Los Angeles – La necessità di “cambiare aria” è insita in ogni individuo, e le personalità dell’industria dei videogiochi non sfuggono a questa regola. Dopo aver lavorato nel ruolo di producer della serie The Witcher in CD Projekt RED, Tomasz Gop ha deciso di sfruttare la sua esperienza per creare insieme a City Interactive una nuova IP: Lords of the Fallen, un action-rpg che si ispira all’osannata serie di From Software Dark Souls. Il titolo può essere infatti considerato come la controparte occidentale di quel tipo di esperienza, basata sulla difficoltà elevata e sull’appagamento relativo al superamento di scogli imposti dagli sviluppatori. Allora, armato di pazienza e coraggio, ho preso il Dualshock 4 nelle mie mani ed ho iniziato ad avventurarmi negli oscuri meandri del bastione, ambientazione protagonista della breve demo da me provata.
In un titolo del genere, è prima di tutto vitale prendere dimestichezza con i controlli, visto che in puro stile From Software non c’è traccia di tutorial ma si è catapultati direttamente nell’azione, senza tanti giri di parole. Il nostro personaggio potrà effettuare attacchi normali o pesanti tramite la pressione rispettivamente dei tasti R1 ed R2, mentre potrà parare gli attacchi nemici tramite il tasto L1 ed utilizzare lo stesso per effettuare una sferzata al nemico con L2. Uno schema di controlli che non apparirà nuovo agli appassionati della serie Souls, e che testimonia ancora una volte le affinità che i due titoli hanno se confrontati. Dopo aver attraversato lo stretto corridoio ed aver incontrato il primo nemico, mi rendo conto che si: Lords of the Fallen è difficile. Vuoi perché non ho mai avuto modo di sperimentare con decisione la cattiveria della serie di From Software e perché l’unico titolo realmente complesso che amo è Monster Hunter, il primo impatto è stato devastante. Dopo qualche tentativo e una maggiore padronanza del sistema di combattimento però, i nemici sono caduto ed ho potuto proseguire per la mia strada, fino a che non ho incontrato un nemico che definire corazzato ed enorme è riduttivo. Altro giro, altra morte. La mia indole ansiosa, al secondo tentativo, ha però dato il largo ad una interessante scoperta: era possibile attirare l’ostico nemico al centro dell’area precedente, dove alcune travi di legno nascondevano un pozzo senza fondo. Il nemico è stato così eliminato senza il minimo sforzo e senza essere riuscito ad arrecarmi danno. Le possibilità offerte dall’interazione ambientale di questo tipo potrebbero rendere Lords of the Fallen estremamente interessante sul fronte strategico, ma un breve demo come questa non è sufficiente ad esprimere un giudizio.
Tuffandoci per qualche secondo nell’inventario, ho poi scovato la possibilità di aumentare le caratteristiche del nostro personaggio tramite un sistema di talenti, molto simile a quanto già visto in Borderlands o, per l’appunto, nella serie di The Witcher. Anche in questa occasione, il tempo a mia disposizione non era sufficiente ad analizzare con minuzia tutte le possibilità offerte dall’inventario e dai menù di gioco legati al personaggio.
Dove mi ha convinto di meno Lords of the Fallen è nella componente tecnica, dove si alterna un buon uso delle nuove macchine in quanto a presentazione grafica ed un’ottima direzione artistica a vistosi cali di frame rate nelle fasi più concitate. Inaccettabile per un titolo del genere, ma siamo fiduciosi che il team potrà risolvere queste problematiche da qui ai restanti mesi che ci separano dall’uscita del gioco. Speriamo inoltre che il team possa dare una sistemata alla telecamera di gioco, che in alcuni ambienti risulta impacciata e problematica ai fini dell’azione.
Insomma, Lords of the Fallen è bello sia da vedere che da giocare, ma ci sono alcune problematiche che andrebbero risolte per migliorarne la godibilità generale. Il giudizio finale, in ogni caso, andrà saggiamente ponderato in fase di recensione.
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