News 14 Nov 2011

Warhammer 40000: Space Marine – La Recensione

C’è un solo imperatore, ed egli è nostro scudo e difensore

Guerrieri geneticamente modificati, dotati di virili ed eccessive armature di metallo, guidati solo dalla luce dell’imperatore di Terra, che si fa strada come un fulgido faro nel Warp, nell’Immaterium.
Bastano poche parole, per far fomentare un appassionato dell’oscuro universo di Warhammer 40000. Ma Space Marine, non è un gioco per appassionati, non solo almeno.
Collegarlo agli amanti dei dadi, dei wargame e dei giochi di ruolo da tavolo, non e’ un buon servizio fatto al gioco, questo approccio non può che fare un grosso danno. Space Marine è uno dei giochi d’azione in terza persona più belli e frenetici degli ultimi anni, che rischia di passare inosservato e sottovalutato.

Titolo: Warhammer 40000: Spacemarine

Piattaforma: PC (versione testata) , Playstation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Relic Entertainment

Publisher: THQ

Giocatori: 1

Online e extra : 2-4  (Co-op)

Lingua : Italiano (Testi e Parlato)

Requisiti minimi PC

  • CPU: Dual core a 2.0 Ghz (qualunque Core 2 Duo o AMD X2 o superiore)
  • RAM: 1 GB (XP), 2 GB (Vista), 2 GB (Windows 7)
  • Scheda Video: 256 MB di VRAM e supporto Shader Model 3 (Nvidia GeForce 8800GT, AMD Radeon 3850 o superiori)
  • DirectX®: 9.0c
  • Hard Disk: 20 GB di spazio libero (10 GB di spazio libero dopo l’installazione)

 

 

 

La storia si racconta in breve, almeno nella sua sinossi. La trama, e gli eventi che la compongono, è come gli uomini, e le donne, che popolano l’universo di warhammer: diretta e brutale.
Le vicende si aprono su Graia, un pianeta Forgia, (uno dei pianeti dell’Imperium dediti in tutto e per tutto alla produzione militare ed industriale), pianeta di importanza strategica, in quanto nel suo Manifactorum principale, Ajakis, vi è la produzione del Titano Invictus, un’enorme macchina da guerra, simile a uno spropositato Mech.
Graia è sotto l’attacco degli Orki, intervenuti in massa, come loro solito.
L’introduzione ci mostra un monitor, in primo piano che enumera le ipotesi di azione, l’azione in massa con navi e veicoli è sconsigliata, anche il bombardamento, per l’importanza strategica dell’area.
La soluzione approvata è la mobilitazione dell’Adeptus Astartes, in veste di una squadra di tre Ultramarine; tre contro migliaia, ordinaria amministrazione per questi superuomini.
Noi vestiremo i panni del comandante di questo nucleo di Ultramarine, il ferreo e giusto Titus.
Come è evidente da questo incipit, gli ingredienti per un gioco d’azione mozzafiato, e aderente all’epica e all’iconografia, che gli amanti del gioco della Games Workshop conoscono perfettamente, ci sono tutti.
E non soltanto ci sono tutti, ma sono orchestrati e messi in scena come meglio non si poteva.

Meglio mutilati nel corpo che corrotti nella mente

Il gioco è sostanzialmente uno sparatutto in terza persona, ma  mai come ora, questa scarna definizione non rende la pregevolezza e in un certo senso la novità del sistema di gioco. Il nostro Titus, a prima vista come un classico Marcus di Gears of War, avanza pesante e corazzato e dotato di potentissime armi da fuoco, certo, ma il gioco non si esaurisce nelle sparatorie, è l’aggiunta della componente del combattimento corpo a corpo, che lungi dall’essere una variante estemporanea, una postilla, un corollario, a teorie di lunghe ed estenuanti sparatorie dietro coperture, diventa invece il protagonista principale; il gioco mantiene i due stili, il corpo a corpo e quello a distanza, in un’unica amalgama indissolubile, che regala ore e ore di divertimento assicurato. Titus quindi non avrà la possibilità di ripararsi accucciato dietro i vari ripari, alla Gears of War appunto, in fondo e’ un Ultramarines, diamine!
Al massimo, lo Space Marine, si sposterà dietro coperture abbastanza ampie per contenerlo,  ma il resto del combattimento avverrà nel mezzo della rissosa bolgia con gli Orki e, alternando con sapienza e rapidità fucile requiem,  spada a catena, pistole al plasma, si farà strada fra le orde. Anche la modalità di recupero energia è stata utilizzata per completare e perfezionare questo stile di gioco.Lo Space Marine, infatti, recupererà energia con particolari combo distruttive, stordendo gli avversari e devastandoli con colpi terribili ed esecuzioni grandguignolesche, dalle coreografie sempre godibili e mai eccessivamente lunghe o invasive, che non stancheranno il giocatore per tutta la durata della campagna; solo così, portando la giusta ira dell’Imperatore di Terra a compimento, il guerriero si rinfrancherà, e la barra di energia si riempirà di conseguenza.
L’aggiunta di sezioni in cui Titus si equipaggia di un JetPack, troppo poche a mio avviso, dona un piacevolissimo diversivo a questo piatto, altrimenti afflitto da una lieve ripetitività, ma pur sempre gustosissimo.

