Activision sindacato
News 21 Gen 2022

Activision: Raven QA forma il primo sindacato videoludico USA sotto un publisher AAA

Il 3 dicembre Activision Blizzard ha licenziato 12 impiegati Raven Software del reparto QA (Quality Assurance) ─ tester coinvolti nel controllo qualità della serie di Call of Duty ─ senza apparente motivo, ed anzi dopo che era stato loro promesso un aumento (evidentemente per farli lavorare con massima motivazione prima dello smacco). Il 6 dicembre l’intera divisione Raven QA ha deciso di cominciare a raccogliere firme per la creazione di un sindacato che difendesse i diritti dei lavoratori sotto la tirannica dirigenza Activision, che evidentemente non aveva ancora imparato la lezione.

Non si tratta del primo sindacato videoludico USA della storia… ma poco ci manca: l’unico altro esempio esistente proviene da Vodeo, una compagnia indie da appena una dozzina di dipendenti. Game Workers Alliance, questo il nome scelto dai tester, è già stato riconosciuto da Communication Workers of America e aspetta soltanto il riconoscimento ufficiale da parte della compagnia stessa per iniziare le trattative.

Il sindacato ha dato ad Activision 5 giorni di tempo per riconoscere l’unione in modo “pacifico”, altrimenti il loro caso sarà portato direttamente alla National Labor Relations Board. Vista la stramaggioranza dei voti che già appoggiano il movimento all’interno della compagnia (senza contare il pessimo nome che ormai si è fatta), Activision farebbe bene ad accettare senza fare troppe storie.

Nell’industria videoludica, e in particolare a Raven QA, le persone sono piene di passione per il loro lavoro e i contenuti che creano. Vogliamo assicurarci che la passione di questi lavoratori sia accuratamente riflessa nel nostro posto di lavoro e i contenuti che produciamo. Questo sindacato è il modo in cui possiamo far sentire la nostra voce collettiva

È evidente che l’equità non sarà mai raggiunta senza un potere contrattuale collettivo” hanno aggiunto i tester in una lettera alla dirigenza, ed a questo punto non si può negare che i dipendenti abbiano tentato in tutti i modi e per tutte le vie di far comprendere al management Activision che così proprio non si può andare avanti.

Questo movimento è iniziato prima dell’annuncio dell’acquisizione dell’azienda da parte di Microsoft, ma difficilmente sarà fermato dalla “promessa” di un nuovo CEO: non solo l’accordo deve ancora essere approvato, ma a prescindere dalla dirigenza in posto è ora che gli sviluppatori ottengano la loro voce nell’industria del lavoro.

Si tratta di un momento storico per tutto il mondo videoludico: cosa pensate dell’intera vicenda? Venite a discuterne sul nostro gruppo Facebook.


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