Popcorn Time: Nymph()maniac Vol. II

Il secondo ed ultimo volume dell’epopea erotica siglata von Trier è ufficialmente approdato nelle sale, e con esso un’ulteriore ondata di critiche e pareri discordanti.

Non ci sono deviazioni o rielaborazioni stilistiche rispetto alla prima parte, l’impianto scenico rimane invariato, nonché il modello narrativo a capitoli e l’atmosfera “speculare” (solenne/blasfema) che permea il tutto.
Continua la storia, ritroviamo i protagonisti e “conosciamo” nuovi comprimari (tra i quali spicca un’altra vecchia conoscenza vonTrieriana: Willem Dafoe), l’ossessione che tormenta/delizia la Gainsbourg si rafforza per poi distendersi e rafforzarsi ulteriormente, come i nodi perfetti che ricorrono materialmente e metaforicamente con il fluire della pellicola. Analizzando il tutto al microscopio potrei sbilanciarmi un pochino e ammettere quanto abbia preferito (seppur impercettibilmente) il vol. I rispetto a questo, complice forse l’ottica più “spensierata” del primo rispetto alla stretta oppressiva, claustrofobica del secondo.

Inezie, in ogni caso: continuo a sostenere che un film del genere non possa essere giudicato con canoni oggettivi ed universalmente accettati, è la trasposizione visiva di un universo mentale, una miscela a tratti imperscrutabile, profonda e abissale di pensieri e visioni personali, un parto di von Trier che solo il genitore legittimo (o forse nemmeno) può conoscere fino in fondo.
Semplificando siamo alle solite, un autore arriva al punto in cui l’obiettivo del fare Cinema diventa – in un modo o nell’altro – l’esplorazione dei misteri dell’animo umano. Lars non è certo nuovo a questa ricerca, ed ancora una volta ci regala un prodotto “difficile”, poliedrico, da avvicinare con cautela… ma di assoluta qualità.

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A noi ricorda…

Dai, siamo seri, un gioco accostabile a Lars von Trier? 🙂