Attack on Titan (l’Attacco dei Giganti per gli amici italiani, o Shingeki no Kyojin per i giappofili) è sicuramente una delle opere giapponesi più originali, interessanti e accattivanti degli ultimi anni. Si è infatti affiancato senza troppi problemi a fenomeni ben più longevi come One Piece e Naruto, e la folta schiera di seguaci aspettano con la stessa passione che il prossimo volume venga stampato o che la versione animata dia finalmente il via ad una seconda stagione. Perché? Semplice, Attack on Titan è un thriller con una spruzzata di mistero, un horror con molta gore ed uno shonen semplicemente esaltante.
Da questi presupposti non è difficile capire, in parte, i motivi del successo, e il conseguente arrivo di una controparte videoludica che eguagli la potenza visiva (e non solo) della produzione animata. Tecmo Koei, insieme ai ragazzi di Omega Force (quelli di Dynasty Warriors per capirci), ha quindi deciso di dare ai giocatori l’opportunità di muoversi tra le mura dell’ultimo avamposto umano, tra Titani da eliminare e misteri da risolvere con Attack on Titan: Wings of Freedom. Ci sarà riuscita?
Attack on Titan: Wings of Freedom è prima di tutto un prodotto con un target ben preciso, ovvero le persone che hanno apprezzato la prima stagione della serie animata o seguono il manga: tutti gli altri troveranno infatti un titolo sì entusiasmante al livello di gameplay, come vi racconteremo tra poco, ma povero di dettagli sul fronte narrativo. Il gioco di Tecmo Koei segue infatti fedelmente le vicende della prima stagione dell’anime, dall’attacco del Titano Colossale alle mura, fino alla conclusione della spedizione della Squadra Levi.
La vicenda viene raccontata frammentariamente attraverso dialoghi in-game e lunghi filmati, ma nel quadro generale si perdono purtroppo tanti dettagli che avrebbero permesso anche ai non appassionati di godere di una narrazione estremamente affascinante come quella dell’opera originale, che ha dalla sua un’ottima caratterizzazione dei personaggi ed una lore estremamente accattivante. Questo Attack on Titan: Wings of Freedom è da vedere quindi come una raccolta ben strutturata, divisa in capitoli e con la possibilità di impersonare più personaggi durante l’avventura, che va ad offrire all’appassionato un ottimo modo di rivivere le vicende già conosciute.
Il vero leit motiv dell’esperienza creata da Tecmo Koei è nel gameplay, che prende a piene mani dalla rodata struttura à la Dynasty Warriors e la adatta alle esigenze dettate dall’opera. I nostri eroi Eren, Mikasa, Levi e Armin combattono per difendere l’ultimo avamposto umano contro i mostruosi Titani, enormi creature carnivore, che vanno necessariamente eliminate colpendo un punto specifico tra la schiena e il collo. Il tutto avviene attraverso la “Manovra tridimensionale”, una serie di tecnologie e armamenti che permettono ai soldati di librarsi in aria e di colpire con grande velocità e forza quel determinato punto.
Ed è qui che si ha la prima grande variazione di gameplay: non si combatte a terra, ma in aria, spostandosi per le grandi mappe attraverso la manovra tridimensionale, passando per i tetti e agganciandosi al titano di turno. Qui è poi necessario decidere a quale parte del corpo aggrapparsi, se agli arti (eliminandoli si farà cadere il titano, così da colpirlo più facilmente, e si otterranno materiali preziosi) o direttamente al punto debole, rischiando di restare esposti ad eventuali prese o attacchi.
Muoversi attraverso la manovra è infatti un compito rischioso, e gli sviluppatori hanno trovato un ottimo equilibrio tra la facilità di utilizzo e la tensione di essere in costante pericolo, cosa che si respira continuamente nell’opera originale. Sarà quindi necessario gestire la nostra scorta di gas, necessaria a librarsi in aria attraverso i ganci, e l’usura delle spade, necessarie per colpire al meglio i punti deboli dei titani e conseguentemente ad abbatterli. Il feeling è quello giusto, e la goduria di poter vivere alcuni dei momenti più intensi delle vicende raccontate rende l’esperienza quasi estatica.
