News 14 Ago 2014

Call Of Duty Advanced Warfare – Anteprima – gamescom 2014

Colonia – Dopo il mancato successo di Call Of Duty Ghosts, il colosso Activision ha ben deciso di affidare lo sviluppo del prossimo episodio della serie ad una nuova software house, nella speranza di dare una svecchiata al brand e di riportare in auge lo storico sparatutto in prima persona. Con la concorrenza sempre più agguerrita (qualcuno ha detto Titanfall?) e le porte ormai spalancate della next-gen, Sledgehammer Games non ha avuto vista facile, vivendo nella preoccupazione di ripetere gli eventuali errori degli ultimi episodi e contemporaneamente nella speranza di proporre un gioco ricco di novità, che i fan del genere possano apprezzare. Nell’enorme booth di Activision abbiamo avuto modo di assistere ad una seconda presentazione (dopo il breve trailer mostrato alla conference di Microsoft) e partecipare ad un corposo hands-on multiplayer, in modo da avere una panoramica piuttosto chiara di ciò che dobbiamo aspettarci l’11 novembre.

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Vogliamo dirlo subito: quest’anno Call Of Duty si presenta carico di novità. E non sono quei canonici aggiornamenti a cui purtroppo il publisher ci ha da anni abituati, ma una carrellata di nuove features, implementazioni di un certo spessore che mancavano ormai da troppo tempo, rendendo il titolo poco appetibile paragonato ad altre produzioni. L’anno è il 2054, dove la tecnologia ha ormai invaso qualsiasi aspetto della vita quotidiana e di conseguenza, anche militare. Ogni soldato è dotato di un esoscheletro EXO, una potente armatura che non solo migliora le prestazioni atletiche di chi lo indossa, ma offre anche una serie di implementazioni atte a facilitare la vita del soldato in situazioni rischiose. Di conseguenza anche gli scontri non sono più quelli di 30 anni prima, ma lo sfruttamento illimitato della robotica unita all’attrezzatura bellica, ha permesso la creazione di equipaggiamenti ai limiti della fantascienza, precisi, veloci e soprattutto letali.
Un esempio veloce lo abbiamo proprio avuto durante lo scontro sul Golden Gate Bridge di San Francisco, durante la demo mostrata qualche giorno fa alla conference Microsoft e Sledgehammer Games ci ha tenuto a precisare che il comparto multigiocatore non ha nulla da invidiare alla spettacolarità di quel combattimento. In effetti, come abbiamo già detto, le novità fanno fatica a contarsi, sintomo certo che Activision vuole tornare sulla cresta dell’onda, vuole che Call Of Duty faccia ancora parlare di sé, vuole garantire ai fruitori un prodotto degno di essere giocato fino in fondo. La particolare collocazione temporale di Advanced Warfare ha permesso alla software house californiana di lavorare di fantasia,  creando oggetti ispirati alla tecnologia odierna, ma potenziati all’inverosimile. Ed ecco che troviamo granate a ricerca di calore, che si fiondano su un nemico non appena lo “avvistano”, fucili ad impulsi, tute mimetiche che rendono quasi invisibili, scudi ad energia che deflettono le esplosioni più vicine a noi ed ovviamente un esoscheletro in metallo che ci permette di compiere salti incredibili, regalando al gioco una verticalità prima impensabile.

