Los Angeles – Uno dei punti forti della realtà virtuale è poter esplorare il divertimento per vie alternative. Quando pensiamo alla comunicazione tra giocatore e console, la nostra mente inquadra subito il controller da tenere in mano, mezzo per trasmettere gli input. La realtà virtuale usa infatti un altro mezzo, il visore, in grado di lasciare libere le mani. Arca’s Path VR sfrutta proprio questo concetto.
Provato su PlayStation VR, ma disponibile anche per i visori che non richiedono un controller, Arca’s Path VR è prodotto da Rebellion e sviluppato da Dream Reality Interactive.
Tutto si comanda semplicemente con la testa, ragion per cui il gioco sarà disponibile anche su Oculus Rift, HTC Vive, Oculus Go e anche Samsung Gear VR.
La protagonista è una ragazzina sperduta in un mondo ormai al collasso. Le distese bruciate e senza vita fanno trasparire bene la desolazione di un futuro nemmeno così improbabile. Per introdurre la storia attorno al gioco bastano alcune interessanti sequenze disegnate in stile fumetto.
La ragazzina trova per terra una maschera colorata, che la fa entrare in un mondo fantastico, Arca. La realtà lascia spazio alla finzione, piena di colori, panorami e gioia illusoria. Lei, ovviamente, non vuole separarsi da una simile bellezza.
Non servono spiegazioni per sapere come giocare. Arca’s Path VR è un platform in 3D in cui bisogna controllare una sfera poligonale, ben in linea con la grafica globale. Bisogna portare questa sfera da A a B senza farla cadere nel vuoto, anche se presumo ci saranno maggiori pericoli con l’avanzamento dei livelli.
Un concetto semplice, già visto in altri giochi, ma sempre divertente e allo stesso tempo sfidante.
Qui però non servono pollici, basta muovere il collo per governare la sfera. Non è necessario nemmeno essere dei professionisti: i controlli sono rapidi, intuitivi, la sfera risponde bene agli input in relazione ai propri riflessi.
Funziona bene anche l’immersione nel ruolo della protagonista. I nostri occhi diventano i suoi, una volta che la ragazza indossa la maschera. L’obiettivo suo è estraniarsi dal suo mondo. Il nostro è quello di aiutarla a farlo in una maniera inusuale, ovvero trasportando questa sfera.
I panorami visibili sono semplici e colorati, con una grafica poligonale che ben si sposa con la vegetazione e gli spigoli del percorso da intraprendere.
Alla fine della demo, corrispondente al secondo livello, la ragazzina si toglie la maschera, ormai danneggiata. C’è dunque un velo di mistero su cosa possa succedere in seguito. Il trailer finale svela qualcosa, mostrando livelli con colori più cupi e percorsi quasi distorti.
Allora Arca non è un paradiso. C’è qualcosa sotto, un dettaglio che forse sfugge al giocatore e alla protagonista.
La maschera però è l’unica via di fuga per un mondo così devastato. Cosa potrà (e cosa potremo) fare per rituffarci nella migliore realtà, quella virtuale? Lo sapremo solo una volta ottenuta la versione finale di Arca’s Path VR.
Essendo così carina la realizzazione grafica, è spesso venuta voglia di guardare in giro. Il problema è che così facendo si dà un input alla sfera. Non c’è modo di separare il movimento della testa da quello della sfera, limite dovuto all’assenza di un controller fisico. Tutto ciò che si può fare è dunque utilizzare la coda dell’occhio per ammirare il panorama.
Giochi come Arca’s Path VR richiedono una buona dose di inventiva per non rendere monotoni i livelli. Il primo era un palese tutorial, forse addirittura esageratamente lungo, per imparare i controlli. Nel secondo si poteva già cascare nel vuoto.
Vedremo quali pericoli avranno inventato gli sviluppatori per rendere Arca’s Path interessante fino all’ultimo minuto di gioco.
Arca’s Path VR rientra già tra quei giochi semplici, sobri e rilassanti che sfruttano alla perfezione la realtà virtuale. La varietà di visori su cui è in arrivo e l’assenza di controller facilitano ulteriormente la fruibilità.
Il velo di mistero che cela il mondo di Arca è inoltre ottimale per creare attesa. Non si capisce bene quanto idilliaco possa essere questo posto, eppure è l’unica fonte di gioia per la ragazzina che indossa la maschera.