Ogni Assassin’s Creed degno di questo nome deve rispettare poche e semplici regole. Le linee guida generali che hanno reso grande questa saga sono chiare e ben definite, punti d’appoggio inamovibili per gli appassionati, nonché elemento di piacevole sorpresa per il videogiocatore neofita alla sua prima avventura armato di lama celata. La ricetta è semplice; la sua realizzazione affatto. Mescolare spirito di avventura, dovere e disciplina, ma anche e soprattutto una grande trama che continua ad essere scritta da ben quindici anni.
Da sempre, ogni capitolo ha arricchito la lore degli assassini più famosi dei mondo dei videogiochi e Assassin’s Creed Mirage, che potete acquistare da GameStop a questo link, non è affatto da meno.
Una nuova avventura tributa la storia del franchise e ci catapulta in una Baghdad dal retrogusto nostalgico, a tratti capace di riportarci nel lontano 2007, su console oramai vecchie di due generazioni, in cui tutti noi scoprivamo una delle saghe più ricche e longeve di sempre. Ma quest’ultima fatica di casa Ubisoft (Ubisoft Bordeaux per l’esattezza) non si ferma a un tuffo nel passato. Mirage è una celebrazione del “vecchio stile”, un ritorno alle origini per le meccaniche di gioco base, ma con occhio alle innovazioni segnate sino ad oggi. Descrivendolo in un modo grezzo, si potrebbe definire come una perfetta crasi tra ogni capitolo della saga, che coglie da ciascuno di essi unicamente gli elementi migliori. Un titolo non certo privo di difetti e punti deboli, beninteso, ma sicuramente con un grande cuore.
Inquadriamo questa avventura come un open world sempre vivo. Il mondo di gioco ha come cornice e protagonista una Baghdad vibrante, dettagliata e meticolosamente riportata alla luce dal lontano 861 d.C, nel pieno dell’epoca d’oro islamica. E non parliamo unicamente della città dal punto di vista architettonico. Anche la popolazione è sempre attiva, dai meticolosi dettagli nei costumi indossati all’accurato comparto audio, impeccabile sia nel linguaggio che nelle musiche. Graficamente impeccabile, ogni elemento che circonda il giocatore, fin dal primo passo dentro la città, è un omaggio alla cultura araba e le sue origini più profonde e splendenti.
I fan più appassionati, o anche solo chi ama la storia, gradirà l’enorme lavoro di studio e di ricerca non solo utile alla costruzione del mondo di gioco, ma anche declinato nel menù di gioco dedicato agli archivi storici, con chicche, cenni storici e molto altro.
Ben bilanciato l’equilibrio tra il “narrative driven” e il concetto libero di open world
Il titolo si prende il suo tempo per ingranare, raccontando e contestualizzando con calma ogni spunto narrativo. Non è di certo un male, e infatti risulta ben bilanciato l’equilibrio tra il narrative driven e il concetto libero di open world. Passano parecchie ore prima di avere in mano tutti gli strumenti necessari per scegliere in libertà cosa fare e quando farlo. Come detto in precedenza, questo titolo è incentrato sulla trama. Una fiaba araba, se possiamo cautamente osare.
La storia inizia mettendoci immediatamente nei panni di Basim Ibn Is’Haq un giovane ma già adulto ladro di Anbar, distretto a nord nella provincia di Baghdad. Nelle prime ore di gioco scopriamo come Basim abbia capacità di furto uniche, sfoggiando immediatamente un controllo perfetto dell’Occhio dell’Aquila. Cosa che ovviamente tornerà poi utile durante l’avventura. Dopo alcuni eventi rocamboleschi, che concluderanno il prologo, scopriamo anche come sia diventato un apprendista di questa misteriosa setta degli Occulti, precursori degli Assassini. Il “tutorial” non finisce li, poiché tra allenamenti e nuove vicende, la fase di apprendimento e crescita del personaggio si prende il suo tempo, andando a contestualizzare egregiamente le conseguenze delle azioni dei protagonisti di questa storia. Tra l’altro, ognuno di essi è ben caratterizzato.
Una volta divenuto ufficialmente un Occulto, sebbene ancora apprendista, il nostro Basim avrà finalmente modo di tornare a Baghdad armato di lama celata, dove nuove missioni e una lunga battaglia contro l’Ordine degli Antichi (coloro che in futuro diventeranno i Templari) lo attendono. Una preparazione all’avventura vera e propria prolissa e intensa, ma necessaria e che scorre in verità molto piacevolmente.
