Geek & Tech 30 Mar 2015

Asus PB279Q – Recensione

La tecnologia nell’ultimo decennio ha fatto passi da gigante: a CPU sempre più potenti si sono affiancate GPU via via più performanti, dando dunque la possibilità di gestire a video un sempre maggior numero di poligoni senza perdite sostanziali nel frame-rate. La risoluzione delle macchine da gioco (e dei pc ovviamente) è aumentata parallelamente al sovraccitato binomio evolutivo passando dai 576p della Ps2 ai 1080p (effettivi o meno è da vedere…) della attuale generazione.

In ambito PC la curva evolutiva è stata, giocoforza visto il continuo rinnovamento delle periferiche di gaming adibite all’ambito grafico, ben più irta, consegnandoci delle killer machines in grado di superare senza alcun tentennamento la barriera psicologica dei 1080p: ad una tale evoluzione non ha corrisposto, purtroppo a causa di una soglia prezzi tutt’altro che entry-level, la diffusione di periferiche video atte a garantirci lo sfruttamento di processori e schede grafiche sempre più performanti.

Questo fino ad oggi: Asus infatti ci presenta il PB279Q, un monitor 4k nativo che ci permetterà di sfruttare a fondo tutta la potenza grafica a nostra disposizione ad un prezzo, tutto sommato, contenuto (per quanto offerto).

Andiamo dunque ad esaminare a fondo questa periferica: che i giochi abbiano inizio!

ASUS PB279Q

Display: 27 pollici (68,4 cm) wide screen, 16:9
Risoluzione: 3840 x 2160 a 60Hz (DisplayPort, Mini DisplayPort) / 3840 x 2160 a 30Hz (HDMI)
Panello: Tecnologia IPS
Pixel: 0,155mm / 163 PPI
Saturazione colore: 100% sRGB
Colori display: 1,07B (10-bit)
Angoli di visualizzazione: 178 gradi (H) / 178 gradi (V)
Luminosità (max): 300cd/m2
Contrasto: 100,000,000:1
Audio: Altoparlanti stereo 2-Watt
Porte I/O: 1 x DisplayPort 1.2 / 1 x Mini DisplayPort (mDP) 1.2 / 4 x HDMI/MHL / Uscita 3,5 mm per cuffie

 

Aprendo la scatola ci troveremo davanti il monitor con il braccio di regolazione ed il supporto su cui montarlo, procedura che richiederà pochi minuti grazie all’unica vite di fissaggio posta nella parte inferiore dello stesso. La dotazione di base è, visto anche il prezzo non prettamente popolare di questo PB279Q (dai 700 agli 800€), ricca e ci da la possibilità di mettere in piena operatività il monitor quale che sia l’utilizzo cui sarà demandato.

Nell’ordine troveremo:

  • 1 cavo Displayport
  • 1 cavo HDMI
  • 1 cavo alimentazione
  • 1 cavo jack 3,5
  • raccoglitore cavi
  • guida di utilizzo rapido

Una volta montato il monitor potremo procedere, con pochi piccoli passi, al corretto posizionamento decidendo tra posizione orizzontale/verticale ed angolazione, sfruttando la possibilità di ruotarlo, indifferentemente dall’uno o dall’altro lato, di 60° e di inclinarlo fino a 20° per un corretto posizionamento rispetto alla posizione di utilizzo.

La parte frontale del PB279Q presenta sei puntini, sprovvisti di sistema di retroilluminazione, atti ad indicare la posizione, nella parte posteriore, dei pulsanti di controllo e un led più grande per il pulsante di accensione/spegnimento: non è presente inoltre alcun hub USB, particolare che stride leggermente visto il costo del dispositivo in oggetto. La parte inferiore del monitor è quella adibita alla connettività: qui sono infatti dislocate le quattro porte HDMI 1.4, che garantiscono un refresh-rate di 30Hz a 4k, una Displayport ed una Mini-Displayport che, a parità di risoluzione, permetteranno di usufruire di un refresh-rate doppio rispetto alle “vetuste” HDMI 1.4 (assestandosi dunque sul valore di 60Hz). Sono inoltre presenti due connettori jack, uno demandato all’ingresso audio, l’altro all’uscita, per sopperire alla carenza in termini di potenza bruta degli altoparlantini built-in (soli 2W di erogazione massima).

Perfezione nella riproduzione dunque ma non solo: i sei ingressi (4 HDMI, 1 DP, 1mDP) permettono inoltre di utilizzare il PB279Q come vero e proprio centro del proprio universo multimediale.

L’Asus PB279Q è uno dei primi monitor ad essere dotati di un pannello 4k nativo, dalla risoluzione massima di 3840×2160, grazie al quale è possibile visualizzare quattro schermi 1920×1080 in una singola finestra (163ppi). Questo pannello è inoltre in grado di riprodurre qualcosa come 1,07 miliardi di colori con una fedeltà impressionante data dalla luminosità di 330 cd/m², dal rapporto di contrasto 100.000.000:1 e dalla tecnologia 10bit.

Perfezione nella riproduzione dunque ma non solo: i sei ingressi (4 HDMI, 1 DP, 1mDP) permettono inoltre di utilizzare il PB279Q come centro del proprio universo multimediale, sia permettendo un rapido switch da una sorgente all’altra che, grazie alle funzioni PiP (Picture in Picture) e PbP (Picture by Picture), di visualizzare il contenuto di una seconda fonte in un angolo dello schermo (PiP) che di suddividere lo schermo in 4 parti uguali ed usufruire dunque, simultaneamente, di quattro input video differenti (PbP). Unica pecca di questo sistema è il decremento, fisiologico dello standard HDMI 1.4, del refresh rate complessivo a 30Hz.

