Assassin’s Creed The Ezio Collection – Recensione

È uno dei personaggi più amati delle due ultime generazioni di console; gli fanno un baffo il carisma misterioso di Altair, il fascino silenzioso di Connor, il caratteraccio burbero del pirata Edward Kenway e pure gli ultimi bellimbusti apparsi nel franchise, rispettivamente in Francia e in Inghilterra, di cui molto probabilmente metà di voi su due piedi non ricorderà il nome. Diciamocelo, non è facile chiamarsi Ezio Auditore: mettici pure quel peso sulle spalle tutto tranne che trascurabile, essere il protagonista del momento di massimo apice di uno dei brand videoludici più quotati di sempre, e di colpo diventa evidente per quale motivo il nome del celeberrimo Assassino di Firenze sia universalmente noto anche al di fuori del popolo giocante, al pari di mostri sacri dell’Industria aventi molte più primavere sul groppone. Ezio Auditore, il ragazzaccio “della Firenze bene” scampato per miracolo allo sterminio misterioso della propria famiglia, accolto tra le braccia del leggendario Ordine contrapposto ai famelici Templari e, in un paio di decenni di onorata attività nei panni di Gran Maestro, capace di stravolgere gli equilibri della guerra più longeva della storia umana: bisognava tornare al 1500 per trovare un Italiano che ci capisse qualcosa di politica …

Considerando l’elevata frequenza del fenomeno Remastered, una costante capace di caratterizzare tanto gli ultimi anni della passata generazione quanto quelli iniziali di quest’ultima, era difficile non immaginarsi una riedizione speciale di Assassin’s Creed appannaggio dei possessori di PS4 o Xbox One, rivolta come da tradizione sia ai nostalgici, sia a quei pochissimi che a tempo debito non hanno avuto modo di ripassare la storia in compagnia degli scrittori di Ubisoft. L’invidiabile vastità di una serie passata sotto le forche dell’annualità con tutti i se e i ma che il caso ha comportato, tuttavia, ha spinto il Publisher d’Oltralpe a giocare d’astuzia, preferendo la qualità alla quantità e optando per la riproposizione in alta definizione della sola “parte” più famosa, la Trilogia Italiana. The Ezio Collection: una scelta furba quella di Ubisoft, volta a capitalizzare al meglio l’ennesima operazione Amarcord permettendo al team di sviluppo di concentrarsi su del materiale originale già di altissimo livello. Del resto, lo ribadiamo ancora una volta, le vette maggiori scalate da Assassin’s Creed si dividono tra Firenze, Venezia, Roma e Istanbul: e a scalarle, una dopo l’altra, troviamo sempre e solamente lui.

ezio auditore assassins creed

The Ezio Collection, come prevedibile, vanta le riedizioni in alta definizione dei tre capitoli del ciclo Auditore, rispettivamente Assassin’s Creed II, Assassin’s Creed: Brotherhood e Assassin’s Creed Revelations. Un’offerta ludica significativa, non c’è che dire, sul cui valore – tanto in termini narrativi quanto di giocabilità – non c’è molto da discutere. Ad arricchire il pacchetto di Ubisoft accorre l’intero set di DLC dei tre titoli, esclusion fatta per quelli relativi alle componenti multigiocatore: una scelta che ci sentiamo di definire ragionevole, quella effettuata dal Publisher, laddove l’investimento in una nuova infrastruttura dedicata al multi di Brotherhood e Revelations difficilmente sarebbe corrisposta da un’effettiva partecipazione del popolo giocante – attratto da esperienze multigiocatore differenti da quelle offerte dai “vecchi” Assassin’s Creed, per quanto divertenti ed immediate. Meglio dunque concentrarsi sul single player, punto di forza di questo trittico illustre, replicando quello “Schema Remastered” che già altre collezioni, Uncharted in primis, hanno fatto proprio con successo. Ultimi, ma non meno importanti, gli appassionati della storia secondo Abstergo potranno godere di Assassin’s Creed Lineage e Assassin’s Creed Embers, le due serie composte rispettivamente da tre e un cortometraggio dedicate alla vita della famiglia Auditore e ai primi passi del casato tra le fila degli Assassini. Di materiale, insomma, ce n’è quanto basta a dichiarare ragionevole l’esborso di quasi 50€ richiesto da The Ezio Collection: ora vediamo se ne vale la pena.

Tecnologicamente parlando, ciascun titolo supporta i recenti standard grafici FullHD, offrendo una risoluzione nitida a 1080p destinata a lievitare ai famigerati 4K per i possessori di PS4 Pro. L’immagine complessiva gode di un impatto non certo contenuto, che oggi come allora trova nel generoso level design uno dei propri punti più positivi. Firenze, Monteriggioni, Roma, Venezia o Istanbul hanno ancora parecchio da dire, nonostante la transizione generazionale e il passaggio degli anni segnino in modo evidente l’operato di Ubisoft. Del resto è comprensibile, specie nel caso di Assassin’s Creed II, come il risultato raggiunto dal team di sviluppo sia ben lontano dagli standard a cui le attuali console ci hanno abituato: un limite evidente soprattutto per quanto concerne modellazione dei personaggi, siano essi primari o NPC, e annesso parco animazioni. Lungi da noi dire che The Ezio Collection sia “brutta” da vedere, o anacronistica nel suo tentativo di celebrare il glorioso passato della saga: al contrario, il più recente Revelations offre scorci ispirati e una pulizia visiva interessante, nettamente superiore anche a quella di Brotherhood – che si posiziona a metà strada, in una veloce classifica tecnologica tra i tre titoli in lizza. Il revamp effettuato dallo sviluppatore arricchisce la patina dei tre titoli donando brillantezza, nitidezza e l’immancabile maggiore definizione: il risultato è convincente e permette di apprezzare la maestosità del lavoro svolto la passata generazione solleticando non poco il nervo della malinconia, ma – e lo ripetiamo, comprensibilmente – non riesce del tutto ad annullare quella sensazione di “mancato stupore” una volta avviata ciascuna delle tre avventure. Qualcosa, per intenderci, di simile al “bello, ma me lo ricordavo migliore“.

