Antigraviator – Anteprima GDC 18

San Francisco – Ci sono periodi in cui alcuni generi tornano in voga, o comunque in cui giochi di un genere non propriamente comune spuntano come funghi: in questo caso ci riferiamo ai giochi di corse futuristici, visto che negli ultimi anni ne sono usciti diversi. La WipeOut Omega Collection su tutte, proprio perché i titolo in questione rappresenta un’icona videoludica, quella da cui tutti gli altri hanno preso ispirazione: parliamo di RedOut (italiano, tra l’altro), Fast RMX (uscito prima su Wii U e poi su Switch), ma anche il più recente Formula Fusion.

Per questo quando si è iniziato a vedere qualche trailer di Antigraviator ci siamo quasi detti: “Ora basta, un altro clone di WipeOut…”. Vi anticipiamo che la nostra idea è però cambiata dopo averci giocato per un po’, fondamentalmente perché sì, anche Antigraviator prende spunto dal famoso gioco Psygnosys, ma lo fa a modo suo, introducendo anche diverse, importanti novità.

Partiamo dalla velocità, elemento fondamentale in un gioco di corse futuristico. Ebbene in Antigraviator non solo le navicelle sfrecciano alla bellezza di 60fps, quindi le corse sono piacevolissime anche da guardare, ma non hanno un limite di velocità. Più si corre senza sbattere e spingendo al massimo sull’acceleratore, più la velocità aumenta, soprattutto se ci daremo una spinta con i vari boost sparsi lungo i tracciati. Gli sviluppatori ci hanno detto che alcuni dei tester sono stati capaci di arrivare a 1000kmh, quando solitamente quella massima raggiunta è di 500kmh circa. Ma solitamente è proprio la velocità estrema uno dei problemi di questo sottogenere di giochi di corse, quella velocità che ci porta inevitabilmente a schiantarci sulle pareti o a finire fuori del tracciato, rendendo la gara poco spettacolare e facendoci posizionare agli ultimi posti. Dobbiamo dire che una delle cose che ci ha stupito particolarmente è invece proprio l’immediatezza dei controlli e la maneggevolezza del veicolo, nonostante la velocità elevatissima che possiamo raggiungere. Con un minimo di abilità riusciremo a fare la nostra corsa divertendoci, e riuscendo a restare sul tracciato anche non conoscendolo alla perfezione: questa caratteristica è positiva anche per il multiplayer (sia in split screen che online), visto che chiunque può mettersi al volante e risultare competitivo.

Se tutti si ispirano a WipeOut, ognuno dei giochi citati prima ha delle caratteristiche specifiche, soprattutto nel sistema di guida e nel gameplay: in generale le strade sono due, quella di focalizzarsi sulla velocità e sull’abilità di guida, e quella invece di focalizzarsi più sulle armi e sulla battaglia (oltre che corsa). Antigraviator sembra pendere sul settore corse e velocità, anche perché non esistono armi. Non avremo nessuno modo quindi per superare o seminare i nostri avversari se non grazie alle nostre abilità di guida? Non  proprio, perché esisteranno delle “trappole”, che consistono in elementi ambientali che possono danneggiare/rallentare i veicoli: ci è capitato di sbattere su dei massi caduti da una montagna, ma pare ce ne saranno più di venti diverse.

Anche i veicoli potranno essere modificati, ma a quanto pare bisognerà fare attenzione a non sbilanciarli troppo in un senso o nell’altro. I tracciati sono 12, divisi in 4 mondi, e tutti percorribili anche al contrario: naturalmente si tratta anche in questo caso di un elemento fondamentale, che può fare la differenza in termini soprattutto di divertimento. Quelli che abbiamo trovato noi ci sono sembrati ben congegnati, e ci siamo stupiti quando nell’ambientazione desertica siamo riusciti a fare una gimcana in maniera del tutto istintiva.

Un elemento che ha reso celebre la serie di WipeOut è stata la colonna sonora, che in quel caso si avvaleva di gruppi famosi o comunque talentuosi, purtroppo non abbiamo avuto modo di apprezzare adeguatamente il comparto sonoro, cosa che verrà sicuramente approfondita in fase di recensione. Il gioco uscirà su PC, PS4, Xbox One e anche se non ancora confermato, dovrebbe in futuro arrivare anche su Switch. Per quanto riguarda le console, ci è stato detto che si potrà scegliere (naturalmente su PS4 Pro e Xbox One X) tra una grafica 4K e framerate a 30, oppure in Full HD a 60 fps, per esaltarne fluidità e senso di velocità. Certo che avere la botte piena e la moglie ubriaca non sarebbe stato male.

Lo sappiamo, di cloni di WipeOut ne esistono molti, forse troppi. Però se come nel caso di Antigraviator ci sono diverse novità che lo rendono divertente, che male c’è? Velocità senza limiti (davvero, non esiste un limite, i veicoli accelerano all’infinito se non rallentano per cause di forza maggiore), guidabilità ben bilanciata, così come il design delle piste, creano un insieme di elementi che rendono Antigraviator divertente per tutti e già alle prime partite. Non è una cosa mai scontata in un videogioco, ma ancor più quando si parla di “giochi fortemente ispirati a/da” , i quali si concentrano più sull’emulazione che sulla possibilità di innovazione.

Antigraviator non stravolge un genere, ma introduce diverse novità mantenendo elevato il tasso di divertimento: se lo farà a lungo dipenderà da altri fattori, che potremo però snocciolare solo in fase di recensione.