A Way Out Recensione
22 Mar 2018

A Way Out – Recensione

Le avventure grafiche di stampo moderno, soprattutto negli ultimi tempi, stanno tornando in pompa magna nel panorama videoludico. Un genere un po’ “controverso”, spesso oggetto di critica da parte delle community che non riescono proprio, diciamo così, a digerire quello che può essere definito come una sorta di “film interattivo”. Eppure questa formula continua a crescere a dismisura, affermandosi in diverse forme e puntando molto su brand di successo (vi basti pensare alle storie narrate da Telltale) oppure su nuovi racconti completamente inediti.

Circa 5 anni fa (accidenti, come vola il tempo!) abbiamo avuto tra le mani un videogioco molto apprezzato da pubblico e critica intitolato Brothers: A Tale of Two Sons, che vedeva protagonisti due fratelli alla ricerca di una cura per il padre malato. Una storia che toccava direttamente le corde del cuore, diretta da Josef Fares, alla sua prima direzione di un videogioco.

Un preambolo dovuto per introdurvi ad A Way Out, un gioco d’avventura basato esclusivamente sulla modalità cooperativa, sviluppato da Hazelight Studio e che vede il ritorno di Fares sulla scena videoludica internazionale. Per essere brevi e diretti, ci si ritrova coinvolti in una storia basata sui valori, in cui due uomini sconosciuti uniscono i loro destini per un obiettivo comune. Fin da subito precisiamo che questa esperienza è ben diversa dai canoni standard: un’immersione totale in un contesto nel quale il gioco di squadra è ben più importante di quello individuale.

A Way Out Recensione
Lasciala accarezzare anche a me!

Le vicende di A Way Out sono ambientate agli inizi degli anni ’70 in un luogo non ben precisato degli Stati Uniti, il paese ove l’uomo compiva dei passi da gigante mettendo per la prima volta piede sulla Luna e i giovincelli indossavano jeans e pantaloni a zampa di elefante. Un’epoca dotata sicuramente di un fascino fuori dal comune, anche dal punto di vista videoludico, quando Pong spopolava nei primissimi cabinati (potrete cimentarvi in qualcosa di simile in un particolarissimo mini-game all’interno del gioco stesso).

Come abbiamo detto il titolo è pensato esclusivamente per la cooperazione tra due giocatori: precisiamo fin da subito che non esiste una modalità single player e i protagonisti in nessun caso possono essere guidati dalla CPU. Una scelta che, come scoprirete, porta a rendere A Way Out un titolo dotato di un fascino tutto suo e in un certo senso originale. Ma torniamo alla trama: i protagonisti di questa storia sono Vincent Moretti e Leo Caruso (che anche se non chiaramente specificato, dovrebbero essere di origini italiane). Vincent ha una laurea in economia e un lavoro da impiegato in banca: la promessa di soldi facili però gli ha rovinato la vita costandogli ben 14 anni di reclusione con l’accusa di frode e omicidio. Leo ha un passato un po’ burrascoso e la vita l’ha messo dinnanzi a scelte difficili che lo hanno portato a commettere degli errori cruciali: è stato condannato a 8 anni e si trova in carcere da 6 mesi.

Vi domanderete: per quale motivo due persone completamente estranee uniranno le forze per cercare una via d’uscita di prigione? A questa domanda ci siamo ripromessi di non rispondere, in quanto andremmo a rovinarvi tutta l’esperienza di A Way Out, ma possiamo dirvi che un obiettivo comune andrà ad unire il destino dei due uomini, dandogli la forza di superare insieme delle insidie inimmaginabili che si presenteranno dinnanzi al loro lungo cammino. L’incontro di Leo e Vincent avviene quasi agli inizi della permanenza in prigione di quest’ultimo, quando da novello recluso si ritrova coinvolto in una rissa assieme al suo futuro partner, venendosi a creare involontariamente un certo feeling.

A Way Out è una storia pensata esclusivamente per la cooperazione tra due giocatori, sia locale che online

Preparate i pop corn, invitate un amico e preparatevi ad una full immersion sul divano, condividendo tutta l’avventura, poiché difficilmente riuscirete a scollarvi dal PC o dalla console: A Way Out vi darà la piena sensazione di trovarvi realmente nei panni dei due ingegnosi colleghi. Ma se preferite il gioco online nessun problema: grazie al “Friend Pass” potrete invitare qualunque amico presente nel vostro elenco a partecipare alla delicata missione di questo inaspettato duo. E qui viene il bello, in quanto il vostro partner non dovrà acquistare il gioco e con un’unica copia potrete divertirvi entrambi: una feature richiesta a gran voce dal Game Director ed accolta con positività da EA.