ezio auditore assassins creed

Capitolo ancor più delicato è quello del gameplay, fiore all’occhiello (a tempo debito) di ciascuno dei tre episodi di Ezio oggi in esame: non è infatti un caso se, ad anni di distanza, le preferenze degli amanti del brand ricadano inesorabilmente all’interno di quel triangolo i cui vertici sono rappresentati da AC II, Brotherhood e Revelations. Vertici che, è bene sottolinearlo, ancora oggi si dimostrano estremamente giocabili, divertenti e capaci di regalare soddisfazioni date per presunte disperse: questo, tuttavia, tenendo bene a mente una semplice osservazione. Semplice e tutto sommato evidente, legata all’evoluzione naturale a cui il brand si è “piegato” negli anni successivi: un processo di ammodernamento che ha condotto ad animazioni e movenze più leggere, meccaniche più snelle e accessibili, una macchinosità nelle azioni da compiere via via in diminuzione. Il rampino dei recenti episodi, ad esempio, o il ridimensionamento dei vincoli nelle lunghe arrampicate urbane rappresentano forse due degli esempi più emblematici di questo percorso di crescita, digerito dai giocatori oramai da un pezzo e, proprio per questo, vistosamente assente in questa The Ezio Collection.

La scelta portante di questa Remastered non avrebbe potuto essere migliore

Muovendoci da queste ipotesi, la tesi può dunque essere una sola: il gameplay della saga di Ezio Auditore, per quanto positivo sotto numerosissimi punti di vista, sente il peso dei propri anni. Una situazione non così drammatica da rovinare l’esperienza di gioco, che al contrario si dimostra entusiasmante e coinvolgente, ma che proprio in virtù del nome altisonante di quel suo protagonista tanto amato rischia quasi di “tradire” il ricordo di milioni di giocatori, che associavano all’istrionico fiorentino i momenti più indimenticabili di anni di lotta ai Templari e all’Abstergo. Precisiamo ancora una volta la necessità di contestualizzare quanto appena detto all’interno del mercato Remastered, laddove è il caso di sottolineare che Ezio potrà avere sulle spalle tutti gli anni che vuole, ma riesce a prendere sonoramente a calci sulle terga svariate produzioni successive senza sgualcire il proprio mantello. Semplicemente, chiunque abbia amato alla follia uno di questi tre capitoli (Assassin’s Creed II, per chi vi scrive) troverà parte di quella magia leggermente diluita dall’impietoso tempo. Tempo, a cui nemmeno un Assassino del calibro di Ezio Auditore riesce a sfuggire.

Conclusioni

Che una riedizione moderna di Assassin’s Creed fosse nell’aria, a ben vedere, era cosa nota già da parecchio tempo. Restava soltanto un dubbio, cosa includere in quello che avrebbe dovuto configurarsi come l’omaggio generazionale ad un brand capace di consacrarsi a blockbuster nell’arco di un semplice paio d’anni, prima di cedere alle lusinghe dell’annualità e perdere per strada parte della propria spinta innovatrice. Un dubbio a cui in cuor nostro avevamo già trovato una risposta, la stessa che Ubisoft ha confezionato e reso disponibile da pochi giorno sotto il nome di The Ezio Collection. Ezio, badate, non “Ezio Auditore”, quasi a voler ribadire ancora una volta quanto quelle quattro semplici lettere significhino per l’intero franchise e per milioni di giocatori in tutto il mondo. Perché è inutile negare l’evidenza: nel vasto panorama di primari all’interno dell’Ordine degli Assassini, nessuno è riuscito a far breccia nei cuori degli appassionati come Ezio. Un’icona che buca lo schermo, divenuta oggetto di un immaginario collettivo che trascende il semplice universo del gaming.

Ecco perché la scelta portante di questa Remastered di lusso non avrebbe potuto essere migliore. The Ezio Collection offre ai possessori di PS4 e Xbox One i momenti più alti della serie, quelli che vengono ancora ricordati con un sorriso malinconico misto alla consapevolezza che, da quelle arrampicate sulle pareti di Santa Maria del Fiore, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Molta, invero, così tanta da farci accorgere di come sette anni dopo parte di quella magia abbia finito per soccombere all’erosione del tempo, implacabile nel rimodellare i gusti del pubblico giocante e nel “condannare” almeno in parte meccaniche di gioco non più inedite come le ricordavamo. AC II, Brotherhood e Revelations invecchiano, chi più chi meno, e il vestito delle grandi occasioni – che maschera come meglio riesce le rughe del capitolo iniziale, mostrandosi più adeguato nei due seguiti – ricamato da Ubisoft non riesce a svecchiare un gameplay sì divertente ed immediato, ma meno sempreverde di quanto fossimo convinti. Ma stiamo pur sempre parlando di Ezio Auditore da Firenze: e per ogni aspirante Assassino che si rispetti, questo basta e avanza.

 

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