A Knight’s Quest – Anteprima gamescom 17

Colonia – Nel piccolo stanzino a porte chiuse che ospita la presentazione di A Knight’s Quest, appena entrati, facciamo la conoscenza di due giovani ragazzi, un programmatore dal sorriso orgoglioso e un grafico, più timido, ma comunque conscio di avere tra le mani qualcosa di cui potersi vantare. “Piacere, noi siamo Sky9 Games. Formazione completa“. Rimaniamo interdetti per qualche secondo, di fronte alla scoperta che dietro allo sviluppo di questo coloratissimo e ispirato action RPG ci sono due giovani la cui somma delle età difficilmente supera quota sessanta. Impossibile nascondere lo stupore, anche solo osservando alcune sequenze di gioco che scorrono autonomamente sullo schermo che ospiterà, da lì a pochi minuti, la presentazione hands off dell’indie pubblicato da Cosmo, e chiedere maggiori informazioni a riguardo. “Sì beh, lui si è occupato anche di parte del design, del voice over, della storia. Io ho programmato tutto con Unreal, mi son divertito col charachter design e per creare l’intera mappa di gioco, in effetti, ci ho messo un po’“. Lezione imparata, nessuna missione è davvero impossibile se si ha abbastanza volontà per portarla a termine.

Ci ritroviamo così immersi nell’universo di A Knight’s Quest, ironica avventura di un giovane un po’ goffo che di eroico non ha molto, se non la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e dare vita ad un casino di proporzioni significative. Che, ovviamente, dovrà provvedere a sistemare da solo prima che la situazione degeneri del tutto. Un po’ generica, come cornice narrativa, ma è impossibile non notare come tale contestualizzazione venga corroborata meravigliosamente da uno stile artistico divertente e scanzonato, con NPG assurdi e del tutto folli e un’atmosfera generale che mette subito di buonumore. Diamine, bravi ‘sti due giovanotti …

In termini di meccaniche di gioco, A Knight’s Quest è un action RPG tradizionale, arricchito da una corposa fase di esplorazione di matrice platform che si alterna ad una struttura combat leggera ed intuitiva, seppur non per questo eccessivamente semplificata. Nel contesto esplorativo, non siamo di fronte ad un open world in senso stretto, nonostante le dimensioni ragguardevoli della mappa di gioco: l’universo dipinto da Sky9 Games consta di quattro aree separate, tre delle quali saranno inizialmente precluse per garantire un’ovvia coerenza con il tessuto narrativo ma che, una volta sbloccate, offriranno percorsi per tornare sui propri passi e, magari, concludere un’esplorazione in precedenza soltanto abbozzata. Oltre a garantire l’accesso a missioni principali o secondarie, infatti, esplorare ogni anfratto di questo atipico universo medievale permetterà di mettere in saccoccia un numero ragguardevole di monete e altri collezionabili (chiavi in primis, grazie alle quali accedere a sezioni segrete) o altra strumentazione, da armi a materiali base, da utilizzare nel corso del nostro livellamento.

A Knight’s Quest vanta infatti un menu di gestione del personaggio tanto fruibile quanto comunque approfondito, che permette di decidere l’equipaggiamento ideale per il nostro simpatico alter ego, di osservarne statistiche e crescita delle abilità, di accedere ad una sezione di crafting (a partire dall’inventario) per creare armi, pozioni o altri ammennicoli che potrebbero fare la differenza in presenza di nemici più fastidiosi. Nella nostra demo, ad esempio, abbiamo visto come unendo delle sane feci di pecora a del composto esplosivo, otteniamo una bomba in grado di stunnare istantaneamente un gruppetto di nemici – che, grazie agli effluvi della materia prima, resteranno pressoché inermi di fronte alle nostre spade. Maggiore l’esplorazione, maggiore gli oggetti a disposizione nel nostro inventario e, parallelamente, le possibilità di craftare item speciali da usare in battaglia.