Dopo alcune vicende di assestamento, Basim sarà libero di svolgere a piacimento le missioni a lui affidate. Queste sono visualizzabili in un menù di gioco a schema ingegnoso e ben strutturato. Il nostro protagonista si ritrova davanti a misteri da risolvere tramite complesse indagini e ogni quest è schematizzata tra indizi e suggerimenti in un menù molto intuitivo. Si ha così modo di dedicarsi anche a più missioni contemporaneamente senza confondersi o perdere traccia dei progressi. Spazio anche a incarichi secondari, che porteranno ricompense in termini di materiali o punti abilità. Ovviamente non mancano le attività che arricchiscono in maniera gradita e funzionale il mondo di gioco, come mini-game e missioni rapide tra il borseggiare un obbiettivo (utile per trovare materiali, monete speciali e reliquie) o l’aiutare un NPC in bisogno di aiuto. Possiamo ritenerci più che soddisfatti dalla conduzione orchestrale in relazione alle attività di gioco, che sono tante ma che non sovrastano il giocatore con mille incarichi differenti.
Il titolo presenta tre livelli di difficoltà. Il sistema di progressione non è basato su punti esperienza, bensì è lineare e segue la trama. È comunque presente un albero delle abilità che permette di acquisire potenziamenti importanti che facilitano il gameplay. Il potere di Basim è determinato, per la maggior parte, dal livello che ha nelle gerarchie degli Occulti. Esistono comunque potenziamenti a armi e strumenti, sbloccabili con i materiali e proseguendo nella main quest.
La preferenza allo stealth strizza l’occhio ai primi titoli della saga
Tra le meccaniche di gameplay fa il suo ritorno l’immancabile sesto senso più iconico dei videogiochi, l’Occhio dell’Aquila, insieme all’effettiva aquila companion, chiamata Enkidu. Il volatile ci affiancherà nel nostro viaggio aiutandoci nell’analizzare e studiare una strategia d’attacco nell’area delle missioni da affrontare. Novità gradita del titolo, in alcune zone saranno presenti arcieri che impediranno a Enkidu di volare, e sarà necessario eliminarli per poter usufruire del fidato rapace. Una meccanica che sfida il giocatore e che alza il livello di sfida in maniera furba e funzionale.
Enkidu non sarà unicamente utile nelle fasi tattiche. Il fidato compagno di Basim si potrà liberare in aria ogni volta che si vorrà, con un raggio di copertura enorme. Il giocatore avrà quindi modo di esplorare dall’alto praticamente l’interezza della mappa.
Tornato dai titoli passati, il sistema a livelli di notorietà sarà una componente molto fastidiosa nel gameplay se non tenuto sott’occhio. Questo sistema determina il livello di ricerca delle guardie: a livello zero, Basim è un cittadino comune, cosa che facilita il borseggio (a patto di non farsi beccare in flagranza di reato). Al primo livello le guardie e anche i cittadini normali saranno più attenti e potrebbero riconoscere l’assassino e creare noie al giocatore. Dal secondo livello sarà una vera e propria caccia all’uomo.
Per gestire questa meccanica, fanno un ritorno gradito per gli appassionati i manifesti da ricercato, elemento che giustifica anche il perché i cittadini comuni riconoscono Basim come minaccia. Starà al giocatore strapparli per abbassare il livello di notorietà. In alternativa, occorrerà corrompere i predicatori di strada (altra meccanica ripresa dai vecchi titoli). Tornano infatti NPC come mercenari, mercanti e musicisti. Tutti gruppi che possono essere sfruttati, come agli albori della serie, per distrarre guardie o passare inosservati. Questa volta, invece di un pagamento monetario, sarà necessario pagare con una particolare moneta per ciascun gruppo. Queste monete si trovano o borseggiando in maniera randomica gli NPC per la città, o come ricompense di missioni secondarie. Meccanica brillante che arricchisce il gameplay, invitando il giocatore a farne scorta e ad usarle con cautela.
