News 15 Ago 2014

Skylanders Trap Team – Anteprima – gamescom 2014

Colonia – Skylanders è esattamente quel genere di franchise che, indipendentemente dall’età del giocatore, finisce in modo inesorabile per catapultare chiunque nel dramma della collezione. L’uscita di una nuova declinazione della serie coincide con una corsa agli armamenti di proporzioni mondiali: nuovi Skylanders, nuovi pack, nuovi oggetti che espandono un universo di gioco già di per sé enorme. E niente, la mano va da sola al portafoglio senza dare nemmeno il tempo di riflettere: del resto, come potremmo mai sopravvivere sapendo di avere una collezione parziale di piccoli eroi? Potreste forse dormire sapendo che là fuori c’è un nuovo mostriciattolo tutto solo e senza amici?

Skylanders, oggettivamente, è uno dei brand meglio progettati, pubblicizzati e venduti di casa Activision: l’idea di inserire un gioco nel gioco, quell’action figure che – bisogna ammetterlo – stupisce ogni volta in quanto a caratterizzazione del personaggio e qualità di realizzazione – è forse una delle migliori trovate del decennio. Applausi dunque ai game designer del colosso americano: inventarsi nuovi personaggi e annesso armamentario, nuove situazioni di gioco e storie inedite senza annoiare il consumatore è un’impresa tutto tranne che comune in questo showbiz. E l’idea alla base di questo Trap Team, quarto capitolo maggiore della serie, è una di quelle che lascia davvero a bocca aperta.

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Di Trap Team ne abbiamo già parlato lo scorso giugno in occasione dell’E3 2014: dopo aver portato una action figure “in carne ed ossa” al’interno di un videogioco, l’ultimo nato della saga stupisce tutti facendo l’esatto contrario. Trasformare una creatura digitale, appartenente al mondo del videogioco, in un qualcosa di concreto e tangibile che può essere addirittura trasportato da una console ad un’altra. Questo, in estrema sintesi, il concetto alla base delle trappole, magici marchingegni che permettono di catturare i boss incontrati nell’avventura principale e rinchiuderli al proprio interno. Una volta salvato, il vecchio nemico sarà automaticamente convertito alla nostra causa e, fintanto presente all’interno della trappola, utilizzato alla stregua di una normalissima statuina Skylander.

L’unico limite di questa macchina dei miracoli coincide con la capienza: una trappola può contenere un solo Skylander, costringendo di fatto il giocatore ad ogni cattura effettuata a decidere quale dei due mantenere a portata di mano. Tuttavia, è importante sottolineare come ciascun nemico catturato venga automaticamente salvato all’interno del Vault nella Skylanders Academy: ogniqualvolta il giocatore decida di utilizzare un nuovo “soldato”, dunque, dovrà tornare alla casa base, accedere al Vault e equipaggiare la propria preferenza.

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Una volta in game, i frutti della nostra cattura possono essere utilizzati per un periodo di tempo limitato – evidenziato da un’apposito meter in basso a sinistra dello schermo. Qualora dovesse esaurirsi, il sistema provvederà automaticamente a metterlo in stand-by e a sostituirlo con il personaggio la cui statuina è posata sul portale. Sarà tuttavia possibile alternare i due Skylanders in qualsiasi istante (meter permettendo) con la semplice pressione del trigger destro.

Al netto di questa introduzione, che rappresenta una delle migliori trovate per rinfrescare un franchise ancora in piena salute ma comunque non certo insensibile agli anni, il gameplay di Skylanders Trap Team si riconferma il consueto e divertente ibrido action 3D/platform, strapieno di zone segrete e collezionabili e con una progressione tutto sommato lineare, ma non per questo noiosa. Il nostro hands on odierno in quel della gamescom 2014 ci ha introdotto una nuova zona dell’enorme mappa di gioco, una baia piratesca coloratissima e sgargiante, e un paio di nuovi Skylanders.

Head Rush, ad esempio, è un’enorme vichinga cornuta che mena craniate come piovesse e, cosa esilarante, può usare il proprio canto sguaiato come arma – ed è pure particolarmente efficace. Segue a ruota Brawl & Chain, un pirata dalle sembianze di tricheco convertito alla fazione dei buoni armato di uncino e catene, particolarmente efficaci per un attacco a distanza. Un po’ a sorpresa abbiamo incontrato Trigger Snappy e Spry, le versioni Mini Skylander dei più famosi Trigger Happy e Spyro: piccoli, certo, ma tutto tranne che docili.

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Ma è sul fronte dei cattivi che il titolo di Activision mostra il proprio lato più creativo: Brawlrus è un enorme tricheco sdentato, vestito da pirata e armato di una lancia stelle marine che, una volta catturato, continuerà a parlare e a lamentarsi persino da dentro la trappola. Creep Sheep è un’autentica genialata: una pecorella ingenua e tenera all’apparenza, che nasconde però degli attacchi particolarmente interessanti. Masker Mind, infine, è una maschera simile ad Aku Aku di Crash Bandicoot, abile nell’attacco a lungo raggio ma, soprattutto, capace di resuscitare i nostri avversari caduti o di amplificarne la potenza (ricreando una maschera nei loro volti). Una volta passato alla squadra dei buoni, Masker Mind potrà fare un lavaggio del cervello alle creature nemiche, rendendo così più agevole il nostro tragitto.

Ciascuna delle versioni provate (PS4, Wii U e Xbox One) vanta una grafica accattivante e coloratissima, con un’attenzione al dettaglio inedita nella saga (i passi avanti dal precedente episodio sono innegabili sotto tortura) e una dinamicità delle ambientazioni davvero interessante. La direzione artistica è come sempre sontuosa, così come la caratterizzazione dei singoli personaggi la cui personalità è capace di bucare lo schermo. Inutile parlare della realizzazione dei Trap Master, la nuova tipologia di Skylanders che va ad affiancarsi a quelli in formato Mini: eccellente sia per estetica, sia per qualità dei materiali.

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Anche questa volta Activision ci ha visto giusto.

Con Skylanders Trap Team, insomma, Activision non sembra correre alcun rischio. Il franchise è solido e robusto come al suo esordio, e le novità introdotte da questa revisione sono così profonde e radicali da segnare un solco netto con quanto visto finora. Magari è ancora presto per dire se altre software house percorreranno la strada della “digitalizzazione inversa” intrapresa da Trap Team con le citate trappole, ma siamo più che sicuri nell’affermare che, in un panorama tripla A poco propenso a rischiare e ad inventare nuove soluzioni di gameplay, questa volta Activision ci ha visto giusto. Per la gioia (o la disperazione) dei collezionisti più maniacali.

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