News 25 Lug 2014

Guacamelee! Super Turbo Championship Edition – Recensione

Esisteva un tempo in cui la complessità di un gioco era dettata da quanto intricata e articolata era la sua mappa di gioco. Era l’epoca d’oro dei 16 bit, dove mostri sacri come Castlevania, Metroid e Zelda spadroneggiavano in un mondo colorato fatto di salti sul vuoto e pixel art. C’era una volta e per fortuna c’è tutt’ora Guacamelee, uno splendido omaggio ai tempi e capolavori che furono. Granitico come i muscoli di un Luchadores, sfuggevole come un pollo e ipnotizzante come il caldo del Messico.

Piattaforma: WII U,

Xbox One, PlayStation 4

Genere: Action platform

Sviluppatore: Drinkbox Studios

Publisher: Drinkbox Studios

Giocatori: 1/2

Online: no

Lingua: Italiano

Giunto ormai alla sua terza uscita, Guacamelee approda sulla Next Gen con questa Super Turbo Championship Edition, che no, non è l’ennesimo sottotitolo di Street Fighter IV. Per chi ancora (miscredenti!) non conoscesseJuan e il suo coloratissimo mondo, Guacamelee narra le avventure di un semplice agricoltore d’agave che scelto dalla sorte per salvare il Messico diventerà il più grande Luchadores di tutti i tempi, impegnato nella lotta contro ilGran Calaca, re degli inferi, alla ricerca della sua bella da salvare. Super Mario sotto radice? Sicuramente, ma l’efficacia non è certamente da meno. Juan e tutti i comprimari oltre ad essere disegnati con un tratto unico in grado di delineare una personalità unica per ciascuno, sono un ricettacolo infinito di battute, monologhi sconclusionati e citazioni a non finire, fattore che rende ogni dialogo uno spasso, ogni retroscena una scoperta e, più in generale, ogni momento speso a giocare una delizia unica.

Un ricettacolo infinito di battute, monologhi sconclusionati e citazioni a non finire, fattore che rende ogni dialogo uno spasso, ogni retroscena una scoperta e, più in generale, ogni momento speso a giocare una delizia unica.

Se tuttavia l’entusiasmo si fermasse solo al comparto narrativo, l’eccitazione non sarebbe certamente ai livelli a cui siamo arrivati pad alla mano. Omaggiando i capolavori del genere “MetroidVania” Guacamelee si presenta come un action/platform in cui i riflessi sono importanti tanto quanto menare le mani e dove ogni area prima che coi piedi va esplorata col cervello. Nelle sue azioni più semplici, Juan è in grado di saltare, picchiare gli scheletrini malvagi ed eseguire una serie di mosse speciali utili tanto in combattimento quanto nelle fasi esplorative. Trattasi molto semplicemente di attacchi come un uppercut incendiario utile per spaccare i blocchi rossi, una testata per prendersi cura di quelli gialli, la mitica frog splash (la spanciata tipica del wrestling) per quelli verdi e così via per ogni direzione dello stick. Tutte abilità che acquisite di volta in volta rompendo le statueChoozo (avete letto bene fan di Metroid) forniranno a Juan di volta in volta i mezzi necessari per aprirsi un varco verso la prossima area o più semplicemente ripercorrere i propri passi alla ricerca di nuovi potenziamenti per la vita, la resistenza o la barra speciale. Fin qui nulla di nuovo sotto il caldo sole messicano.

Ad aggiungere un pizzico di pepe al tutto ci pensa invece il potere che permette a Juan di viaggiare fra la dimensione dei vivi e quella dei morti con una semplice pressione sul tasto apposito. Una trovata di Zeldiana memoria in grado letteralmente di raddoppiare ogni centimetro calpestabile di sabbia messicana e dar vita a tutta una serie di enigmi e prove di abilità al limite del diabolico. Picchiare un nemico in grado di spostarsi fra le dimensione è una cosa da poco, allora cosa ne dite di saltellare da una parete all’altra passando contemporaneamente da una dimensione all’altra? Ecco sorgere i primi problemi, ma non solo. Colmo di ogni sorta di situazione in grado di contemplare i passaggi dimensionali, Guacamelee è una fucina interminabile di idee e situazioni sempre nuove e accattivanti. E in tutto ciò non abbiamo ancora parlato di un certo “Pollo Power” in grado di fare il verso a una ben nota Morphball, ma per questo e altro sarebbe un crimine rovinare la sorpresa a tutti coloro non abbiano ancora avuto modo di provare il gioco. In qual caso, rimediate immediatamente.