I checkpoint sono razionali, e faranno spesso paio con un’armeria da cui non solo rifocillarsi di munizioni ma, nel caso, cambiare le armi a seconda dello stile che si vorrà intraprendere.
Infatti le armi trasportabili contemporaneamente sono limitate a quattro,e gli slot sono obbligati  a seconda della specializzazione dell’arma. Dei quattro slot disponibili uno sarà invariabilmente destinato alle pistola, uno per  il fucile automatico requiem, che non abbandoneremo mai, ma anch’esso si potenzierà, e un quarto per armi di grossa potenza a media o lunga distanza, o per il fucile da cecchino; l’arma da corpo a corpo non ha slot, visto che è sempre selezionata e sfoderabile con la pressione del tasto corrispondente, ma potremmo portare una sola arma di questo tipo, fra le varie disponibili, e la scelta è molto più importante di quello che può inizialmente apparire.
L’ultimo apporto ad uno stile votato ad un’azione profonda e ragionata è dato dalla modalità Furia.Durante il combattimento di Titus si riempirà una barra, quando questa sarà colma si potrà dare sfogo alla modalità furia , nella quale il Marine sarà una macchina da guerra, invulnerabile a corpo a corpo, e dotato di bullet time con armi a distanza.
Il livello di difficoltà ha una curva progressiva fino ai 3/4 dell’esperienza, sia in normal che in hard, diventando poi molto impegnativo, sopratutto  negli ultimi scorci della campagna; anche in conseguenza dell’arrivo di nuovi potenti nemici, che ci costringeranno a mettere in atto tutta l’abilità accumulata durante il gioco.
Il sistema di controllo è preciso e risponde con una naturalezza immediata, sopratutto con mouse e tastiera; il controllo dello space marine anche, e sopratutto, nel combattimento in mischia è totale e fluido, ci troveremo spesso a ruotare con rapidità la telecamera durante le furiose risse, per considerare le forze il campo, e i rinforzi nemici, mentre eseguiamo combo a destra e manca. Questa sensazione, di controllo totale della forza sovrumana dell’Ultramarine, non scema di troppo con il pad, usabile anche su pc, ovviamente. Chiunque si troverà a proprio agio con ambedue i sistemi, in qualsiasi situazione di gioco.

Il dolore è un’illusione dei sensi, la disperazione un’illusione della mente

La maestosità delle musiche, dotate di percussioni marziali persistenti, ne attutisce una generica ripetitività, gli effetti sono molto buoni e adatti, e anzi riescono a nascondere, in senso positivo,  l’accompagnamento musicale. D’altronde il cantare della spada a catena di Titus, e l’assordante ruggire delle esasperate bocche da fuoco dell’Ultramarine, sono una colonna sonora più che  appropriata all’intera esperienza.Il doppiaggio in italiano è buono, si rileva solamente qualche problema di sincronia; felice la scelta dei doppiatori per i personaggi principali,  qualche limatura sulle voci dei nemici, invece, sarebbe stata appropriata.
L’estetica ambientale è uno dei punti di forza di Space Marine. Se è vero che ci propone una certa ripetitività degli ambienti interni  e la teoria di piattaforme, dopo un pò, comincia a rendersi anonima e quasi fastidiosa,gli esterni si propongono sempre interessanti, ben studiati  dallo stile grafico ispirato, e dal level design sempre attento, che propone, assieme al gameplay esposto sopra, sfide interessanti e impegnative, e ci cala totalmente nella meravigliosa ambientazione.

