News 25 Ago 2014

Visita al booth My.Com – gamescom 2014

Colonia – Le nostre passeggiate tra gli affollati corridoi della kermesse tedesca ci hanno condotto al booth di My.Com, intraprendente Publisher (e non solo) stanziato nella solare California e specializzato, tra le varie aree, nel segmento videoludico che strizza l’occhio al pubblico MMO. Dopo aver presentato la propria line-up nel corso della passata edizione dell’E3, My.Com ha portato a Colonia le tanto attese versioni giocabili dei propri prodotti di punta per l’imminente annata fiscale, un trittico di IP dedicate ai fedelissimi del PC di chiara matrice Massive Free to Play. Ce n’è abbastanza per placare i gusti dei pc-isti più incalliti: il fantasy di Skyforge, la guerra armata di Armored Warfare e l’adrenalina delle corse automobilistiche di World of Speed.

Skyforge è un IP che si inserisce a metà strada tra il fantasy più tradizionale e il dilagante sci-fi, coprodotto dall’esperta Obsidian (che torna all’MMO classico dopo la riuscitissima parentesi South Park) e dai ragazzi di Allods Team. Ambientato nel mondo di Aelion, un universo tranquillo e privo di guerre mantenuto all’ordine dalla dea Aeli, il pianeta di Skyforge viene improvvisamente gettato nello sconforto dalla scomparsa della propria divinità creatrice. Nemmeno il tempo di capire dove possa essere finita che Aelion diventa la meta di eserciti di creature senza scrupoli, desiderose di impossessarsi del pianeta combattendosi l’uno contro l’altro. Toccherà a noi difendere quello che una volta era un piccolo paradiso, salvandone gli abitanti rimasti e eliminando sino all’ultimo gli spietati invasori. Il tutto, chiaramente, sfruttando (ed accrescendo) i poteri offensivi dei nostri alter ego. Se la trama non si discosta molto dai canoni usuali del genere, ben più interessante è il sistema di classi. O meglio, quello di NON classi, visto che Skyforge offre un sistema assolutamente libero e non vincolato a scelte incontrovertibili del giocatore. Giocatore che, pertanto, potrà cambiare in modo tutto sommato arbitrario la classe del proprio PG (tra le quattro disponibili) senza nemmeno crucciarsi di tediosi level up. Il titolo, complessivamente ad un ottimo stadio di sviluppo, sarà disponibile nei primi mesi del 2015.

Armored Warfare è il secondo titolo di Obsidian, un free to play dove i carri armati fanno da protagonisti. Annunciato un po’ in sordina all’E3 con un trailer non propriamente memorabile, è riuscito a ingraziarsi la curiosità del pubblico durante lo scorso PAX con un footage in game di quasi trenta minuti, per poi divenire demo giocabile proprio a Colonia. Armored Warfare ha l’indiscutibile pregio di essere quello che sembra, ossia un titolo F2P multigiocatore online zeppo di micidiali tank. Tuttavia è difficile non notarne lo spirito squisitamente rolistico, laddove sarà necessario livellare opportunamente la propria squadra, instaurare relazioni vincenti con i “dealers” (una sorta di fornitori bellici abili nel procacciare i carri più potenti) e, cosa non certo trascurabile, accertarsi che alla propria base vada tutto per il verso giusto. L’idea di Obsidian, per quanto rivolta ad un pubblico estremamente di nicchia, è senza dubbio degna di nota: non capita tutti i giorni di vedere uno sviluppatore notoriamente RPG che tenti di portare sul mercato qualcosa di nuovo. Certo, per distinguersi dalla concorrenza diretta sarà necessaria qualche altra novità (può sembrare ironico, ma lo strapotere russo su questo settore non è certo un segreto), ma c’è ancora tempo e margine per migliorare. Armored Warfare sarà in closed beta sino a marzo del prossimo anno – le iscrizioni sono ancora aperte nel sito ufficiale del titolo.

World of Speed, ultimo ma non meno importante, è un MMORPG dedicato agli amanti delle quatto ruote e della velocità, gratuito e spudoratamente social, che pone l’accento su uno degli aspetti più dilaganti dell’attuale mercato videoludico: il gioco di squadra. Non si tratta di semplice collaborazione per tagliare il traguardo prima della compagine avversaria, quanto piuttosto di suddivisione di specifici compiti, con tanto di ruoli diversi – molto spesso complementari – da assumere. Ogni gara pone una serie di obiettivifacoltativi ma consigliati” da siglare (un tot di metri in derapata, ad esempio, o il dover seguire la traiettoria perfetta per trenta secondi), che qualora centrati garantiscono a ciascuna squadra (due giocatori per team) un interessante gruzzoletto di punti. Tagliato il traguardo, decretare il vincitore è cosa ovvia: vince la squadra con più punti. L’implicazione più importante di questa scelta si traduce nel fatto che tagliare per primi il traguardo non è sinonimo di vittoria matematica del match: al contrario, abbiamo sperimentato sulla nostra pelle come disinteressarsi delle sfide per lasciare agli avversari la polvere sia la chiave universale per la sconfitta. Indubbiamente si tratta di un approccio insolito nel racing game, che per certi versi rischia di ridurre almeno in parte la frenesia e il ritmo che da sempre contraddistingue questo genere di giochi. Ottimo comunque il sistema di guida, dichiaratamente arcade pur con qualche piccola velleità simulativa, e complessivamente buono anche il layer tecnologico: l’attuale generazione ci ha chiaramente abituato a risultati nettamente superiori, ma – lo ricordiamo – stiamo parlando di un titolo a costo zero per il giocatore. E non sempre i risultati sono come questo.

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