Al fine inoltre di permettere l’utilizzo della risoluzione 4k/UHD anche in ambito desktop, ed evitare contestualmente il fenomeno di inintelligibilità dello schermo a causa dell’eccessiva densità in PPI, che si andrebbe a tradurre in icone minuscole e testo illegibile, è possibile regolare la stessa tramite pannello di controllo.

Menzione di merito va, a tal proposito, attribuita al pannello di controllo stesso: la pressione di uno qualsiasi dei tasti ci porterà nelll’OSD, da cui avremo la possibilità di variare ogni singolo parametro di visualizzazione dello schermo, ai fini di ottenere una fedeltà visiva affine all’utilizzo da noi preposto. Per quel che riguarda le opzioniSPLENDID sarà possibile scegliere tra Scenario, Standard, Teatro, Gioco, Notturna, sRGB, Lettura e Camera Oscura. Ci verrà inoltre data la possibilità di operare sulla gamma del colore, passando tra tre configurazioni preset Caldo, Normale e Freddo, ciascuna ascrivibile ad un pre-filtraggio corrispondente ad un determinata colorazione espressa in gradi Kelvin, ad una utente, mediante la quale potremo intervenire manualmente sul livello di saturazione di ciascuno dei tre colori base.

Un sistema di controllo a tutto tondo che non vi farà rimpiangere quelli presenti in blasonati televisori di alta gamma.

Il PB279Q oggetto del test è stato collegato via Displayport ad una Gigabyte GTX980 OC che, dall’alto dei suoi 4Gb di VRAM dedicata, è riuscita a mettere alla corda la periferica di output video griffata Asus.

Il collegamento mediante displayport, se il PB279Q verrà utilizzato in ambito gaming, è, essendo l’unico in grado di garantire una frequenza di aggiornamento di 60Hz, una scelta a dir poco obbligata: così facendo sarà possibile effettuare stress test sia sulla GPU che sul monitor, spingendo ai limiti ambedue le periferiche: altresì è possibile ripiegare sul classico collegamento HDMI, traendo pregi e difetti di questa scelta.

Effettuare il rendering di giochi di ultima generazione in 4K è una operazione gravosa dal punto di vista computazionale e, molto spesso, sono richieste ben due schede in SLI per ottenere risultati ottimali: onde effettuare dunque un test non inficiato dalla insufficienza della soluzione singola scheda, ho scelto di ripiegare su giochi di “penultima” generazione. I test sono stati dunque condotti con Hitman: Absolution (4k), The Elder Scrolls V: Skyrim (4K) e Watch Dogs (4k) e Far Cry 3 (4k) tutti settati , eccezion fatta per Watch Dogs che ha richiesto un compromesso in termini di qualità per l’ottenimento di una fluidità ottimale a questa risoluzione, al massimo livello di grafica e di effetti.

Sorprendentemente il PB279Q non ha dato segni di decadimento grafico-prestazionale, sia grazie al bassissimo tempo di latenza che ai potenti strumenti di profilazione contenuti nell’OSD: seppur costoso il gaming a 4K di alta qualità è possibile con questo ritrovato tecnologico Asus! Well done!

Unico punto dolente, indirettamente imputabile però al PB279Q, è la resa qualitativa ottenuta nella riproduzione di film: la mancanza di fonti a 4k porta, pur utilizzando un blu-ray a 1080p all’utilizzo di un fastidiosissimo artificio di UPSCALING che si va a tradurre, a conti fatti, nella presenza di bande nere dislocate sopra e sotto l’immagine che in una eccessiva luminosità del filmato, presente anche andando a lenire la stessa mediaante OSD.

 

Il PB279Q non ha dato segni di decadimento grafico-prestazionale, sia grazie al bassissimo tempo di latenza che ai potenti strumenti di profilazione contenuti nell’OSD: seppur costoso il gaming a 4K di alta qualità è possibile con questo ritrovato tecnologico Asus! Well done!

Con il PB279Q, Asus entra a piedi uniti nel mondo del gaming a 4K, mettendo in commercio uno schermo che, seppure non direttamente gaming oriented, vista la peculiarità delle opzioni di stampo “lavorativo” presenti nell’OSD, riesce ad eccellere egregiamente anche in questo ambito.

Un sistema di profilazione allo stato dell’arte, unito ad un set di input composto da 4 porte HDMI, una DP ed una mDP, fa si che il PB279Q divenga il centro del cosmo multimediale domestico, anche per via delle perfette prestazioni ottenute in ambito gaming, a patto di avere una (meglio due) GPU dedicate alla computazione dei dati videoludici.

Se da una parte è vero che il gaming 4K è ora possibile con questa periferica, è pur vero che, sia per i sopraccitati pre-requisiti hardware (si parla, per lo meno di 1.000€ da spendere in schede grafiche), che per un prezzo non alla portata di tutte le tasche (il PB279Q è reperibile in una fascia di prezzo oscillante tra i 700 e gli 800€), non siamo ancora di fronte alla svolta che porterà il 4K in tutte le case.

Ottimo prodotto dunque, inficiato solamente da un prezzo ancora poco accessibile e, seppure figuri come un peccato veniale, dalla assoluta mancanza di un hub USB sul monitor.

VOTO: 8,5

 

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