Gli scorci delle enormi statue, i portali neogotici, le garguglie impossibili, l’infinita e fumante città forgia che si para ai nostri piedi da altezze inumane.Benchè tecnicamente non ci sia nulla di veramente impressionante, l’impatto estetico è ispiratissimo e di altissima qualità.
Anche su  PC, la versione da me provata, con tutto massimizzato, il gioco risulta non fra i più impressionanti degli ultimi tempi, la fisica è quasi assente, intendo a livello funzionale di gameplay; l’Havok fa un lavoro buono, ma troppo limitato. E’ pur vero che in un gioco del genere questa componente è scarsamente necessaria, abbiamo ripari distruttibili,e questo è in fondo tutto ciò che ci serve. Gli effetti di luce e particellari sono pressoché assenti, anche se il fuoco e la polvere sono ben ricostruiti, le stesse texture hanno qualche occasionale calo vistoso, e i nemici, benchè interessanti e ben animati, soffrono di una modellazione non rifinitissima, ma sono questioni veramente irrilevanti, nel complesso l’impatto grafico è quasi perfetto, curatissimo e, sopratutto, filologico.
Chiarisco nuovamente, infine, che le impressioni grafiche sono riferite alla versione PC, quella da me provata.

Space Marine ha avuto già un DLC, gratuito, l’Exterminatus, che ha arricchito il gioco dell’ online, componente oggigiorno immancabile per ogni videogioco, di questo genere,che si rispetti.
La modalità Exterminatus è in sostanza una modalità molto simile all’Orda, di Gears of War,  che ben si adatta a Space Marine. Fino a quattro giocatori affronteranno assieme ondate di nemici, progressivamente più nutriti e potenti, in una manciata di mappe.  Un nuovo DLC, stavolta a pagamento è previsto per il prossimo mese e ci darà la possibilità, oltre a nuove mappe e nuove modalità, di vestire i panni dei Chaos Marine!
Non si può dire che THQ stia tralasciando questo piccolo capolavoro, visto che altri DLC sono in programma.

Meglio morire per l’imperatore, che vivere per se stessi

Relic, ha esplorato, e con risultati eccellenti, un aspetto del mondo di Warhammer 40k, molto poco considerato.
Quando si parla di Warhammer si pensa subito a giochi strategici (sia da tavolo, che videogiochi),  il tentativo di affrontare la serie dal punto di vista individuale dello space marine, come gruppo compatto d’assalto, è decisamente un’idea nuova, e  si dimostra vincente, su tutta la linea.
La meccanica di gioco, questo sapiente miscuglio fra armi da fuoco e armi bianche, apparentemente una scelta ovvia,quasi banale per chiunque conosca almeno vagamente cosa sia uno Space Marine, non si dimostrava affatto banale e semplice nella sua esecuzione. Relic non solo riesce, ma realizza in uno stile di gioco fresco e appassionante, un’amalgama solida di azione e “strategia” che raramente si sono sposate con tale perfezione. La scelta delle armi da equipaggiare costituisce una variante di grandissima importanza, e modifica nettamente l’approccio al combattimento e lo stile con cui  affrontare le ondate, o i grossi nemici.
Ogni tentativo di rifocillarsi d’energia costringerà al duro pegno di scoprirsi, per portare a segno le combo mortali (che ci lasciano ancora più inermi durante la loro esecuzione)  necessarie per ricaricare la barra.
Sopra questa perfetta architettura che ogni amante del gameplay apprezzerà, gli eventi messi in scena, non sono un mero scoglio da superare, la dinamica narrazione delle vicende del gruppo di Ultramarine, degli umani e finanche dei loro nemici, ci appassionerà facilmente.Chiaramente non si tratta di un dramma Shakespeariano,  ne deve esserlo.
Per concludere, gli appassionati del mondo di Warhammer troveranno una serie di ragioni che li impossibiliteranno a rifiutare di comprare e giocare Warhammer 40k: Spacemarine, anzi,  sono certo che  tutti loro lo avranno giocato e finito, la domanda ora è perché voi stiate ancora leggendo, e non corriate immediatamente ad acquistarlo.
Che la luce dell’Imperatore vi accompagni!

Mai dimenticare. mai perdonare

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