Age of Empires III: Definitive Edition, come già fu per l’originale ai suoi tempi, è certamente il riadattamento più debole dei tre effettuati per riportare in vita, nel più performante dei modi possibili, la serie che fu di Ensemble Studio in vista di un quarto capitolo che promette un ritorno alle origini in grande stile.
Sì, un ritorno, voluto e desiderato soprattutto dalla fan base dopo due capitoli mai completamente apprezzati e accettati. Se Mythology era a tutti gli effetti uno spin-off, legittimato a sperimentare e a proporre qualcosa di diverso dal solito, pochi perdonarono il mezzo passo falso rappresentato dal terzo episodio regolare della serie, deboluccio sul profilo artistico, quasi rinunciatario su quello ludico.
Non era facile, ammettiamolo. Dopo faraoni, antichi greci e impero romani; dopo Giovanna d’Arco, Barbarossa e gli Inca, trovare un’epoca storica ugualmente affascinante e ricca di suggestioni era praticamente impossibile. La colonizzazione delle Americhe, del resto, si è sempre alimentata di un immaginario che si sposa a fatica con il genere degli strategici in tempo reale, così affine, al contrario, alle battaglie campali tra arcieri, fanti e cavalieri di qualche secolo prima.
Al tempo stesso, alcune novità in termini di gameplay spiazzarono il pubblico di affezionati dell’epoca. La riduzione delle materie da raccogliere da quattro a tre, tanto per cominciare. L’eliminazione di magazzini o altre strutture in cui riporre le risorse accumulate, immediatamente aggiunte al conteggio nel momento stesso del reperimento; l’introduzione dell’esperienza, spendibile per richiamare sul campo truppe di supporto o per garantirsi power-up più o meno temporanei; tutte scelte di design che hanno indispettito i videogiocatori più intransigenti, poco inclini alla novità, oltre che ad un gameplay lievemente più immediato, meno profondo.
Il sistema legato alle carte e ai livelli d’esperienza introduce un elemento strategico in più, certo, impattante tanto più quanto si cambia epoca di riferimento, ma la feature molto spesso si ritorce contro il gioco stesso. Alcune missioni sono di fatto sabotate dalla possibilità di raggirare limiti imposti dal level design; certe partite online, il cui andamento è influenzato da power-up attivati con spietato tempismo, vivono cambi di fronte fin troppo repentini ed inaspettati, a discapito del coefficiente strategico che invece dovrebbe sempre guidare e governare lo sviluppo del match.
Le modifiche apportate a questo capitolo si fanno sentire, ma il mood generale dell’esperienza è quello classico di ogni altro Age of Empires
Le regole del gioco sono quelle e tocca al singolo accettarle o meno, su questo non ci piove, ma il confronto con i predecessori sul piano strettamente ludico, tanto più a distanza di anni dalla release originaria, mette in luce l’inutile e controproducente appiattimento della saga ai trend dell’epoca, ravvisabile a partire dall’anonimo art design, che ha rischiato di rovinare il buon nome del brand di Ensemble Studios.
Fortunatamente, Age of Empires III: Definitive Edition, nonostante le storture appena elencate, è comunque un ottimo RTS. Contenutisticamente strabordante, con tanto di modalità missioni nuova di zecca ed introdotta in occasione di questa remastered, nel corso delle campagne in single player vivrete diversi momenti estremamente emozionanti, impegnativi al punto giusto grazie all’eccellente calibrazione dell’I.A. avversaria. Il design delle mappe, così come quello dei singoli livelli, difendono il buon nome della saga, mentre le varie civiltà che controllerete, a cui se ne aggiungono due inedite, svedesi e inca, vi costringeranno a riadattare di volta in volta l’approccio alla battaglia.
Le modifiche apportate a questo capitolo si fanno sentire, ma il mood generale dell’esperienza è quello classico di ogni altro Age of Empires, familiarità che si rispecchia anche nel comparto multiplayer, anch’esso potenziato in questa riedizione. Oltre a nuove modalità, l’infrastruttura esibisce una stabilità invidiabile grazie ad un netcode soddisfacente e tempi ridotti di matchmaking.
Degno di lode anche l’upgrade grafico apportato. Se lo stile ci lascia anche oggi indifferenti, tecnicamente il gioco palesa l’età reale solo in alcune animazioni fin troppo legnose. La risoluzione a 4K e un frame rate ancorato ai 60fps, dal canto loro, rendono giustizia ad ambientazioni dettagliate e modelli poligonali ben realizzati. Non spingerà al limite le vostre schede grafiche, ma l’adattamento realizzato in tandem da Forgotten Empires e Tantalus Media si difende alla grande sotto questo punto di vista.
Age of Empires III: Definitive Edition è l’ottimo adattamento di un RTS non certo eccellente, ma comunque divertente e contenutisticamente soddisfacente. Il restyling grafico rende giustizia agli hardware dei PC attuali, le nuove civiltà e una modalità nuova di zecca sono novità più che gradite, la solida infrastruttura multiplayer garantisce decine di ore di intrattenimento senza alcun intoppo. Le piccole modifiche al gameplay classico della saga apportate, all’epoca, in questo capitolo, fatichiamo a digerirle oggi come allora. La creatura concepita da Ensemble Studios non getta certamente alle ortiche il buon nome dal brand, ma si tratta indiscutibilmente del capitolo più debole del terzetto. Ciò non toglie che, pur essendo un mezzo falso, parliamo comunque di un RTS assolutamente rispettabile e godibilissimo. Consigliato agli irriducibili del genere, ai curiosi, a chi vuole fare un po’ di allenamento in vista del già attesissimo sequel. |
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