzione della formula proposta dai più “bambineschi” e scherzosi Kinect Sports per la vecchia Xbox 360. Infatti, se nei due casi precedenti Rare si era limitata (o era stata limitata dalle meno concrete possibilità della telecamera accessoria) a riproporre la formula del Wii Sports che in quegli anni cavalcava l’onda del successo incontrastabile, qui le cose si fanno più serie. E lo sono forse proprio perché Kinect 2.0 è in grado di essere, o almeno sta diventando, quella interessante e sbalorditiva aggiunta che fu Project Natal in fase di reveal, almeno in termini di possibilità e caratteristiche tecniche.
Ed è proprio in quest’ottica più seriosa che purtroppo mi duole sottolineare che Kinect Sports Rivals fallisce proprio dove doveva trionfare: nel dimostrare che Kinect è una periferica autonoma sul fronte giocoso o quantomeno in grado di spingere l’utente a desiderare ardentemente una produzione interamente dedicata al sensore di movimento. Questo non vuol dire che lo sportivo dei creatori di Conker non sia divertente, anzi, ma nella mia prova su strada non ho certo provato quella sensazione che mi sarei aspettato dal titolo che porta sulle spalle il duro compito di dimostrare per primo la validità del Kinect next-gen. Ci sono delle novità interessanti – la rilevazione delle dita e dell’apertura/chiusura della mano sono fondamentali ai fini del gameplay nelle attività di scalata -, il pacchetto è complessivamente ben strutturato e ricco di contenuti, ma il divertimento e la riuscita come videogame non si discosta tanto dai fasti da party game di cui vi parlavo nell’incipit.
Dopo aver discusso dell’aspetto e delle impressioni generali, passiamo a ciò che conta davvero: il gameplay e tutto ciò che gli gira intorno. Le discipline sportive di Kinect Sports Rivals sono sei: Moto d’acqua, Tiro al bersaglio, Arrampicata, Tennis, Bowling e Calcio. Come vi dicevo qualche carattere fa, c’è qualcosa che non quadra, e quel qualcosa viene a galla proprio analizzando la struttura di gioco e i controlli degli sport. Sin dalle prime battute c’è la sensazione che il personaggio da voi controllato sia ancora pesantemente aiutato dal computer e che la riuscita dei movimenti e la mappatura degli stessi non corrisponda esattamente a quelli sudati e (nella maggioranza dei casi) goffi che proverete a scimmiottare. Non bastano le sostanziali modifiche alla potenza del sensore: il feeling non si discosta tanto da quanto visto precedentemente, anche in altre produzioni. Ed è un vero peccato.
E se con le ultime tre tipologie di gioco la cosa è palesemente davanti agli occhi di tutti, visto che erano già presenti nelle due iterazioni passate e la solfa sembra essere esattamente la stessa, le cose migliorano con le nuove e più fresche attività. Sorpresa delle sorprese, come potete immaginare dai video che hanno preceduto l’uscita, gli sport più divertenti sono le corse su moto d’acqua e l’arrampicata. Nel primo caso, complice una fisica dell’acqua notevole e una resa della velocità sufficientemente adrenalinica, sembra di essere di fronte a un successore spirituale del glorioso Wave Race. Certo, manca la precisione che si avrebbe pad alla mano (e qui mi pongo ancora una volta la domanda: ma abbiamo proprio bisogno del motion gaming?), ma il risultato è quantomeno esaltante. Lo stesso si può dire delle arrampicate in cui dovremo destreggiarci tra la giusta coordinazione e resistenza fisica.
Gli sport che mi hanno convinto di meno sono invece il Calcio e il Tiro al Bersaglio. Per quanto riguarda il primo, il problema risiede proprio nell’impossibilità e nel limite concettuale del non poter riproporre una vera e propria partita a pallone. La struttura si avvicina infatti a quella di un gioco a turni, più che a una sfida di Serie A o di un campionato mondiale qualsiasi. E tra l’altro, beffa delle beffe, i ragazzi di Rare hanno anche inspiegabilmente deciso di rimuovere la fase difensiva, rilegando la modalità alla sola fase d’attacco/possesso palla e all’utilizzo del portiere. Parlando invece del Tiro al Bersaglio, penso che l’errore più grave sia stato quello di non sfruttare la possibilità di leggere la profondità, limitandosi a riproporre una versione alternativa del più divertente sport delle Freccette della precedente iterazione. E se nel caso calcistico il problema è legato al concept della periferica, qui la problematica risiede nella concezione degli sviluppatori. Nessuna nota di merito o demerito per il Tennis e il Bowling, due sport “compitino” che si limitano a riproporre le formule più o meno collaudate del passato.
Soffermandomi per un attimo sull’aspetto multiplayer (supportato sia in locale che online), sono stato felice nel constatare che il rivoluzionario sistema dei Drivatar di Forza Motorsport 5 – quello che carica nel cloud il tuo stile e la tua personalità di gioco per far gareggiare il tuo profilo, anche a console spenta, contro migliaia di giocatori – è stato adottato anche con i Campioni di Kinect Sports Rivals. Un plus non indifferente, anche e soprattutto considerando la vena social (spinta soprattuto dalla companion app in download insieme al gioco) e le tonnellate di power-up e personalizzazioni sbloccabili a suon di XP guadagnati.
Concludendo sul punto di vista artistico e grafico del titolo Rare, non posso fare altro che applaudire di fronte ad un comparto tecnico di tutto rispetto. La risoluzione nativa a 1080p e il colorato e spumeggiante mondo di gioco forniscono ore di spensierato e gioiso divertimento, senza dimenticare la totale ispirazione del team nel ricreare personaggi con il Champion Scan. Mai ho assistito alla creazione di alter ego così fedeli e originali, pieni di stile e tutti coerenti tra loro.
In questo senso, spero davvero che l’enorme sforzo compiuto dai developer sulla programmazione dell’editor venga sfruttato anche in altre occasioni da più produzioni. Si tratta di una di quelle caratteristiche che potrebbero segnare una svolta importante nell’utilizzo di Kinect e sarebbe un vero peccato prenderla sottogamba.
Una nota di merito va anche alla soundtrack. Giovanile e avvincente al punto giusto, riesce a fare il suo sporco lavoro quando si tratta di immedesimarsi nelle situazioni più disparate che vi si porranno davanti agli occhi.
Grazie a questi due aspetti, l’atmosfera dell’isola e delle competizioni sono quindi piene di carattere. Una gioia per gli occhi e per le orecchie che, dopo le esperienze pregresse con i precedenti capitoli della serie, sinceramente non mi aspettavo. Applausi per Rare!
In conclusione…
Kinect Sports Rivals non è certo la rivoluzione che in tanti si aspettano dopo l’enorme mole di chiacchiere (almeno per ora) di Microsoft sulle potenzialità del motion sensor. Un prodotto rushato che ha sapientemente saltato il lancio di Xbox One per evitare che le luci dell’esordio illuminassero troppo le sue mancanze. Rimane comunque un ottimo sportivo per divertirsi in compagnia e continuare a sperare che prima o poi il motion gaming sarà un genere imprescindibile nel mondo dei videogiochi. Ma per i più, sarà meglio tornare a destreggiarsi nella dashboard tra comandi vocali e gestures più o meno comode. Provaci ancora, Kinect.
Commenti