Guardando più da vicino il sistema di combattimento di A Kinght’s Quest, abbiamo potuto apprezzare l’alternanza di attacco melee (con tanto di parata, stun e addirittura la tanto celebre parry) e magie elementali interessanti, che potranno essere poi potenziate procedendo nell’avventura. Avremo dunque la classica combo spada e scudo, a cui fa seguito un enorme martello congelante (ideale per trasformare in ghiaccio fontane o zampilli d’acqua) lentissimo, ma dal damage decisamente più vasto. Trattandosi di poteri di natura pseudo-cibernetica – scelta volutamente assurda, che conferisce un ulteriore tocco di dissacrante humor alla narrazione) non potremo attraversare specchi d’acqua profondi, pena la “morte” del PG: tocca usare la magia, magari per trasformarci in creature infuocate e sfrecciare a pelo d’acqua.

Magia e combattimento si basano su un sistema di Rune, che se equipaggiate donano ulteriori perk offensivi/difensivi al nostro PG: dieci saranno le rune disponibili per ciascuna arte, ma potremo equipaggiarne una sola, da scegliere con attenzione, prima di rimetterci in battaglia. Ciascuna Runa ha tuttavia una “barra esperienza” la cui progressione è determinata dall’utilizzo della suddetta in game: expare al massimo la Runa farà sì che il suo potere sarà sempre attivo, anche una volta disequipaggiato l’artefatto. Risultato: i giocatori più pazienti, diligenti nell’apprendere e utilizzare ogni tecnica sino a padroneggiarla del tutto, potranno godere simultaneamente degli effetti di tutte le Rune – sia quelle magiche, sia quelle melee. Servirà parecchio tempo, ci confessano i dev, ma ne vale la pena…

Altro aspetto interessante di A Knight’s Quest è la Dimensione Fantasma, attivabile tramite la pressione del dorsale sinistro e che, in sostanza, permetterà di pilotare per un breve periodo l’anima del nostro Rusty fermando il normale scorrere del tempo attorno a lui. In questa dimensione parallela avremo accesso a numerosi segreti e piattaforme normalmente invisibili, utili per raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili e mettere mano a preziosi collectibles. Ci è stato rivelato che, all’interno di molti Dungeon (non disponibili tuttavia nella veloce demo presentazione) la modalità Fantasma ci permetterà di trovare bottini incredibili ed equipaggiamento talora potentissimo: ma questo e altri dettagli verranno svelati a partire dalle prossime settimane.

A Knight’s Quest si è dunque dimostrato un titolo scanzonato e divertente, con un gameplay ragionevolmente ramificato e una vocazione ad incantare e appassionare come, molti anni fa, Metroid e Zelda avevano fatto. Il grosso spetta alla narrazione, oggi forse l’unico aspetto rimasto dietro le fila – per motivi tuttavia fisiologici, data la fugacità della presentazione immersa nella frenesia della fiera. Speriamo soltanto che la creatura di due giovani amici, che pad alla mano pare essere convincente ed estremamente divertente, sia corroborata da un tessuto narrativo all’altezza. Perché ritrovarsi a sparare magie e tirar di spada senza un perché, a ben vedere, sarebbe un peccato.

 

In conclusione

Con A Knight’s Quest, il dinamico duo di Sky9 Games ha indubbiamente dato prova del proprio carattere. Un Action RPG che si rifà alla tradizione, ricreando un gameplay polimorfico dove magia e melee coesistono alla perfezione e permeando il tutto con un sense of humor, NPG in primis, a cui è pressoché impossibile resistere. La vocazione al platforming e all’esplorazione selvaggia giova indubbiamente alla longevità della produzione, che punta tutto proprio sulla ricerca di aree segrete, dungeon, personaggi speciali e quant’altro sia utile ad espandere il nostro inventario e le nostre skill. Skill che, per essere davvero padroneggiate al proprio meglio, richiederanno un surplus di pazienza e di tempo da dedicare in questo memorabile viaggio: quanto, di preciso, non ci è stato detto, ma i nostri ospiti non si stupirebbero se si superassero le 20 ore di gioco per scoprire buona parte di quanto A Knight’s Quest ha da offrire. E di cose da stanare, forse, ne resterebbero ancora …