Tralasciando Infinity, figlio illegittimo di una saga che non ha quasi mai fallito nel corso della sua gloriosa storia, è dal lontano 2011, anno dell’esplosivo Assault Horizon, che non ci accomodiamo all’interno di un’avveniristica carlinga digitale. Un’autentica infinità per tutti noi, coccolatissimi videogiocatori con il pallino di seguire le orme di Tom Cruise, generalmente viziati da una Namco, ancor prima di diventare Bandai Namco, sempre attenta e premurosa nei confronti di un pubblico fedelissimo, manipolo di inossidabili fan che hanno sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti di una simulazione ben bilanciata tra aspirazioni di realismo e ambizioni arcade.
Nonostante la ruggine, bastano pochi secondi per sentirsi a casa, rassicurati dallo stesso control scheme e da una gestione della fisica che non sembra cambiata di una virgola dall’ultima volta. Basta un giro della morte, un avvitamento, un nemico abbattuto affidandosi ai sempreverdi missili autoguidati e ci si sente gli assi di sempre, gli spauracchi dei cieli, i dominatori dell’aria.
Ace Combat 7: Skies Unknown, per lo meno nella campagna principale, come diremo meglio tra poco, non si azzarda a cambiare pelle, a modificare in nessun modo quel feeling che ci ha cullato tra le nuvole per anni. Eppure non mancano piccoli accorgimenti, utili soprattutto a rendere la produzione appetibile ad un pubblico ancora più ampio del solito.
I neofiti, tanto per cominciare, oltre ad un livello di difficoltà apposito, potranno contare su un sistema di controllo semplificato, che gestisce la virata direttamente ed esclusivamente con lo stick analogico del controller, lasciando agli esperti, o a chi preferisce una simulazione più realistica, il piacere di manovrare beccheggio e rollio in prima persona.
A queste condizioni, la produzione Bandai Namco è un piacevolissimo passatempo, una scenografica montagna russa fatta di esplosioni e paesaggi abbaglianti, autentici teatri di dogfight mai eccessivamente prolungati, ma non per questo del tutto privi di mordente. La mistica ed inspiegabile gioia di trovarsi alla guida di un jet supersonico, armato di tutto punto, capace di devastare con facilità le truppe nemiche, è sufficiente per estasiare chiunque, quasi ipnotizzati da una formula che nel corso dei decenni (Air Combat ha esordito nel 1995) non ha perso un grammo del suo originale fascino.
Chi cerca una sfida degna di questo nome, dal canto suo, non ha che da chiedere. Oltre al sistema di input classico, potrà vedersela con un livello di difficoltà superiore, che fa il paio con missioni generalmente più impegnative rispetto al passato. Non è uno stacco notevole, beninteso, ma non è così raro dover ripetere più e più volte la stessa missione, prima di avere successo.
L’efficacia della fidatissima mitragliatrice è sensibilmente diminuita
Innanzitutto, l’efficacia della fidatissima mitragliatrice è sensibilmente diminuita in Ace Combat 7: Skies Unknown. Servono molti colpi per abbattere i velivoli nemici e dovrete essere estremamente precisi. Molti livelli, inoltre, impongono la distruzione di un alto quantitativo di target entro lassi di tempo piuttosto contenuti. Vento, nuvole e fulmini, infine, sono ostacoli naturali effettivamente capaci di incidere sul proseguo della partita, un ulteriore pericolo di cui tenere conto se non si vuole impattare con il terreno.
Non va poi dimenticata la debole sovrastruttura ruolistica che si palesa poco prima di iniziare la missione vera e propria, nell’hangar, mentre si sceglie con quale caccia volare in battaglia. Spendendo il denaro accumulato abbattendo i nemici, potrete sia acquistare nuovi velivoli, sempre più potenti ovviamente, sia investire in nuovi pezzi che, una volta montati, potenzieranno specifiche caratteristiche, come la velocità di punta, o la potenza di un’arma. Nulla di così rivoluzionario, beninteso, ma soprattutto nelle partite online sarà bene equipaggiarsi a dovere.
In rete, sarete accolti da lobby relativamente spoglie, ma all’altezza della situazione per imbastire deathmatch con i fiocchi. Complice un matchmaking fulmineo ed un netcode granitico, sfidando altri utenti vi renderete realmente conto quanto possa essere difficile, e di conseguenza soddisfacente, abbattere un jet lanciato a velocità sonica, capace di manovre al limite dell’impossibile.
Preparatevi a restare sbalorditi dal senso di immersione che è capace di infondere PSVR nei livelli pensati appositamente per la realtà virtuale
Se una campagna solida e longeva (si contano una ventina di missioni) e un multiplayer coinvolgente e ben architettato non dovessero bastarvi, a patto di essere possessori di un PlayStation VR, preparatevi a restare sbalorditi, meravigliati, disorientati dal senso di immersione che è capace di infondere l’add-on di Sony nei livelli pensati appositamente per la realtà virtuale di Ace Combat 7: Skies Unknown.
Le missioni, purtroppo, sono solo tre, ma l’impatto scenico è tale che sulle prime vi sembrerà di sentire il pavimento sparire sotto di voi. Come se non bastasse, la possibilità di guardarsi attorno (l’unica visuale permessa è ovviamente quella dentro la carlinga) aiuta enormemente ad orientarsi e, soprattutto, ad individuare nemici, missili in arrivo, alleati in difficoltà.
Senza mezzi termini, questo assaggino di Ace Combat in VR è stato sufficiente per tracciare una linea di confine, un punto di non ritorno che, speriamo, spingerà gli sviluppatori ad estendere questa feature a tutte le missioni della campagna, un po’ come avvenne con WipEout Omega Collection, il cui supporto al PlayStation VR venne aggiunto tempo dopo la pubblicazione.
Ace Combat 7: Skies Unknown è un’ottima riproposizione di una formula, ancora efficacissima, che sfamerà chi ormai da troppo tempo sognava di alzarsi nuovamente in volo ed esibirsi in emozionanti dogfight contro avversari controllati dalla CPU e non. Feeling, sistema di controllo, art design e persino la trama seguono un canovaccio già ampiamente noto ai fan, facilmente assimilabile e altamente digeribile anche dai neofiti. Sul fronte grafico Project Aces ha fatto un ottimo lavoro, garantendo un frame rate granitico e dipingendo scenari sufficientemente dettagliati in ogni parte costituente. Se il level design ripropone missioni già viste e riviste in altri episodi passati, una ripetitività tuttavia assolutamente accettabile e quasi desiderata, ad infondere innovazione a questo capitolo ci pensano i tre livelli in realtà virtuale, sbalorditivi e splendidi, pur nella loro semplicità. C’era tanta voglia di un nuovo Ace Combat e per fortuna Skies Unknown non ci ha affatto delusi. Consigliatissimo tanto ai fan navigati quanto a chi nutre da sempre una certa curiosità sul pilotare jet da combattimento. |