La storia di Yu Gi Oh sulle console portatili, Nintendo e non, è costellata di numerosi titoli ed esperimenti collaterali (lo ricordate il giochino con le capsule?) sempre comunque in grado di mettere d’accordo un po’ tutti, dal giocatore occasionale all’accanito estimatore del TCG in formato cartaceo. Ed è con queste promesse che ci siamo avvicinati a World Duel Carnival con le migliori delle intenzioni, constatando purtroppo con sommo rammarico che qualcosa non è andato esattamente come auspicato…
Dopo una mezza infinità di anni passati a farci le ossa sulle varie edizioni digitali di questo famosissimo Trading Card Game, la serie di Yu Gi Oh era diventata fino ad un po’ di tempo fa un appuntamento annuale fisso. Stupisce quindi vedere questo nuovo World Duel Carnival arrivare a così tanta distanza dal precedente: evidentemente gli sviluppatori (in questo caso MCP2) dovevano avere qualcosa di molto grosso in pentola. Purtroppo però, le cose non devono essere andate esattamente per il verso giusto.
Accolti da uno sterile e vuoto menu di apertura che ci chiede se conosciamo o meno le regole dei duelli, ci si accorge fin troppo presto che l’esperienza con World Duel Carnival non sarà esattamente delle più felici. Delle due modalità proposte, “Storia” e “Duello Libero“, la prima propone la classica scalata al titolo di campione nei panni del giovane Yuma Tsukomo, Shark, Kite e i loro amici. Sono 12 gli archi narrativi che compongono la storia e che formano assieme un unico affresco che gravita attorno alla storia del misterioso spirito Astral e delle potentissime carte “numero”. A conti fatti, la modalità storia si distingue dall’altra solo per l’utilizzo di mazzi pre-costruiti, diversi da personaggio a personaggio, e la presenza di una mezza infinità di dialoghi in pieno stile visual novel. Questi ultimi, all’apparenza interminabili e tendenti al verboso, rappresentano l’unica vera sfida nel gioco: cercare di arrivare alla fine senza saltarne neanche uno. Scherzi a parte, nemmeno il target di giovanissimi a cui è rivolto il gioco è in grado di giustificare l’inutilità di alcune linee di dialogo ridondanti e fuori luogo ivi presenti.
Scesi in campo le cose non sembrano intenzionate a migliorare. Se il gioco è quello complesso e appassionante che gli estimatori hanno imparato a conoscere nel tempo fatto di mostri da evocare, trappole da piazzare e magie da lanciare, lo stesso non si può dire della sua realizzazione digitale, con l’intera plancia di gioco compressa sullo schermo inferiore del 3DS e quello superiore adibito a spiegare le singole carte. Un’implementazione del campo di gioco sui due schermi avrebbe aiutato sicuramente l’azione a essere più leggibile e avrebbe donato al titolo un aspetto più curato e meno confusionario.
L’unica novità presente rispetto alle passate edizioni è da ricercarsi nell’implementazione delle evocazioni XYZ direttamente dagli ultimi set del TCG. I mostri XYZ presenti nell’extra deck (un mini mazzo separato da quello solito da cui andremo a pescare) possono ora essere evocati in qualsiasi momento sacrificando due mostri detti “materiale da fusione” particolari, e oltre a presentare valori di attacco e difesa più forti del normale, sono spesso in grado di ribaltare le sorti di uno scontro grazie ai poteri che possono attivare “rinunciando” di volta in volta ai materiali da fusione di cui sono composti.
Una novità non da poco, capace da sola di spostare la filosofia di gioco verso l’evocazione di più creature (salvo speciali, normalmente una a turno), seppur più piccole, da poter sacrificare poi per poter usufruire di un mostro di ben altra presenza sul campo. Sotto questo punto di vista, seppur considerato dai più come una versione infantile e più semplice del ben più noto Magic the Gathering, Yu Gi Oh è in grado di rivelarsi un gioco molto profondo e apprezzabile a chiunque abbia dimestichezza coi giochi di strategia e ingegno. Peccato le buone notizie per questo World Duel Carnival si fermino praticamente qui.
Tanto per iniziare, un grosso scoglio su cui il gioco pare arenarsi fin da subito è quello di un tutorial inadatto e incapace di fornire ai neofiti le giuste informazioni e strategie di gioco. Disponendo sin da subito di un parco carte praticamente infinito (parliam di oltre 5000 esemplari!), World Duel Carnival fallisce nel cercare di aiutare il giocatore a costruire un proprio mazzo, magari partendo da un’idea di base e sviluppandola in seguito. Se già così quindi ci troviamo di fronte a un elemento in grado di scoraggiare completamente chiunque non sappia nemmeno che una carta trappola non è in realtà una tagliola per orsi, dall’altro lato la totale assenza di una qualsivoglia modalità multiplayer, anche solo in locale, non potrà che scoraggiare la restante fetta di giocatori, quella cresciuta a pane, acqua e Drago Bianco Occhi Blu.
Purtroppo quello che ci troviamo fra le mani è un gioco di carte che dovrebbe fondare gran parte del proprio fascino sulle sfide faccia a faccia, ma che di fatto fallisce nel compito, offrendo solo noiosissime sfide preconfezionate contro avversari dall’intelligenza artificiale altalenante. La modalità “Duello Libero” purtroppo non prevede nessun tipo di interazione con le cartucce dei nostri amici e si discosta dalla modalità Storia soltanto per l’assenza di dialoghi (almeno quello…) e per la possibilità di poter creare da zero il proprio deck scegliendo da sé la propria la pool di carte. Di fatto, la voglia di creare mazzi sempre più forti è una tentazione allettante, ma quando ciò va a morire sul posto e non c’è la possibilità di confrontarsi coi propri amici, che senso ha?
Se al tutto poi aggiungiamo una realizzazione tecnica messa su con poca convinzione, il risultato è ai limiti dello sconforto. Oltre al mezzo pasticcio che riguarda l’implementazione del tavolo da gioco su schermo, Yu Gi Oh Zexal offre una risoluzione delle carte ai minimi storici, con immagini sgranate a bassa risoluzione e un’implementazione dei comandi tattili a dir poco da brivido (non in senso buono), che costringe il giocatore a scorrere il testo delle carte tramite un apposito tasto sul touch screen quando tutto il resto è gestibile tranquillamente coi controlli fisici. Se a questo aggiungiamo la totale staticità delle vignette durante la modalità storia e la ripetizione forsennata dei brani di sottofondo, è difficile trovare anche un solo punto in cui Yu Gi Oh Zexal World Duel Carnival riesca a svettare.
In conclusione…
Un’occasione mancata, ecco cosa è questa nuova iterazione Yu Gi Oh. Come nel gioco cartaceo, non possiamo non apprezzare la novità legata ai mostri XYZ e la loro influenza all’interno delle meccaniche del titolo, non fosse che tutto il resto è completamente da rivedere. Poche modalità e per di più verbose e prive di stimoli, unite alla totale assenza di una modalità atta a confrontarsi con i propri amici, affossano completamente una serie che in passato ha saputo fare bella mostra di sé su tutte le console su cui ha presenziato. Che siate o meno fan della serie, il nostro consiglio per ora è quello di continuare a giocare con le carte vere che, seppur più costose, almeno vi permettono di divertirvi con gli amici in compagnia.
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