News 11 Gen 2016

Assassin’s Creed Chronicles: India – Recensione

La lotta tra Assassini e Templari sembra non aver mai fine: un estenuante scontro generazionale segreto tra le due fazioni nel corso della storia. Da un lato ci sono i Templari che sin dai tempi medievali fanno ogni cosa in loro potere per soggiogare l’umanità (o almeno così sembra) mentre dall’altra parte gli Assassini che lottano al fine di garantire il libero arbitrio e la sopravvivenza di tutta la specie umana.
La saga di Assassin’s Creed ci accompagna da quasi dieci anni tra serie main e vari spin-off, tra cui la serieChronicles: tre avvincenti viaggi con tre protagonisti uniti da un unico Credo. Ubisoft ci dà la possibilità di indossare i panni di nuovi maestri assassini in scenari 2,5D introducendo a tutti gli effetti un nuovo modo di giocare l’acclamata serie. Dopo aver già reso disponibile Assassin’s Creed Chronicles: China, gli sviluppatori ci danno la possibilità di avventurarci nella seconda avventura (di un’annunciata trilogia) intitolata India con un nuovo eroe e un’ambientazione inedita. Sarà in grado di dare un tocco di “freschezza” al brand introducendo nuove dinamiche e situazioni più concitate?

Assassin’s Creed Chronicles: India

Piattaforma: PS4/Xbox One/PC

Genere: Azione/Avventura

Sviluppatore: Climax Studio

Publisher: Ubisoft

Giocatori: 1

Online: Classifiche

Lingua: Audio in inglese, Testi in italiano

Versione Testata: PS4

Siamo nel 1841, l’impero Sikh e la Compagnia britannica delle Indie sono in pieno conflitto. Il protagonista del gioco è Arbaaz Mir, un membro del Kashmir della Confraternita indiana degli Assassini, con un passato da piccolo ladruncolo in seguito alla scomparsa dei suoi genitori. Il Maestro Assassino Hamid vedendo del potenziale in lui decide di prenderlo sotto la sua ala protettiva facendogli da mentore e in un certo senso da tutore. Arbaaz in passato fu incaricato da Hamid di rubare il prezioso diamante Koh-i-Noor al maharaja, ritenuto dallo stesso un frutto dell’Eden, e salvare la vita di Ranjit Singh dall’attacco dei templari. Qualcosa andò storto: non riuscì a salvargli la vita ma recuperò la pietra preziosa e conobbe la principessa Pyara Kaur, di cui si innamorò.

Come per il capitolo China lo stile rimane pressoché invariato: gli sviluppatori hanno scelto una produzione basata principalmente sullo stealth affidando al giocatore la scelta su come affrontare l’avventura. La particolare caratterizzazione del protagonista si può notare sin dai primi momenti di gioco: astuto, agile e con un certo fascino che gli ha consentito di cavarsela in anni decisamente molto duri. La cosa che più colpisce, oltre all’amore smisurato per la sua bella principessa, è la lealtà e l’amicizia nei confronti del già citato Hamid fin dalle prime battute di gioco.

Amicizia, lealtà e amore sono i valori cardine dell’assassino Arbaaz Mir, il protagonista dell’avventura

Vogliamo precisarlo fin da subito: anche se ci troviamo di fronte ad un Action/Adventure con elementi stealth, il primo impatto che si ha è quello di un Platform vecchia scuola che per tanti versi porta alla mente l’intramontabile Prince of Persia a due dimensioni. Tutto quello che abbiamo imparato dai capitoli main della sagalo ritroviamo come per magia anche in questo titolo, in una veste tutta nuova e con meccaniche differenti.Assassin’s Creed Chronicles: India, composto da 10 sequenze, tiene il giocatore impegnato per circa 10 ore e il modo in cui si affronta ogni singola sessione determina valutazioni Ombra, Silente o Assassino che andranno a totalizzare il punteggio finale del capitolo.  Essendo Assassini silenziosi, un numero maggiore di punti viene ottenuto solo quando si rispettano dei requisiti specifici e ogni singola azione ne incrementa il moltiplicatore. Ovviamente non tutti i livelli vanno affrontati nello stesso modo: in determinati capitoli sarà di fondamentale importanza il tempo impiegato per portarli al termine piuttosto che numero e metodi di uccisione. Ogni missione, inoltre, ha dalla sua degli obiettivi secondari che incrementano ulteriormente la durata totale del gioco.