All’inizio del gioco dovrete decidere chi impersonare tra Leo e Vincent e da quel momento entrare in piena sintonia con il prescelto. Lo schermo è diviso in due parti, con il classico split screen, permettendovi di avere non solo il pieno controllo della vostra porzione di gioco ma anche di curiosare su cosa sta facendo il vostro partner. La natura stessa della produzione è molto interessante: ognuno può farsi gli affari propri, dialogare con i vari PNG (con diverse opzioni di risposta), compiere delle attività secondarie o semplicemente andare a zonzo per tutto lo scenario; ma al momento opportuno ci si deve ricongiungere con il partner per la risoluzione di alcuni puzzle ambientali utili al fine del proseguimento dell’avventura.

A Way Out, nonostante offra un’esperienza molto lineare, è suddiviso per capitoli che vi proiettano in diversi ambienti (chiusi e all’aperto). In questi, come dicevamo, potrete girare liberamente e cimentarvi in tutte le attività secondarie: parlare con le persone e scoprire alcuni retroscena della loro vita – e talvolta fornirgli anche aiuto, perché no – giocare a baseball oppure disputare una partita a freccette. In sostanza gli sviluppatori hanno curato alcuni degli aspetti della vita quotidiana dando un particolare risalto a delle attività che per noi possono sembrare comunissime, ma per dei detenuti in fuga rappresentare quasi una novità e suscitare in loro un certo stupore. Ovviamente, essendo l’esperienza basata quasi principalmente sul dialogo e sul rapporto tra i due protagonisti, gli stessi hanno delle linee caratteriali ben delineate che incidono inevitabilmente nella risoluzione di alcune sequenze giocate. Ad esempio Vincent cerca sempre di ragionare e usare una certa diplomazia nell’affrontare una situazione, mentre Leo a volte tende ad essere iracondo con quel pizzico di ironia che può suscitare un certo fastidio. Questo aspetto lo riscontrerete anche nei classici momenti in cui sarete messi di fronte ad una scelta cruciale optando insieme per la soluzione offerta da Leo o da Vincent: sta solo a voi decidere in quale modo intraprendere il percorso. La scelta porterà a delle conseguenze: alcuni si rivelano molto rapidi e caratterizzati da azioni impulsive, altri molto più dediti all’esplorazione e alla risoluzione degli enigmi. A proposito di questi ultimi, possono essere portati a termine in svariati modi, cercando la soluzione più consona al momento.

A Way Out Recensione
Perché ti sei messo a scalare la montagna? C’è il sentiero…

Sicuramente ci troviamo di fronte ad un titolo che fa dell’innovazione il suo punto di forza: il gioco di Josef Fares punta tutto sulla collaborazione, sulla storia e sul classico effetto a cascata in cui determinate azioni portano ad inevitabili conseguenze. Il titolo unisce molti generi alla vecchia formula del “punta e clicca”: non mancheranno occasioni in cui dovrete essere furtivi e stordire il PNG che vi sta braccando, sessioni da TPS e altre in cui guiderete svariati veicoli. Insomma, nelle circa 6/8 ore di gioco non vi mancherà nulla e potrete toccare con mano diversi generi in un modo semplicemente geniale. Non aspettatevi di certo un titolo come Uncharted, anche se per certi aspetti potrebbe ricordarne alcune caratteristiche, il videogioco dei ragazzi di Hazelight Studios è completamente diverso e basato quasi unicamente sulla trama che gioca un ruolo determinante.

In A Way Out si continua (in senso positivo) ad assistere inesorabilmente ad una fusione tra videogioco e grande schermo, dando vita ad un genere ibrido che continua a dimostrarsi molto interessante ma anche a sollevare un polverone tra coloro che non reputano questo genere ibrido un vero e proprio videogioco. Sotto certi punti di vista, alcune scene, anche se in modi e tempi completamente differenti, ci hanno fatto tornare alla mente film come “Tango e Cash” (Sylvester Stallone e Kurt Russell) o serie tv molto più recenti come “Prison Break“. I più cinefili troveranno molte similitudini cinematografiche e televisive in diverse occasioni, nonché svariati easter egg. Quello che possiamo dirvi è che, nelle 2 run che abbiamo fatto per assaporare ogni contorno e assistere alle diverse alternative di dialogo (scambiando anche i personaggi principali), A Way Out è un titolo godibilissimo indirizzato a coloro che amano le storie condite con un gameplay particolare caratterizzato dalla collaborazione.

