News 12 Dic 2012

Assassin’s Creed III (Wii U) – La Recensione

Titolo: Assassin’s Creed III

Piattaforma: Xbox 360/PS3/PC/ Wii U

Sviluppatore: Ubisoft Montreal

Publisher: Ubisoft

Giocatori: 1 (single player), 2-4 (Co-op – Branco), 2-8 (multiplayer)

Online: Classifiche, Contenuti scaricabili

Lingua: Italiano

La saga targata Ubisoft giunge al terzo atto ufficiale, ma a conti fatti è effettivamente la quinta avventura in cui è possibile vestire i comodi panni di Desmond Miles, con annessa invasione della sua privacy, dei sogni e del DNA, grazie al diabolico (quanto tecnologico) Animus. Gli utenti Xbox 360 e PlayStation 3 hanno già avuto modo di completare il lauto pasto, così come quelli PSVita (ai quali è stato servito lo spin-off Liberation); molti utenti PC sono ormai in dirittura d’arrivo (tenendo conto dei 23 giorni di ritardo rispetto alle home-console); a completare l’assalto alle piattaforme casalinghe ci pensa la versione più fresca in circolazione, la prima “vera e propria” in territorio Nintendo (glissiamo sulle uscite DS):  da una parte, la grande N vuol mostrare sin da subito che gli hardcore gamers non saranno più i fanalini di coda sulle loro console, mentre il publisher d’Oltralpe vuol far notare all’utenza della casa di Kyoto che il nome Ubisoft non deve essere necessariamente associato a strampalati conigli e a divertenti platform a base di melanzane antropomorfe.

Della carne al fuoco proposta dallo studio di Montreal se n’è già parlato in sede di recensione, a cura del nostro Diego “Neko” Conti, per cui possiamo rimandarvi direttamente all’articolo in questione per saperne di più sul titolo, a partire dalla trama incentrata sulla sempiterna lotta tra assassini e templari, passando per il ricchissimo gameplay costellato di sfide, side-quests, caccia, scontri navali e quant’altro.

Quella che vogliamo proporvi in quest’occasione è una breve analisi sulle sostanziali differenze tra le versioni “classiche” e quelle mediate dal “Nintendo Style“, permettendovi così di comprendere se vale davvero la pena rigiocare lo stesso titolo sul vostro nuovo e fiammante Wii U, o se sia meglio indirizzare i propri (sudati) risparmi in un’altra direzione.

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Wii U or not Wii U? Le differenze

  • Comparto Tecnico: dal punto di vista grafico, il titolo si presenta esteticamente in maniera pressoché identica rispetto all’altra versione in mio possesso, quella per Xbox 360 (prendetela, quindi, come punto di riferimento). Stesse ombre, stesse textures, stessi glitch. Peccato che il frame-rate non sia invece lo stesso: oltre a degli evidenti cali nelle fasi più concitate (in particolare durante le varie battaglie presenti, in cui è facile trovare tanti NPC ed esplosioni allo stesso tempo su schermo), ancor più pesanti rispetto alla controparte Xbox 360, si nota una generale diminuzione della fluidità, seppur leggera e quasi impercettibile ad un occhio poco allenato. Nulla in grado di minare l’esperienza di gioco, comunque. Neanche i fenomeni di pop-up e bad clipping, frequenti anche dopo il download di una prima patch, vanno ad intaccare l’esperienza di gioco (come accadde a ridosso del day-one delle due versioni “primarie), risultando unicamente sgradevoli dal punto estetico ma nulla più: oggetti nello sfondo e personaggi che tendono ad apparire e sparire, o poligoni che s’incastrano vicendevolmente, ben più spesso che sulla controparte, non sono mai i benvenuti.
Anche se potrete aiutarvi con il touchscreen, l’inventario rimane davvero scomodo (così come sulle altre piattaforme).

