A Quiet Place: The Road Ahead – Recensione

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Quando il silenzio diventa un'arma a doppio taglio

A Quiet Place è un franchise horror iniziato con il film del 2018, diretto da John Krasinski, che ha riscosso un grande successo grazie alla sua premessa innovativa e all’atmosfera estremamente tesa. Il mondo del film è stato devastato da un’invasione aliena, con creature cieche ma dotate di un udito incredibilmente sviluppato che cacciano seguendo qualsiasi suono. La sopravvivenza è una questione di silenzio assoluto, e il minimo rumore può attirare queste mostruosità con conseguenze letali. La pellicola ha dato origine a un sequel e a un terzo capitolo in arrivo, oltre che a diversi progetti collaterali, tra cui questo videogioco.

A Quiet Place: The Road Ahead di Stormind Games (che potete acquistare da GameStop a questo link) si inserisce in questo contesto, portando l’esperienza di sopravvivenza dalla dimensione cinematografica a quella interattiva. Alex Taylor è la protagonista del gioco, una studentessa universitaria che, a causa dell’asma, è costretta a fare ancora più attenzione in un mondo dove il silenzio è fondamentale per restare vivi. Con Martin, il fidanzato, e Kenneth, il padre, la giovane deve affrontare situazioni in cui la tensione e il pericolo sono palpabili ad ogni passo, facendo di tutto per non cadere vittima delle creature aliene. Il team di Stormind Games, orgogliosamente italiano, promette di trasmettere le atmosfere del film attraverso una nuova prospettiva e di offrire un’esperienza survival horror carica di tensione e colpi di scena, ma riuscirà a catturare lo spirito del film e trasformarlo in un videogioco avvincente? Non resta che addentrarsi nel silenzio e scoprire se A Quiet Place: The Road Ahead riuscirà a lasciare il segno tra i titoli del genere.

Sì lo so, ricordano dei Demogorgoni

In A Quiet Place: The Road Ahead, la premessa è tanto semplice quanto terrificante: muoversi il più silenziosamente possibile in un mondo dove enormi creature aliene, conosciute come Death Angels, sono costantemente alla ricerca di prede. Questi esseri, che hanno invaso la Terra durante gli eventi del film, sono totalmente ciechi ma sopperiscono a questa mancanza con un udito quasi perfetto, capace di rilevare anche il più lieve dei rumori. Alex Taylor, la protagonista del gioco, deve quindi sopravvivere calibrando ogni movimento e persino ogni respiro, una sfida resa ancora più intensa dalla sua asma, che può trasformare una semplice difficoltà respiratoria in una condanna a morte.

La trama di A Quiet Place: The Road Ahead segue un percorso piuttosto lineare, caratterizzato da alcuni flashback e qualche colpo di scena che, sebbene non sorprendenti, riescono comunque a mantenere l’interesse del giocatore o della giocatrice, specialmente per chi ha apprezzato i film della saga. La storia si sviluppa attraverso i tipici elementi dell’horror, con tragedie e situazioni angoscianti che richiamano i cliché del genere, ma senza mai osare troppo o cercare di stravolgere le aspettative. L’intero arco narrativo si dipana in poco più di dieci ore, una durata che può sembrare modesta, ma che si fa percepire decisamente più lunga grazie al ritmo lento e misurato del gameplay.

Fonometro, croce e delizia

Ogni istante del gioco è intriso di tensione, poiché i movimenti devono essere ponderati e ogni suono può rappresentare un rischio letale. Il tempo sembra dilatarsi durante le sezioni di gioco più angoscianti, quando l’ambiente ostile costringe il giocatore o la giocatrice a misurare ogni azione, come se ogni passo fosse una scommessa contro la morte. Questo effetto è accentuato dalla caratterizzazione della protagonista, Alex, e dalla sua condizione di salute che, unita alla minaccia costante dei Death Angels, aggiunge un ulteriore livello di difficoltà e coinvolgimento emotivo. Pur non essendo rivoluzionaria, la narrazione riesce comunque a catturare l’atmosfera del franchise e a offrire un’esperienza coinvolgente, adatta agli appassionati e alle appassionate di survival horror e ai fan dei film.