L’esperienza che lascia A Way Out è difficile da descrivere con poche parole

Ma, e qui vengono i ma, anche A Way Out ha dei piccoli difetti. Durante i movimenti, certo non sempre, i protagonisti hanno un leggero effetto scia nei contorni e in alcuni momenti Leo e Vincent diventano “fantasmi”, passando l’uno dentro l’altro. Certo, tutto questo non compromette l’esperienza globale ma il giocatore più esigente potrebbe notarlo a colpo d’occhio. Inoltre possono presentarsi momenti in cui i testi a schermo dei dialoghi, che tra le altre cose non sono poi molto grandi, diventino “ballerini”, tremando su schermo.

Parliamo pur sempre di un videogioco e, come tale, va valutato in quest’ottica: alcune sequenze potrebbero risultare cicliche (ad esempio quando si deve eludere una guardia in un determinato momento) e narrativamente non proprio logiche. Un “difetto” purtroppo inevitabile per permettere ai giocatori di interagire. Dal punto di vista del gameplay possono presentarsi dei piccoli momenti in cui i comandi non rispondano nel migliore dei modi, riscontrabili maggiormente nelle fasi più delicate ove un movimento brusco potrebbe portarvi ad un facile game over, che però ha un respawn molto immediato. La difficoltà non è poi molto elevata e difficilmente troverete grossi grattacapi per proseguire nei vari episodi, anche se questo aspetto però potrebbe rappresentare un pregio per qualcuno. Se contate di condividere il gioco con il vostro partner di vita, magari con abilità non proprio corrispondenti a quelle del giocatore medio, o con qualche amico il cui ultimo gioco su cui ha messo mano risale agli ’90, sappiate che A Way Out permette di vivere tutta l’avventura anche con coloro che si dilettano occasionalmente, garantendo in questo modo un divertimento in compagnia.

Il gioco è completamente in inglese ma localizzato in italiano grazie ai sottotitoli. I dialoghi disgiunti di Leo e Vincent non si sovrappongono: nei momenti in cui le due “primedonne” stanno entrambi chiacchierando con PNG si riesce ad ascoltare solo un dialogo, mentre l’altro deve per forza leggere i sottotitoli per comprendere la propria parte di storia. Tra un imprevisto e una peripezia, tra uno scambio di battute e una stretta di mano, quello che lascia questo videogioco è qualcosa di difficile da descrivere con poche parole. Sappiate che a noi ha regalato forti emozioni basate sui valori primari della natura umana: il nostro consiglio è di giocarlo senza indugio, forte anche di un prezzo di vendita al lancio decisamente interessante (circa 30 euro), cercando di vivere in prima persona le profondissime emozioni che vi lasceranno questi due intriganti protagonisti.

Conclusioni

È sempre molto difficile valutare un videogioco che introduce novità nel panorama videoludico, anche se con elementi ben noti. A Way Out è un videogioco che trae spunto da molti generi, dallo stealth game al TPS, mettendo però in risalto la forte componente narrativa. Un titolo molto particolare che può essere giocato esclusivamente in modalità cooperativa (sia offline che online) unendo in un’unica avventura due anime videoludiche completamente diverse.

Cooperazione e fiducia reciproca di due uomini completamente estranei che il destino ha deciso di far incontrare per il raggiungimento di un obiettivo comune che cambierà loro la vita, primo su tutti l’evasione di prigione e la riconquista della libertà. Leo e Vincent sono due persone con una personalità un po’ diversificata che riusciranno ad intrattenere il giocatore nelle 6/8 ore necessarie al compimento di tutta l’avventura: longevità che aumenta nel caso in cui si voglia iniziare una nuova partita con scelte e personaggi invertiti, cosa che consigliamo per comprendere nel migliore dei modi tutto quello che volevano raccontarci gli autori.

A Way Out non è certo esente da difetti riscontrabili in alcuni momenti, come piccole imperfezioni grafiche o alcuni comandi imprecisi che a volte non rispondono come si vorrebbe. Ma tutto questo non va ad inficiare l’avventura, che alterna momenti adrenalinici ad altri narrativamente profondi mantenendo costante l’attenzione del giocatore. Se uniamo al tutto un prezzo di lancio decisamente incoraggiante (circa 30 euro) al Friend Pass (che consente di giocare online semplicemente con una sola copia), questa storia di evasione assume un sapore ancora più delizioso. Siamo sicuri che potrete vivere un’esperienza tutta nuova, scoprire i retroscena e i motivi di evasione di Leo e Vincent comprendendo che la cooperazione è fondamentale per uscirne, in un certo senso, vittoriosi da ogni situazione.

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