Los Angeles – Il momento del grande “comeback” degli assassini è finalmente giunto. Un’assenza di due anni ha gravato sul franchise di punta di Ubisoft, un lasso di tempo tempo a detta dello studio necessario per rivedere le priorità della serie, riorganizzarsi e tornare alla gloria dei primissimi capitoli. Non è infatti un mistero che il brand che ha dato i natali a personaggi indimenticabili come Altaïr ed Ezio Auditore abbia visto un lento ma inesorabile declino, complice un’annualizzazione forzata delle uscite atte a massimizzare i guadagni da un brand amato come quello di Assassin’s Creed. Che il franchise abbia ancora moltissimo potenziale lo sapevamo tutti: con undici giochi all’attivo, una trilogia rimasterizzata, libri, fumetti ed una pellicola cinematografica, Assassin’s Creed è sicuramente uno dei marchi che ha più influenzato l’universo videoludico recente, nel bene o nel male. Non vi nascondiamo quindi che siamo stati felici di rivedere il logo storico della serie fare capolino ancora una volta, sul palco dell’E3 2017.
Assassin’s Creed Origins è il nuovo, atteso capitolo della saga. Dopo un reveal spettacolare durante la conferenza Microsoft, abbiamo voluto saperne di più su Bayek e sull’ambientazione egiziana, che vuole riportare alle origini la storia del conflitto senza fine fra Assassini e Templari. Il nostro “nuovo” protagonista è un Medjay, ovvero il membro di un antico ordine di combattenti e protettori oramai caduto in disgrazia, del quale Bayek è l’ultimo rappresentante. Addestrato sin dalla tenera età nelle arti della guerra con scudo e khopesh, l’ultimo degli Medjay è un candidato ideale per la gilda di assassini che tutti abbiamo imparato a conoscere.
La versione DEMO da noi provata nello stand di Ubisoft ci ha portato direttamente nel deserto dell’alto Egitto, durante il regno di Cleopatra. Bayek è decisamente diverso dagli assassini che abbiamo imparato a conoscere, sia per abilità che per conoscenze ed aspetto. Oltre alla consueta competenza con armi da mischia e da lancio, il nostro assassino ha una vera e propria vista d’aquila, e questa volta non si tratta di un modo di dire: Bayek ha una relazione quasi simbiotica con un’aquila di nome Senu, ed è in grado di vedere attraverso i suoi occhi in qualsiasi momento. In termini di gameplay, questa esperienza si traduce in un controllo diretto del rapace, che potrà volteggiare sopra di noi ed evidenziare nemici ed obiettivi per conto nostro. La vista di Senu può essere anche “fermata” in volo premendo il grilletto sinistro, in modo da darci tempo di evidenziare eventuali oggetti nascosti e nemici particolarmente schivi. Non ci aspettavamo una novità del genere, ma dopo aver fatto svolazzare Senu per qualche tempo, abbiamo apprezzato questa nuova direzione intrapresa dai ragazzi di Ubisoft Montreal. La mappa di gioco ci è parsa davvero immensa, e come da tradizione Ubisoft, piena di “punti interrogativi”, ovvero locations in evidenza che preannunciano piccole missioni secondarie e sezioni esplorative.
Nonostante il mondo aperto di Assassin’s Creed Origins ci sia sembrato davvero vasto e pieno di cose da fare, abbiamo preferito concentrarci sulla missione principale proposta nella versione dimostrativa: le meccaniche di gioco del nuovo capitolo del più famoso franchise Ubisoft sono ancora abbastanza familiari ai vecchi conoscitori della serie: torna quindi l’esplorazione e la possibilità di scalare praticamente qualsiasi superficie. Affrontare i nemici sarà possibile in diversi modi: possiamo decidere di sguainare il nostro khopesh e farci strada a suon di cadaveri o muoverci silenziosamente fra ombre e pagliai per arrivare all’obiettivo senza spargimenti di sangue non necessari. I ragazzi di Ubisoft Montréal ci hanno assicurato che nella versione finale del gioco saranno presenti decine di armi e varie opzioni di personalizzazione per l’equipaggiamento di Bayek.
Durante i combattimenti è stata inoltre introdotta la possibilità di effettuare un breve scatto laterale per evitare gli attacchi nemici: questa feature è particolarmente utile quando ci troviamo circondati da troppe guardie o in caso dovessimo concentrarci per evitare gli attacchi di un avversario particolarmente possente e violento. Le armi a distanza sono state anche esse riviste, a partire dal più classico arco: ad esempio, se stiamo tendendo la corda accanto ad un braciere, Bayek incendierà la freccia, trasformando la nostra scoccata in un colpo ancora più letale. Sarà inoltre possibile lanciare fino a quattro frecce contemporaneamente, creando così un “effetto shotgun” sui nemici.
Bayek è decisamente diverso dagli assassini che abbiamo imparato a conoscere
Una novità che non possiamo non citare è l’arena dei gladiatori, che vi farà sentire come un novello Spartacus. Il vostro ingresso nell’arena sarà annunciato in grande stile da una specie di cronista dell’epoca direttamente dagli spalti. Quest’uomo si prenderà anche la briga di commentare ogni vostra azione, rendendo questa modalità decisamente sopra le righe; anche l’arena stessa è una vera e propria novità, poiché è disseminata di trappole e meccanismi letali per rendere il combattimento ancora più spettacolare per il pubblico pagante.
Fra le sabbie dell’anfiteatro dovremo affrontare diverse ondate di nemici, variegati sia in stazza che in equipaggiamento. In caso riuscissimo a superare tutte le ondate, ci attenderà una boss fight davvero singolare, dove per vincere dovremo usare tutte le nostre abilità ed anche l’ambiente circostante. Non sappiamo davvero come prendere questa nuova aggiunta al gameplay di Assassin’s Creed, ma si tratta comunque di una novità piacevole da sperimentare.
Chiusa questa parentesi gladiatoria, è chiaro che tutto o quasi in questo nuovo capitolo di Assassin’s Creed trasmette comunque una sensazione familiare, lasciando al giocatore uno strano senso di deja vù mentre si cavalca in città, si solca un lago in barca o ci si nasconde dalle guardie dentro l’ennesimo, onnipresente pagliaio. Non abbiamo avuto modo di provare un balzo della fede, ma siamo abbastanza sicuri che dia più o meno lo stesso feeling dei giochi passati. Tecnicamente il titolo sembra in ottima forma e, nonostante qualche bug sporadico, la build da noi provata sembra girare fluidamente senza rallentamenti di sorta.
In ConclusionE3
L’eredità di una serie importante come quella di Assassin’s Creed deve essere gestita al meglio, ed è proprio quello che Origins si propone di fare: dopo i passi incerti delle ultime iterazioni, il franchise ha sicuramente bisogno di una nuova pietra miliare su cui edificare la propria piramide (passatemi il gioco di parole). Bayek e la sua aquila Senu possono farcela, e anche se il nuovo protagonista non sembra carismatico come Ezio Auditore, siamo abbastanza convinti della bontà del prodotto di Ubisoft, mantenendo comunque qualche riserva. Il colosso francese deve riuscire a trovare il coraggio per effettuare un balzo della fede e trovare il delicato equilibrio fra innovazione e tradizione; un percorso non facile, sicuramente, ma senza ombra di dubbio alla portata di un brand amato come quello di Assassin’s Creed.
Commenti