Arbaaz Mir, come ogni adepto del Credo, dispone di un arsenale di tutto rispetto tra cui il Chakram, un’arma da lancio tipicamente indiana, utile per distrarre le guardie e tagliare funi nella risoluzione di alcuni puzzle game. Non da meno sono le bombe fumogene e quelle rumorose estremamente utili per creare diversivi e per attraversare indenni corridoi insiti di templari. In più grazie al rampino può arrampicarsi sui soffitti e nascondersi. Ogni “cattivo” ha una propria caratterizzazione e abilità speciale, nonché ricercati punti deboli, e il giocatore, servendosi dell’immancabile “occhio dell’Aquila”, può pensare alla giusta strategia per la loro disfatta.

Abbiamo appena detto che la strategia è alla base di tutto, i nemici sono sempre all’erta e l’obiettivo è quello di superare inosservati il loro raggio visivo. L’approccio stealth è fondamentale poiché è quasi impossibile superare le zone in modo diretto: quando i nemici sono allertati passano all’attacco e chiamano immediatamente rinforzi portando ad un quasi certo Game Over. In caso di desincronizzazione, il caricamento da checkpoint risulta immediato e non frustrante visti i molti tentativi necessari per superare determinati punti. Nel corso dell’avventura Arbaaz sbloccherà nuove abilità speciali tra cui il Colpo Helix, unica possibilità per uccidere i nemici con un colpo solo, e Mimetizzazione e Scatto Helix per rendersi invisibili ai nemici per un tempo limitato.

Come ogni capitolo della saga non possono mancare i punti di sincronizzazione: una volta svelata la mappa, rappresentata anch’essa in 2.5D, il giocatore può vedere su di essa obiettivi, tesori e frammenti dell’Animus.

Utilizzare la giusta strategia servendosi dell’Occhio dell’Aquila è fondamentale

Una buona aggiunta è rappresentata dalla modalità Extra chiamata “Stanza delle sfide”: una serie di missioni nell’Animus che mettono alla prova le abilità del giocatore nelle modalità Raccolta, Contratti e Assassinio. InRaccolta, livello dopo livello, si devono recuperare frammenti dell’Animus in determinate condizioni ed entro un limite di tempo; in Contratti gli sviluppatori hanno proposto un’esercitazione in cui si deve cercare con l’occhio dell’Aquila il bersaglio, assassinarlo silenziosamente e uscire dalla porta; ultima sfida è Assassinio, in cui si devono “semplicemente” uccidere tutti gli obiettivi con diversi stili a seconda delle indicazioni.

Visivamente parlando Assassin’s Creed Chronicles: India riesce a trasmettere, con sfondi disegnati a china, il fascino orientale di tradizioni millenarie e templi antichissimi. Il tutto è accompagnato da melodie composte su una scala di molti microtoni e infinite gamme di variazione rendendo il sottofondo di gioco molto rilassante oltre che coinvolgente. Il doppiaggio è in lingua inglese con una buona traduzione sottotitolata in lingua italiana. Avremmo preferito un doppiaggio nella lingua nostrana in quanto a volte si fa fatica a leggere mentre si è alle prese con l’azione.

Durante la nostra prova ci ha colpito l’eccezionale lavoro effettuato dai ragazzi di Climax nell’utilizzo dell’Unreal Engine 3. Il gioco non sembra avere problemi evidenti, a parte piccoli bug della mappa che ci segnalava obiettivi già completati e comandi che nelle fasi più concitate e “frettolose” non rispondevano correttamente portandoci all’inevitabile fine partita.

In conclusione…

Il titolo di Climax Studio risulta essere davvero divertente, con una difficoltà nella media e una discreta longevità che si attesta sulle 10 ore (escludendo la modalità Extra). Seppur mantenendo lo stesso stile del capitolo precedente, Assassin’s Creed Chronicles: India riesce a intrattenere il giocatore migliorando quelle piccole cose che non ci avevano pienamente convinto nel capitolo China, tra cui ambientazioni epuzzle solving.

Nonostante qualche piccolo bug visivo e di gameplay il titolo si lascia giocare tranquillamente, anche se qualche situazione potrebbe dare del filo da torcere. Lo “spin off” del noto franchise è adatto sia ai veterani che ai novizi, con una storia completamente indipendente ma con le cronache collegate a livello narrativo con gli altri titoli della trilogia. Per noi è un “Sì”, assolutamente da provare.

Voto: 7,5/10

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