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Tutto questo è ovviamente presente anche nel multiplayer, da sempre cavallo di battaglia della serie, dove l’abnorme quantità di perks ed abilità combinabili ha raggiunto un numero difficile da credere. Ogni arma può essere modificata e personalizzata, ogni oggetto dell’equipaggiamento ristrutturato secondo le nostre preferenze; persino le ricompense dopo una serie di uccisioni possono cambiare a seconda di specifiche esigenze. Ad esempio possiamo decidere di posizionare una torretta ed invece dei classici proiettili possiamo settarla in modo che lanci missili, oppure che marchi i nemici rendendoli visibili sulla nostra mini-mappa. Possiamo lanciare l’UAV e renderlo uno strumento in grado di disturbare le comunicazioni nemiche, cambiando l’esito dello scontro. Oppure possiamo salire su un eliveivolo di ultima generazione e far sì che un compagno di squadra ci segua in modo da raddoppiare i danni ed il conseguente divertimento.
I perks sono sempre acquistabili attraverso i punti guadagnati durante i match online, ciò significa che l’esperienza ottenuta influirà sull’ottenimento di premi speciali, ma non del tutto. Dopo ogni partita, a seconda dell’andamento della partita, del numero di uccisioni e degli obiettivi conseguiti, ogni giocatore avrà in premio una o più casse equipaggiamento, contenenti armi, modifiche o outfit con cui personalizzare il proprio alter-ego. Già, perché proprio come in Ghosts, anche in Advanced Warfare sarà possibile cambiare i connotati al nostro eroe, come il colore della pelle, i lineamenti del viso ed i dettagli dell’abbigliamento; un livello di personalizzazione profondo e complesso che non può non lasciare spaesati, almeno nei primi minuti, e piacevolmente sorpresi.
A tutto questo si aggiunge la possibilità di provare qualsiasi tipo di arma all’interno di poligono di tiro virtuale, in modo da testare a fondo le armi equipaggiate e le eventuali modifiche apportate; il tutto in tempo reale, senza nessun caricamento tra una schermata e l’altra.

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Prima di entrare nel vivo della partita il producer ci ragguaglia su alcune dei cambiamenti presenti nell’online di Call Of Duty. Innanzitutto la nuova modalità, Uplink (una delle due novità nelle 12 presenti), che abbiamo potuto ammirare nel lungo trailer mostrato prima della gamescom: le due fazioni in gioco devono recuperare un satellite a forma di palla e lanciarlo in una porta virtuale per fare score. Il portatore del cosiddetto Uplink non può sparare, né muoversi con il proprio esoscheletro, ma se si trova in pericolo può lasciare la periferica e difendersi come meglio può, in attesa di rinforzi. Scaduto il tempo, la squadra che ha segnato di più, si porta a casa la vittoria. Pad alla mano, possiamo confermare con estremo entusiasmo che la modalità Uplink è divertentissima: grazie soprattutto alla qualità delle mappe e alla ritrovata verticalità ambientale da sfruttare con gli EXO, Uplink si rivela l’ennesima carta vincente di Sledgehammer Games. Frenetica, intuitiva, entusiasmante, ma soprattutto perfettamente calibrata secondo gli standard ed i ritmi di Call Of Duty.
La distruttibilità estremamente limitata dell’ambiente circostante è sempre difficile da digerire, soprattutto se si guarda verso altre produzioni dello stesso genere, che da anni sfruttano features simili, ma fortunatamente i punti deboli del titolo sembrano davvero essere insignificanti rispetto ai punti di forza. Non mancano alcuni eventi scriptati (come un gigantesco tsunami che improvvisamente si abbatte sulla costa di un complesso demilitarizzato) che cambiano la morfologia generale e costringono tutti i giocatori ad adottare approcci tattici differenti per evitare di soccombere. La manovrabilità del personaggio è stata completamente rivisitata, così come il rinculo dell’arma durante il fuoco, mai realistico come questa volta. Ogni battaglia, grande o piccola, veloce o lenta, è un tripudio di azione senza sosta, corroborata dalle mille nuove possibilità che offre la saga.
Anche dal punto di vista grafico, nonostante un leggero calo prestazionale rispetto al single-player, si attesta su livelli altissimi, mantenendo costanti gli ormai famosi 60fps e rendendo il multiplayer una gioia da guardare e da giocare.

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Frenetico e divertente. Il re degli sparatutto multiplayer è tornato!

 Un plauso doveroso a Sledgehammer Games, che dimostrando grandi capacità, è riuscita a lavorare ad un brand così difficile, a stretto contatto con le grandi personalità del settore, non limitandosi a migliorare quanto di buono fatto lo scorso anno, ma prendendosi carico di un cambiamento sostanziale e necessario ai fini di portare sugli scaffali un buon prodotto. Siamo ancora all’oscuro di tutte le caratteristiche del single-player, ancora tenuto sotto stretto riserbo, ma i dubbi e le perplessità che potevamo avere su una componente multiplayer che ormai era arrivata al capolinea sono stati velocemente depennati. Call Of Duty è finalmente pronto per la nuova generazione.

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