Una piccola pecca, invece, riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici che a volte si comportano in maniera ambigua, reagendo in maniera esagerata a comportamenti normali e viceversa. Per esempio, le guardie in città attaccano aggressivamente se ci si avvicina troppo in alcune zone neutrali, oppure non reagiscono affatto se si strappa un manifesto sotto il loro naso per abbassare il livello di notorietà. In compenso, il sistema di pattugliamento, il livello di guardia e gli scontri sono ben gestiti.
Il combattimento corpo a corpo è concepito come ultima risorsa
Il sistema di combattimento è molto arcade: armato di spada e pugnale, ci si dovrà fare strada tra parry e schivate di attacchi non parabili, facendo attenzione alla stamina, presente solo durante gli scontri. Si possono livellare armi e sbloccare armature tramite fabbri e commercianti, una meccanica che sebbene all’inizio dia l’impressione contraria, fa molto la differenza. Idealmente concepito come ultima risorsa, il titolo invita il giocatore a prediligere un approccio stealth, poiché quando si è circondati dai nemici è complesso gestire attacco e difesa tenendo conto anche della stamina. Questa preferenza allo stile furtivo strizza l’occhio ai primi titoli della saga. Si hanno a disposizione molti strumenti in un menù rapido a ruota per farsi strada ed eliminare i nemici in maniera sicura: dardi, bombe fumogene, coltelli da lancio, trappole e molto altro, ognuno di essi potenziabili fino a tre livelli e personalizzabili in base al proprio stile.
Uno dei capisaldi e marchio del franchise è sicuramente il parkour. Pad alla mano, com’è correre? È da Assassin’s Creed Unity che la saga ha avuto un’evoluzione positiva della meccanica di corsa, e anche in quest’ultimo capitolo il livello rimane alto, ricordando molto le esperienze vissute nella Parigi Rivoluzionaria del capitolo dedicato al francese Arno.
Cosa fondamentale, Baghdad è un perfetto parco giochi che invita a scorrazzare per i tetti e le strade della città. Ha le sue piazze e luoghi ampi, ma anche cunicoli e cavi che sovrastano o collegano gli edifici. Sebbene molti corsi d’acqua e fiumi spezzino la città, è comunque facile attraversarli grazie proprio a funi o materiali galleggianti. L’architettura stessa invita a lasciar perdere la cavalcatura (dentro le mura della città) e invita a farsi strada tra i tetti, cosa che premia rivelando tesori e risorse continue.
Tra gli aspetti che fanno storcere il naso, ritroviamo purtroppo il correre su un tendone che risulta rigido, una grossa sospensione dell’incredulità, ma possiamo passarci vista la funzionalità del parkour. Altro punto negativo, come sempre, ritorna quel piccolo neo che rende l’input di scatto negli spazi costretti troppo nervoso, e che spesso lancia il personaggio verso una direzione non desiderata. Nel bene o nel male i comandi sono responsivi e in linea con la spettacolarità presente nei vecchi titoli.
Come abbiamo detto in precedenza, il livello grafico del titolo sorprende soprattutto con le ambientazioni e i suoi colori sgargianti, che risaltano molto nella modalità foto, in grado di sfornare scatti incantevoli (come quelli che avete visto in questo articolo!). Purtroppo però mostra il fianco per quanto riguarda le espressioni facciali. Il motore grafico permette di gestire paesaggio e una vasta folla, ma essendo un titolo così tanto incentrato sulla trama, sarebbe stato gradito uno sforzo in più per rendere meglio alcune espressioni dei volti, a volte vuoti, specialmente degli NPC o personaggi secondari. Curiosa e particolare la scelta di alternare alcune cut-scene chiave utilizzando un motore grafico differente, con un’aspetto più cinematografico. Certamente d’impatto, ma che va a spezzare il ritmo di esperienza visiva, risultando non molto gradevole.
Assassin’s Creed Mirage è il perfetto omaggio ai quindici anni di vita del franchise Ubisoft, che narra una storia non scontata e avvincente. Può essere definito fan service, ma mai con una accezione negativa. Tra atmosfere magiche e personaggi ben scritti, l’avventura coinvolge, vince e torna a convincere i vecchi appassionati nostalgici delle avventure di Altair, ma anche di Ezio, Connor i tanti Assassini che seguono. Consigliamo sicuramente l’acquisto sia agli appassionati, per aggiungere alla collezione quest’ultima avventura, ma anche ai neofiti che si avvicinano per la prima volta al franchise. |
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