Arrivati alla terza incarnazione dall’originale dunque, cosa offre di questa Super Turbo Championship Edition? Il team Drinkbox non è rimasto certamente con le mani in mano tanto che all’attivo di questa nuova versione possiamo contare un’area completamente inedita. All’interno di quest’ultima, situata nel vulcano Pico de Gallo, la componente platfrom viene ulteriormente valorizzata da tutta una serie di trovate d’eccezione e persino un nuovo folle boss, un Trio di Mariachi impegnati nel tentativo di resuscitare il quarto membro del “Trio de la Muerte”. Vai a capire cosa passa nella mente di questi messicani.

Oltre al livello inedito, nuovi nemici e nuove abilità affiancano quanto visto nelle precedenti incarnazioni, con scheletrini in grado di teletrasportarsi a piacimento e variare così il classico approccio alla battaglia e una nuova inedita modalità denominata “Intenso” in grado letteralmente di far scoppiare Juan di potere da scatenare su tutto e tutti. Quest’ultima a dire il vero tende a risultare fin troppo potente, spesso banalizzando gli scontri verso un button mashing sfrenato, ma nulla di particolarmente compromettente a patto di non abusarne troppo. Per lo meno la presenza di una terza barra equivale a più collezionabili sparsi in giro da recuperare.

Completano il quadro, il ritorno dell’ “Inferno” direttamente dal DLC rilasciato su PSVita e Ps3 a suo tempo e la tanto attesa modalità a due giocatori. Quest’ultima nonostante possa apparire piuttosto ingarbugliata sopratutto quando si tratta di passare da una dimensione all’altra viene invece gestita superbamente offrendo a ogni singolo giocatore la possibilità di cambiar piano di esistenza senza modificare l’ambiente circostante semplicemente divenendo ombra. Fra tutte le nuove feature proposte, quella del multiplayer rappresenta sicuramente la più gradita e insieme alla nuova area di gioco dei motivi più che validi per far protendere all’acquisto chi avesse già giocato l’originale a suo tempo.

Oltre al livello inedito, nuovi nemici e nuove abilità affiancano quanto visto nelle precedenti incarnazioni.

Umorismo a non finire e un gameplay stratosferico basterebbero da soli a proiettare Guacamelee nell’olimpo del genere, ma quando tutto questo ben di dio viene accompagnato anche da un comparto audio visivo d’eccezione, cos’altro ci rimane da aggiungere? Grazie a un uso particolare fatto di colori saturi e caldi, lo stile cartoon di Guacamelee riesce a tingere su schermo un Messico vivido e inconfondibile, al cui interno si muovono dei personaggi originali e ottimamente caratterizzati. Ogni tanto capita di imbattersi in qualche glitch in grado di cannare completamente la materializzazione di nemici su schermo producendo un effetto non proprio gradevole (nel peggiore dei casi può portare persino a dover riavviare tutto) ma generalmente il lavoro svolto in fase di ottimizzazione è superato a pieni voti. Così come ci sentiamo di promuovere senza riserve la colonna sonora, fatta di pezzi dalla chiara matrice latina in grado di accompagnare perfettamente quanto messo in scena su schermo, che si tratti delle festose note Mariachi che risuonano in città o delle melodie più dense che accompagnano la traversata nel deserto.

In conclusione…

A un anno di distanza dalla release originale, Guacamelee è ancora in grado di incantare e divertire oggi come ieri. Intonso nell’anima, viene ora arricchito da tutta una serie di orpelli e migliorie che ne rendono l’acquisto consigliato anche a chi a suo tempo ha letteralmente divorato l’originale. Per tutti gli altri veramente non c’è nessuna scusa per lasciarsi sfuggire una piccola perla di questo calibro. Originale, divertente e impegnativo il tanto giusto, cos’altro desiderare di più?

9/10

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