Un elemento fondamentale del gameplay è il fonometro, un dispositivo inventato dalla stessa Alex per monitorare il livello di rumore che emette. Questo strumento diventa un alleato cruciale per valutare il rischio di essere scoperti dai mostri e rappresenta un modo innovativo per tradurre l’angoscia del silenzio in un meccanismo di gioco. Sebbene A Quiet Place: The Road Ahead non offra molte occasioni per combattere direttamente le creature, se non attraverso rari flashback in cui si può imbracciare un fucile a pompa, il gioco non sconfina nel genere dei walking simulator. Anzi, il suo vero punto di forza è la tensione costante che deriva dal dover pianificare ogni passo con estrema attenzione. Ogni suono può segnare la differenza tra la vita e la morte, rendendo il gioco un horror psicologico che si sviluppa a un ritmo lento e inesorabile, dove la paura è amplificata dall’incertezza di ogni movimento.

Occhio a quei vetri per terra!

In A Quiet Place: The Road Ahead, ogni azione compiuta dal giocatore o dalla giocatrice è un test di coordinazione, dove ogni gesto va eseguito con estrema attenzione per evitare di generare rumore. Aprire una porta, sollevare una botola o aprire un condotto di ventilazione non sono semplici azioni di routine, ma veri e propri momenti di tensione, dove il minimo errore può significare la morte. La meccanica di gioco obbliga a un approccio lento e ponderato, richiedendo di manovrare i controlli con grande precisione per limitare il rumore prodotto. Chiaramente tutto contribuisce a creare un’atmosfera estremamente tesa fin dai primi minuti, mantenendo alta la suspense e la sensazione di pericolo costante.

Tuttavia, la necessità di impiegare lunghi minuti per azioni apparentemente banali, come aprire un cassetto, può risultare tediosa col passare del tempo, minando il ritmo di gioco. Le ambientazioni, pur estremamente curate e dettagliate, sono costellate di ostacoli sonori pronti a tradire la nostra posizione: lattine abbandonate, frammenti di vetro disseminati sul terreno, trappole per orsi e altri elementi rumorosi sono sparsi ovunque e possono attivarsi al minimo passo falso, scatenando l’attacco dei Death Angels.

Fate attenzione alle porte di legno!

A rendere il tutto ancora più complesso è la condizione fisica di Alex, che soffre di asma. Un indicatore visibile sullo schermo in alto a sinistra monitora lo stato dei suoi polmoni, con il respiro che può diventare affannoso in caso di sforzo fisico o se le creature si avvicinano troppo. In questi casi, l’utilizzo di un inalatore può aiutare, sebbene questi siano inspiegabilmente monouso, aggiungendo un ulteriore livello di sfida alla gestione delle risorse onestamente un po’ incomprensibile. Il rischio di emettere un colpo di tosse incontrollabile, che potrebbe decretare la fine della partita, aggiunge un ulteriore strato di ansia e realismo, amplificando la tensione già presente ma alimentando anche la frustrazione a lungo andare.

Comunque sia, la gestione del sistema di salvataggio automatico è uno degli elementi che sollevano il giocatore o la giocatrice dal peso dei checkpoint manuali, differenziandosi quindi da titoli come Alien Isolation, con cui condivide alcune affinità. Il parallelismo con il survival horror di Creative Assembly è evidente: entrambi i giochi puntano tutto sulla tensione generata dalla presenza costante di una creatura che ci bracca. Nel caso di A Quiet Place, le creature aliene, con il loro aspetto che ricorda vagamente i Demogorgoni di Stranger Things, mostrano comportamenti simili all’alieno di Isolation, pur non raggiungendo lo stesso livello di terrore e imprevedibilità.

Ucci ucci sento odor di asmaticucci

Tuttavia, il limite principale è rappresentato dal fatto che il nemico rimane sostanzialmente invariato per tutta la durata del gioco. Questa ripetitività si fa sentire, e solo nelle fasi finali viene introdotto un nuovo elemento: una sorta di urlo a ultrasuoni che costringe il giocatore o la giocatrice a posare praticamente il controller e attendere che l’effetto passi, pena il rischio di essere localizzati al minimo movimento. Questa scelta di design, se da un lato riesce a creare momenti di estrema tensione, dall’altro può risultare frustrante e far emergere i limiti di un gameplay che si ripete senza grandi variazioni fino alla conclusione dell’avventura.