Stiamo pur sempre parlando di una console uscita da meno di due settimane, dall’hardware ancora giovanissimo (seppur, sulla carta, “datato”): in un certo senso, l’aver proposto sin da subito un livello tecnico al pari di console già rodate (ma vetuste), per quanto possa risultare “banale”, è comunque un buon inizio che lascia presagire un futuro ben più roseo rispetto a quello della possente PlayStation 3, la cui complessa architettura ha causato ben più di un grattacapo ai team alle prese con titoli multipiattaforma, restituendo spesso ad una versione tormentata da problemi (sia grafici che tecnici). Infine, l’IA rimane quasi invariata, se non qualche raro caso di “imbambolamento” degli avversari, come pure rari sono i freeze (con conseguente riavvio obbligatorio della console), anch’essi incontrati con maggior frequenza che su console Microsoft. L’unica nota positiva della versione Wii U sembrano essere quindi i colori, più freddi e brillanti, meno spenti rispetto alla tonalità “seppia” della versione Xbox 360 (presente invece sul piccolo schermo del GamePad), i quali restituiscono persino qualche lieve dettaglio grafico in più.

  • Gameplay: sin dal primo annuncio di un capitolo della saga di Assassin’s Creed su una piattaforma Nintendo, si è iniziato a fantasticare sulle possibili stravaganze della giocabilità, con una qualsivoglia soluzione in grado di mescolare un titolo più “tecnico” rispetto alle classiche produzioni per Wii, con un sistema di controllo decisamente più interattivo di un classico joypad. La delusione regna sovrana quindi nell’apprendere che il GamePad del Wii U verrà principalmente sfruttato come mappa/HUD e/o come base “portable” da giocare spaparanzati sul letto. Le uniche interazioni touch, infatti, riguarderanno il menù di selezione delle armi (il quale andrà comunque azionato tramite la pressione del tasto dorsale destro) e il fischio per la (magica) apparizione del vostro puledro (utile nell’esplorare l’immensa Frontiera), mentre per la stragrande maggioranza del tempo agirà da mappa, più comoda da visualizzare, e, nel caso in cui vogliate uno schermo della TV totalmente spoglio di minimappe ed indicatori (enfatizzando l’immersione), potrete spostare qualsiasi elemento dell’HUD sul GamePad, ma non solo.
Per non perdere la bussola…

Nel caso in cui vogliate optare per una postazione più comoda, o qualcuno dei paraggi ha bisogno di dare un’occhiata alle previsioni meteo del TG, potrete giocare Assassin’s Creed 3 in versione “portable” (ma non troppo lontani dalla console), con una grafica leggermente sbiadita, e come detto in precedenza, dalle tinte “seppia”, ma comunque ottima e fluida. Sempre sul controller del Wii U, inoltre, verranno proiettate le cut-scenes principali (nel caso dobbiate staccare gli occhi dal televisore durante qualche scena topica). Per il resto, la giocabilità resta inalterata, con il grilletto destro fondamentale per corsa, salti ed attacchi violenti e quant’altro, essendo stati mappati in maniera non dissimile dai pad delle controparti, così come il comparto multiplayer.

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In conclusione…

Wii U è giovane ed è pieno di belle speranze. Anche Ubisoft ne è convinta, e lo dimostra supportando sin dall’inizio la nuova console di Nintendo, offrendo una potente esclusiva (ZombiU…stay tuned per la nostra recensione!) e il porting di uno dei suoi titoli di punta. Il titolo di per sé, del quale potete leggere la nostra recensione ufficiale, è certamente validissimo: i possessori di Wii U orfani di Xbox 360, PlayStation 3 o di un PC decente (forse una chimera al giorno d’oggi) che non hanno avuto il piacere di gustarselo in occasione dell’uscita (così come i giocatori impegnati in altre avventure in quel di Novembre), dovrebbero assolutamente fare loro un titolo di una tale caratura. Al contempo, però, chiunque avesse già avuto modo di addentrarsi nell’Animus in compagnia di Desmond e Connor, non troverà alcuna sostanziale novità in grado di giustificare un nuovo acquisto: vuoi per quale sbavatura tecnica (seppur lieve) rispetto alla controparte Xbox 360 (la versione in mio possesso), vuoi per l’innovativo GamePad sfruttato unicamente come comoda mappa/HUD (o eventuale base per delle sessioni sotto le coperte del vostro confortevole letto) o per l’assenza di qualsivoglia missione/contenuto aggiuntivo. La delusione non sta tanto nell’offrire un titolo “solo” all’altezza delle controparti principali (comunque una vittoria, in una gen contraddistinta da porting osceni), ma nel non aver offerto chissà quale rivoluzione al livello di gameplay su cui Nintendo punta (e che sarebbe stata raggiunta quasi certamente da tempi di sviluppo più distesi – si parla pur sempre di non 3 ma 4 versioni su cui lavorare!). In ogni caso, non importa dove: l’importante è che si insorga.

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