Colonia – 20 anni di Anno. Perdonate il gioco di parole, ma non sono poi molte le serie in grado di resistere così a lungo alle rigide regole di un mercato in continua mutazione, men che meno quelle appartenenti al genere strategico/gestionale. Eppure la strategia secondo Ubisoft ha resistito allo scorrere del tempo, saltando con coraggio lungo la linea temporale della storia per offrire agli appassionati, di lunga data e non, esperienze sempre nuove, ma al contempo familiari. Dopo le sperimentazioni futuristiche di Anno 2070 e di Anno 2205, le cui novità ed ambientazioni non hanno convinto al 100% lo zoccolo duro, i ragazzi di Blue Byte hanno optato per un ritorno alle origini in tutti i sensi: Anno 1800 promette infatti di innestare all’interno del nuovo corso della serie meccaniche e modalità del passato richieste a gran voce dagli utenti, come ad esempio quella Sandbox e quella Multiplayer (di natura sia cooperativa che competitiva).
E un po’ come il XIX secolo stesso, questo nuovo capitolo promette di essere una linea di demarcazione, l’inizio di una nuova era, e il paio con il periodo storico appare sensato: un’era di scoperte, di viaggi, di rapporti commerciali via via più fitti e profondi, permeata di quell’ottimismo per il futuro di cui il futuro stesso esplorato dalla serie era sprovvisto. Ma a farla da padrone, oltre alla gestione della città, saranno meccaniche ed elementi richiesti dai fan: dagli avversari IA al commercio via mare, dalle mappe generate casualmente alle multi-sessioni dell’ultimo capitolo, una sorta di vero e proprio calderone che promette però di garantire un’offerta quanto più completa possibile. Protagonista è quindi la città, unitamente all’impatto che ogni nostra decisione avrà sulla stessa e sui suoi abitanti: nella sessione di gioco mostrataci alla gamescom, abbiamo visto uno zoo noioso e deserto (in quanto pullulante di pecore e maiali), trasformarsi nel divertissement principale del ceto più alto dopo una semplice missione esplorativa, il cui obiettivo era quello di recuperare bestie esotiche da mettere in mostra per puro diletto dei nostri cittadini più abbienti.
Pappagalli, elefanti e tigri sono tutta un’altra cosa, e nel giro di qualche minuto le case si svuotano e la struttura scoppia di bambini e spettatori entusiasti. Al contempo però, lontano dai lustrini e dalle luci, il ceto più basso, vessato dalle folli tasse e dai turni di lavoro massacranti, inizia la sua protesta: i quartieri poveri cambiano volto, si riempiono di bandiere e manifesti, e anche i ceti medi si uniscono alla ribellione gettando mobili e stracci dalle finestre.
A questo punto, le opzioni sono due: rispettare le loro richieste e ripristinare l’ordine con le buone, oppure schierare in campo la cavalleria e manganellare i rivoltosi, dovendo poi però pagare le conseguenze di questo comportamento poco democratico.
Altra importante novità che verrà indubbiamente accolta calorosamente dalla fanbase è Anno Union, un modo per certi versi nuovo di concepire il rapporto tra lo sviluppatore e i giocatori. Si tratta di un’iniziativa che porta all’estremo il concetto di “feedback della community”: un gruppo di fan storici della serie è stato infatti convocato negli studi tedeschi del team per testare con mano Anno 1800 ancor prima della stampa, e ancor prima di qualsiasi annuncio. Un’opportunità esclusiva per vivere lo sviluppo e l’evoluzione della propria serie preferita, e per mettere a disposizione della community stessa la propria esperienza, fornendo feedback e consigli su come migliorare i giochi. Anno 1800 è stato il primo a ricevere questo trattamento, e la scelta di annunciarlo con così largo anticipo rispetto alla data di uscita già confermata (inverno 2018) è dovuta proprio alla volontà di permettere a quanti più appassionati di partecipare attivamente allo sviluppo, plasmandolo secondo le richiese della fanbase.
In conclusione
Il gioco non uscirà prima di un anno e mezzo, motivo per cui è ancora troppo presto per farsi un’idea. Di certo, il mix di nuove e vecchie meccaniche, unito al ritorno ad un passato non troppo remoto (che strizza l’occhiolino ad un’altra produzione Ubisoft, sperando non condivida lo stesso destino – sì, Assassin’s Creed: Unity, ce l’abbiamo con te), così come il supporto attivo della community, rema tutto a favore delle imponenti navi da guerra ed esplorazione di Anno 1800. Sperando, ovviamente, che la tattica “squadra che vince non si cambia” non si riveli un’arma a doppio taglio.