Il comparto sonoro di A Quiet Place: The Road Ahead è uno degli aspetti meglio realizzati del gioco, anche se presenta alcune scelte discutibili. Considerando l’importanza che il suono riveste nell’esperienza complessiva, è strano che il gioco non disponga di un preset specifico per chi utilizza le cuffie, un’opzione che avrebbe reso più immersiva e precisa la percezione degli effetti sonori. Nonostante ciò, la resa sonora è comunque convincente, con un’attenzione particolare ai rumori ambientali e alla minaccia costante rappresentata dai suoni prodotti dal giocatore o dalla giocatrice.

Una caratteristica insolita e potenzialmente interessante è l’opzione di abilitare il rilevamento del suono tramite il microfono: il gioco ascolta i rumori dell’ambiente reale e li traduce in suoni percepiti dalle creature. Questo potrebbe sembrare un’aggiunta intrigante per aumentare l’immersione, ma nella pratica diventa rapidamente un ostacolo più che un valore aggiunto. Rumori inevitabili come un colpo di tosse, un campanello che suona o persino l’abbaio di un cane o l’urlo di un vicino possono diventare nemici letali, complicando inutilmente la giocabilità. Dopo l’effetto novità, molti giocatori e giocatrici si troveranno probabilmente a disattivare questa opzione per evitare frustrazioni che vanno oltre il controllo del protagonista.

Conclusioni

A Quiet Place: The Road Ahead offre un’esperienza interessante e creativa, ma non priva di difetti. Il gioco riesce a catturare l’ansia e la tensione tipiche dei film, mantenendo il focus sull’importanza del suono e della sopravvivenza in un mondo ostile. Tuttavia, alcune scelte di gameplay possono risultare ripetitive o frustranti, e l’assenza di alcune opzioni audio più sofisticate riduce l’impatto di quello che poteva essere un comparto sonoro eccellente.

Comunque sia, il tentativo di Stormind Games di trasporre l’atmosfera della serie cinematografica in un videogioco è sicuramente riuscito, seppure non ci troviamo di fronte ad un titolo esente da difetti.

Consigliatissimo se siete fan sfegatati del brand cinematografico, ma anche se nutrite un’innata passione per i giochi horror e siete a caccia di qualcosa di diverso dal solito. Certo, non mancano alcuni momenti e situazioni in cui il vostro entusiasmo sarà lievemente ridimensionato.

Potete acquistare A Quiet Place: The Road Ahead da GameStop a questo link.

 

  • Good
    +Elementi di gameplay davvero creativi
    +Storia interessante
    +Ambientazioni dettagliate
  • Bad
    -Alla lunga può diventare ripetitivo
    -Dopo il ventesimo cassetto aperto a rallentatore, sarete tediati/e
  • 7.5 Silenzioso

Acquista ora su Gamestop.it

Conclusioni

A Quiet Place: The Road Ahead offre un’esperienza interessante e creativa, ma non priva di difetti. Il gioco riesce a catturare l’ansia e la tensione tipiche dei film, mantenendo il focus sull’importanza del suono e della sopravvivenza in un mondo ostile. Tuttavia, alcune scelte di gameplay possono risultare ripetitive o frustranti, e l’assenza di alcune opzioni audio più sofisticate riduce l’impatto di quello che poteva essere un comparto sonoro eccellente.

Comunque sia, il tentativo di Stormind Games di trasporre l’atmosfera della serie cinematografica in un videogioco è sicuramente riuscito, seppure non ci troviamo di fronte ad un titolo esente da difetti.

Consigliatissimo se siete fan sfegatati del brand cinematografico, ma anche se nutrite un’innata passione per i giochi horror e siete a caccia di qualcosa di diverso dal solito. Certo, non mancano alcuni momenti e situazioni in cui il vostro entusiasmo sarà lievemente ridimensionato.

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  • Good
    +Elementi di gameplay davvero creativi
    +Storia interessante
    +Ambientazioni dettagliate
  • Bad
    -Alla lunga può diventare ripetitivo
    -Dopo il ventesimo cassetto aperto a rallentatore, sarete tediati/e
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