Il feeling è quello giusto, e la goduria di poter vivere alcuni dei momenti più intensi delle vicende raccontate rende l’esperienza quasi estatica
Librarsi per le mappe attraverso la manovra è intuitivo, divertente e funziona, anche quando la telecamera traballa e rende confusionari i movimenti. Se già la struttura viene incontro nel proporre un gameplay action sostanzialmente originale, a scongiurare la sensazione di tedio e ripetitività degli scontri ci pensano i differenti tipi di Titano, da approcciare secondo strategie differenti, e la possibilità di personalizzare il proprio equipaggiamento attraverso i materiali ottenuti.
Il crafting, sebbene molto basilare, permette infatti di creare differenti tipi di equipaggiamento (spade, ricariche e la tecnologia che permette la manovra) che variano per caratteristiche e permettono di approcciarsi agli scontri in modo differente, anche e soprattutto all’aperto, dove saremo costantemente supportati da un cavallo, che ci permetterà di coprire lunghe distanze e di prendere lo slancio per utilizzare la manovra in assenza di strutture a cui aggrapparsi. Ne consegue che Attack on Titan: Wings of Freedom non è né un Dynasty Warriors né un Mosou, pur mutuandone la struttura di base e alcune idee: è un’esperienza con una sua identità e, fortunatamente, piuttosto fedele alle sensazioni ed alle possibilità offerte dall’opera originale.
Uno dei difetti principali di Attack on Titan: Wings of Freedom è ravvisabile nella scarsa longevità della modalità principale e, al netto dell’alta rigiocabilità dovuta ai punteggi, la scarsità di modalità secondarie: l’unica attività collaterale è infatti rappresentata dalle spedizioni, vere e proprie missioni secondarie dagli obiettivi disparati, affrontabili sia in singolo che in co-op (fino a 4 giocatori) online. Insomma, uno svago interessante, soprattutto per i completisti del caso, che troveranno in questa modalità l’unica chance di ottenere materiali rari per creare dell’equipaggiamento di alto livello.
Tutt’altra storia per la componente grafica, che si pone purtroppo nella media delle produzioni di questo genere, con ambientazioni spoglie e poco dettagliate, alternate però ad una buona modellazione poligonale dei personaggi e dei Titani, molto diversi tra loro. Fortunatamente, nella versione PS4 da noi provata, abbiamo una risoluzione di 1080p ed un frame rate stabile a 60fps, che nell’economia di un gameplay così frenetico e veloce è sicuramente un bel punto a favore.
Attack on Titan: Wings of Freedom è una delle tante produzioni giapponesi che ricalcano un anime (o manga) di successo, ed è forse una delle più entusiasmanti proprio per la natura particolare e originale del mondo da cui pesca a piene mani. La struttura di base è quella di un Dynasty Warriors, con mappe di varia grandezza ed obbiettivi principali e secondari da portare a termine come più si preferisce, ma a far brillare l’esperienza è la manovra tridimensionale, saggiamente sviluppata per ricalcare l’esperienza raccontata nell’opera originale. Ci si muove in modo fluido, rabbioso e con una sensazione di freneticità senza precedenti nel genere: oltre ai movimenti, è il sistema di abbattimento dei Titani ad essere entusiasmante, sviluppato com’è con intelligenza e precisione, per permettere al giocatore di non interrompere bruscamente la velocità dei movimenti ma quasi di incentivarla, colpendo i Titani con precisione e rapidità. Poco male quindi se graficamente siamo dalle parti della vecchia generazione: i 60 frame per secondo si sentono e fanno la differenza, e il livello di fedeltà è stellare, tra il doppiaggio giapponese originale (con i soli sottotitoli in inglese) e la presenza delle musiche che abbiamo imparato ad apprezzare nell’anime. Promosso, insomma. |