Los Angeles – Una delle novità più interessanti, per quanto nota al pubblico oramai dallo scorso E3, è senza ombra di dubbio la terza iterazione del franchise Dragon Age.
Bioware con Dragon Age: Inquisition si pone il traguardo di dare un valido successore al primo capitolo della serie dopo la sfortunata, a voler essere gentili, parentesi Hack n’ Slash rappresentata dal secondo episodio, reo di aver snaturato, per mere ragioni commerciali, la natura ruolistica di un franchise di così grande successo.
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito ad un bombardamento mediatico che, mediante rilascio graduale di teaser trailer o immagini, ci ha illustrato le principali peculiarità di Dragon Age: Inquisition alimentando, come se ce ne fosse stato bisogno, l’hype nei confronti di un titolo che si annuncia essere esplosivo. In quel di Los Angeles abbiamo avuto l’occasione di assistere all’evoluzione di questa terza iterazione per verificare quanto veritiere fossero le informazioni riguardo l’effettiva epicità del titolo.
Entrati nella press room il lead designer di Bioware ci introduce a quelle che saranno le principali novità di Dragon Age 3: Esplorazione dell’area di gioco ed approccio tattico ai combattimenti in real time.
Inquisition, stando alle parole dello staff Bioware, è il più grande Dragon Age di sempre: tutte le specie di Origins sono state inserite all’interno di questo capitolo. Per sottolineare la vastità del mondo di gioco, lo stesso è diviso in più regioni: il passaggio dall’una all’altra sarà scandito dal cambiamento delle caratteristiche climatiche ed estetiche del territorio. Per viaggiare da un punto all’altro della mappa di gioco si potrà utilizzare un cavallo o alternativamente, in caso di luoghi già conosciuti, la funzione di viaggio veloce. L’interazione con gli elementi del mondo di gioco è presente alla stessa maniera che in The Witcher 3 seppure con una profondità minore.
Il combattimento ci permetterà ci scegliere sia il bersaglio da colpire che il personaggio del nostro party da controllare: potremo infatti switchare dall’uno all’altro in qualsiasi momento per meglio definire, in ambito tattico, l’approccio più conveniente per aver ragione della creatura di turno.
L’impatto grafico di Dragon Age: Inquisition è di sicuro impatto ma leggermente inferiore a quanto visto in The Witcher 3: il mondo, per quanto ben realizzato, sembra sempre una entità esterna, non un coprotagonista come nel gioco CdProjekt Red.
Un’innovazione giunge anche dall’inventario: oltre al solito backpack, mediante il quale sarà possibile equipaggiare il nostro eroe con le più svariate armi, per la prima volta c’è la possibilità di costruire, contestualmente allo stesso, materiali per creare scudi, armi o altri ammennicoli utili ai fini della prosecuzione nella main quest..
In perfetta chiave ruolistica invece l’evoluzione del personaggio: la stessa avverrà infatti mediante il componimento di una skill tree che si dipanerà diversamente per ogni specialità scelta: investire i punti così ottenuti ci permetterà di potenziare debitamente il nostro eroe, indirizzandone lo sviluppo nel modo più congeniale al proprio stile di gioco.
Il combattimento, parte centrale di un qualsivoglia gioco di ruolo, verrà gestito mediante un mix di magia ed attacchi, ai quali sarà necessario affianchare un posizionamento dinamico dei nostri alter ego sul terreno di scontro per evitare di esser abbattuti con facilità. I boss hanno vari punti di debolezza: gambe, braccia, testa: colpendo ripetutamente una parte si procederà a renderla inutilizzabile e, quindi, più vulnerabile il mostro stesso.
Cambiare spesso il personaggio protagonista dell’azione ci aiuterà a d affrontare in modo tattico il combattimento, facendo leva sulle possibilità di tutto il party e evitando di condannarci a morte sicura. Alcuni personaggi potranno inoltre utilizzare una particolare concentrazione per colpire, in una sorta di slow motion, il nemico con armi da distanza.
I personaggi del gioco rispondono al concetto di leadership: tutti gli atteggiamenti tenuti dal protagonista durante il gioco creeranno le pre-condizioni per una maggiore o minore “ubbidienza” dei commilitoni nel corso della storia.
In seguito a quest’ultima precisazione termina la presentazione a porte chiuse di Dragon Age: Origins.
Non c’è che dire: quando ad occuparsi di un franchise così importante è una software house con il pedegree di Bioware (il nome Mass Effect vi dice qualcosa?) è normale che la realtà ecceda persino le aspettative più rosee.
Dragon Age: Inquisition è un gioiello di programmazione che permetterà a tutti gli estimatori dei giochi di ruolo “classici” di trovare pane per i loro denti. Una qualità grafica allo state of art, unita a meccaniche di giocabilità radicate nel passato della serie ma con la giusta percentuale di innovazione permettono a Dragon Age: Inquisition di qualificarsi come uno dei giochi più attesi di questo 2014: la release date, fissata per il 7 Ottobre 2014, renderà infatti il prodotto Bioware un ottimo antipasto, e che antipasto, nell’attesa dell’uscita di The Witcher 3: Wild Hunt.
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