Los Angeles – Qualche anno fa Volition era sul proverbiale filo del rasoio: publisher (THQ) in cattivissime acque, e una IP dall’alto potenziale (Saints Row) in serio pericolo, in quanto dopo un ottimo terzo capitolo, c’erano a malapena le risorse per sopravvivere, figuriamoci per tirare fuori un altro gioco all’altezza. Ma Saints Row IV, con una tanto folle quanto intrigante soluzione narrativa, riuscì a ottenere una più che discreta accoglienza, riciclando l’intera città e le meccaniche, sistemando il tutto con delle buone intuizioni e tante pezze qua e là, regalando uno strambo ma apprezzato sequel diretto, e spingendo ai limiti il divertimento, scardinando ogni regola e inserendo alieni, superpoteri (come mega salti e forza inumana) e quant’altro.
Pare quindi naturale e sensata la scelta di cambiare aria, forti del supporto e della tranquillità economica di Deep Silver, e lavorare ad una IP sì nuova di zecca, ma comunque legata all’universo di Saints Row, e per certi versi anche alla deriva delirante del IV. Agents of Mayhem rappresenta quindi un nuovo ma familiare corso di Volition, che ha scelto dei simil-supereroi come protagonisti del suo nuovo gioco, dandosi un tono più definito, che strizza l’occhio ai fumetti, senza rinunciare alla simpatia e all’ironia surreale.
La storia alla base non poteva essere più classica: il giocatore veste i panni di uno dei 12 agenti dell’organizzazione M.A.Y.H.E.M. (legata ad Ultor – ecco uno dei punti di contatto con Saints Row), un gruppo di super soldati provenienti da tutto il mondo e dotati di poteri incredibili, guidati da Persephone Brimstone e incaricati di salvare il mondo dalla minaccia dei L.E.G.I.O.N., i cattivoni di turno. Capeggiati dal folle Doctor Babylon, hanno disintegrato le forze mondiali con un attacco combinato su vasta scala, con lo scopo di costruire un potentissimo dispositivo col quale dominare il mondo. Alle forze del bene non resta che radunarsi nella città di Seul, capitale della Corea del Sud, totalmente ricostruita dopo l’annientamento da parte dei LEGION, e da lì tentare un’ultima e strenua difesa.
Ogni agente ha le sue abilità e armi peculiari, oltre ad avere una personalità come sempre sulle righe, ma anche delle super-mosse ,attivabili accumulando kill (chiamate Mayhem): tra quelli che abbiamo potuto testare, c’è l’esagerato Hollywood, il classico soldato munito di fucile, che potrà lanciare granate e generare esplosioni degne di un film di Michael Bay al suo passaggio, l’agile Rama, con il suo arco letale ma difficile da impugnare, che sparerà frecce velenose, il burbero Hardtack, il tank armato di fucile a pompa e di arpione, e Fortune, la più minuta e scattante del gruppo. Questa gran varietà di agenti è giustificata dalla possibilità di schierare in campo tre personaggi per volta, da ruotare a proprio piacimento in base alle situazioni, ai boss, o ai nemici proposti, che spiccano (almeno nella demo E3 provata) per varietà, anche in termini di approccio (pur non brillando per intelligenza). Una rotazione da sfruttare anche strategicamente, cambiando personaggio quando la vita di un altro sta per finire, o per dargli il tempo di ricaricare la barra dell’armatura, e cruciale quando uno di loro morirà, dovendo contare sugli altri due (o solo uno) per portarla a termine.
Il gameplay rientra pienamente nei canoni della serie: un third person shooter a mondo aperto, con un gunplay sempre e comunque “all’acqua di rose” (e dai controlli non proprio precisi), ma apparentemente più variegato e profondo di quello di Saints Row, sensazione palese soprattutto impugnando l’arco di Rama e lo shotgun di Hardtack. Con salto e doppio salto si schivano i proiettili nemici, e lo stesso vale con lo scatto, seppur, in entrambi casi, “affannati” e pesanti da realizzare, mentre a donare un minimo di varietà agli scontri ci pensano un vasto parco di abilità attive e passive, tra le quali abbiamo provato unicamente una sorta di “modalità Super Mario”: il personaggio inizia a lampeggiare, corre più velocemente,e travolge chiunque incontri sul suo cammino. Il classico tocco “matto” di Volition!
Non abbiamo potuto saggiare la varietà della mappa o la bontà del sistema di guida di veicoli di terra e di aria, avendo potuto esplorare solo una infima porzione di città (gran bello scorcio però, con un giardino tipicamente giapponese, tra archi e fiori di ciliegio): l’obiettivo della demo testata era piuttosto quello di mostrarci una missione, e offrire un primo contatto con il combattimento, che resterà presumibilmente il fulcro dell’esperienza.
L’azione e la missione scorre molto blanda, con “hacking” limitato alla semplice pressione di un tasto, e al classico alternarsi di orde di nemici da annientare, nuclei difensivi e strutture da abbattere, fino ad arrivare al boss di turno, in questo caso un possente ibrido tra un umano e un robot, molto lento e per nulla difficile da mandar giù. A lasciare una buona impressione sono invece il comparto grafico, una versione più colorata e fumettosa (con un lieve e piacevole tocco cel shading) di Saints Row, e il concept delirante delle missioni: in quella provata, grazie alla soffiata di Aisha, sorta di idol giapponese con il pallino per il karaoke e le voci particolarmente fastidiose, ci siamo messi alla ricerca di un quartier generale dei L.E.G.I.O.N. da ripulire. Dopo essere entrati in una base segreta sotterranea attivando un tasto nascosto in un bidone della spazzatura, e aver superato incolumi la trappola organizzata proprio dalla nostra ex-gola profonda, abbiamo raggiunto una nave fluttuante nei cieli di Seul con un compito preciso in mente: fermare il matrimonio tra lei e il bestione/ibrido, intromettendoci proprio durante la cerimonia. Insomma, ne vedremo delle belle, e delle folli.
Il nuovo corso di Volition non convince ancora pienamente
Il nuovo corso di Volition non convince ancora pienamente: vuoi per una base narrativa sin troppo classica e abusata, vuoi per il solito manipolo di eroi che non propone nulla di nuovo, e lo stesso vale per il gameplay, di cui abbiamo provato solamente una parte ma sostanziale (ovvero la blanda meccanica di shooting). Il team ha ancora un ampissimo margine di miglioramento, con la data di uscita ancora generica (2017), e deve mostrarci la parte puramente open world, oltre che abilità che ci facciano realmente sentire dei super-agenti: al momento, l’interesse iniziale si è decisamente raffreddato. Riuscirà il team a tirare fuori un asso nella manica dei suoi?