Editoriale 07 Nov 2014

Intervista a Zerocalcare – Lucca Comics & Games 14

E’ ormai sulla scena del fumetto italiano da un po’ di tempo, ha ben cinque libri all’attivo ed un blog di successo. Di chi stiamo parlando? Ma di Michele Rech ovviamente, conosciuto ai più come Zerocalcare, fumettista romano che nasce nel quartiere della capitale chiamato Rebibbia, punto nevralgico da cui tra l’altro si dirama tutto il suo mondo. A Lucca, per il nostro ospite, è ancora pieno periodo di presentazioni, in quanto da poco è uscito il suo quinto libro Dimentica il mio nome, che svela ai lettori qualcosina in più della famiglia del nostro autore (arricchita come sempre con alcuni elementi di fantasia, come è solito fare).

Abbiamo importunato un pochino Michele durante una sessione di firme presso lo stand di Bao Publishing, che è la casa editrice per cui sono disponibili tutti i suoi libri.

Zerocalcare1

 

“Cinque libri, di cui l’ultimo uscito da pochissimo, collaborazioni, incontri, in pratica accolli come se piovessero. Eppure riesci a fare comunque una sessione di firme di quasi 13 ore… Sicuramente avrai un segreto per resistere a tutto questo, ci dici qual’è? Promettiamo di non dirlo a nessuno…”

Avere lavorato in aeroporto a Fiumicino attaccando la mattina alle 6, quindi con la sveglia alle 4 e mezza, restando a Fiumicino per dieci ore consecutive e tornare dopo un’altra ora e mezzo di ritorno. In confronto quella roba era decisamente più pesante rispetto a quello che faccio adesso in termini di accollo.

“Dai tuoi libri e dal tuo blog, sappiamo che in te scorre potente la Forza di un videogiocatore di lunga data, che ha studiato i classici da saletta fin dalla più tenera età, ed anche quelli sulle console casalinghe (di cui spesso vediamo riferimenti sulle tue Zerocalcare2pagine). Come reputi invece il panorama videoludico attuale? C’è ancora qualche videogame che attira particolarmente la tua attenzione?”

Mi attira quasi tutta la roba che esce. Mi attira, mi piace un sacco, mi fomenta. Poi però alla prova dei fatti, il panorama videoludico attuale è un po’ incompatibile con le esigenze di vita, dei tempi e dei ritmi che c’ho io adesso, e sta roba mi avvilisce un sacco. Nel senso che tutti i giochi dove bisogna assistere ad un sacco di filmati, hanno delle trame anche molto articolate, e molto belle dal punto di vista della sceneggiatura etc, però sono in parte poco interattive, nel senso che tu assisti a dei filmati lunghissimi e ti serve un sacco di tempo, poi il tempo dei caricamenti, quello per guardarti le schermate… In realtà mi rendo conto che io mi emoziono tantissimo magari sulle cose quando escono, ma poi finisce che ci gioco poco perché non c’ho proprio il tempo materiale per giocarci. In realtà io mi sono comprato da pochissimo un cabinato, un coin-op, in cui dentro ci ho messo un emulatore con un sacco di giochi di quelli da saletta, come Street Fighter, Metal Slug etc, e la ho ritrovato proprio il piacere di giocare ai videogiochi, l’immediatezza che si aveva prima e che si persa un po’ dalla Playstation 2 in poi.

“La Profezia dell’Armadillo diventerà un film, e questa è cosa buona e giusta. Ma hai mai pensato anche ad una trasposizione nel mondo dei videogames? Qualcosa tipo un “Dead Rising Rebibbia”?”

Mi piacerebbe tantissimo, mi piacerebbe un sacco che la mia roba si trasformasse in un videogioco, che è un po’ il sogno di chiunque sia stato in fissa con i videogiochi. Però mi sembra che queste cose qua, un po’ come i cartoni animati, hanno bisogno di produzioni e di mille mediazioni, compromessi, di abbassare i contenuti di quello che uno sta facendo al target che poi lo consumerà e lo comprerà, e non mi va tanto di sottostare a quel meccanismo lì, e poi per ora ho messo in stand-by questo tipo di idee.

Zerocalcare3“E per quel che riguarda il film ed i tuoi progetti futuri, ci sono novità all’orizzonte di cui ci puoi dare qualche anticipazione? Ma soprattutto… ci puoi dire che fine ha fatto il ragazzetto Blanka delle ripetizioni?”

Io continuo a fargli ripetizioni, ne ho due di ragazzetti. Uno è finito malissimo in realtà, ma non ne parliamo… Diciamo che non l’ho aiutato tanto… Con l’altro invece ora siamo un pochino in stand-by per il periodo delle presentazioni perché gli ho dato un sacco di buche, quindi ci siamo detti che è meglio che ricominciamo quando finiamo il giro delle presentazioni. Però, siccome io non so ancora quanto dura questa cosa dei fumetti, lui è un po’ come il mio paracadute…

“Ed infine un classico, la domanda più evergreen che possiamo fare, il videogioco della vita di Michele Rech è …?”

Allora… Oddio, è una delle cose più difficili… Forse Final Fantasy VII, che è stata proprio la storia più bella che io abbia mai letto, vissuto , giocato.

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Ringraziamo ovviamente Michele per averci sopportato mentre un’orda di n-mila fans si accalcavano intorno al suo tavolo, brandendo libri vecchi e nuovi come se non ci fosse un domani. Dopo il doveroso in  bocca al lupo da augurargli sia per il nuovo libro che per tutti gli eventi futuri, resta solo una cosa che ci resta da dirgli, un saluto scritto sulle antiche tavole, che resterà in eterno come l’inno di tutti gli uomini: REBIBBIA REGNA!

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