21 Ott 2016

Batman: Arkham VR – Recensione

Al pari di altri ugualmente famosi, Batman è uno di quei supereroi che assurge a modello di ispirazione per le giovani menti che ne seguono le avventure. Molti di noi, da bambini, avrebbero desiderato diventare per la propria città quello che Bruce Wayne è per Gotham City, ovvero un imprenditore miliardario durante il giorno, ed un oscuro giustiziere di notte, che vigila nel buio su tutti i cittadini meritevoli. Certo, non tutti sarebbero pronti a vivere in prima persona la sua genesi, l’evento scatenante insito in una tragedia vissuta nell’età infantile che ha fatto di lui un giustiziere senza paura in quella adulta. Questo perché ovviamente pagare quel dazio (la perdita dei genitori) significherebbe perdere delle persone care, e nella maggior parte casi, come altri supereroi ci hanno insegnato, è un prezzo troppo alto (ogni riferimento al Flash televisivo di CW è puramente voluto).

A darci una mano in questo frangente però, ci viene incontro Rocksteady, che con il suo nuovo titolo ci darà la possibilità di indossare i panni del Cavaliere Oscuro, in prima persona. A supporto della casa britannica c’è ovviamente il nuovo PlayStation VR, la periferica Sony che già da qualche giorno ha portato la realtà virtuale nelle nostre case. Ma ora basta con le chiacchiere, qui c’è da indossare una maschera da pipistrello, e nessuno ce lo potrà impedire…

Quella di Batman: Arkham VR è chiaramente una storia cupa, tetra, che, dopo un piccolo excursus in un flashback infantile in cui Bruce Wayne rivive l’assassinio dei suoi genitori, lo ritrova confuso nella propria abitazione. Anche se probabilmente quelli che sente il nostro protagonista non sono i postumi di una sbornia, egli non ha il tempo necessario per riprendersi del tutto, perché, come sempre, le brutte notizie non si lasciano mai attendere. I suoi più fidi alleati infatti sono spariti senza lasciare traccia, ed ovviamente si teme una qualche azione di uno degli innumerevoli villain che in passato hanno avuto a che fare con il nostro oscuro eroe. La lista dei possibili colpevoli è lunga, ed il tempo stringe, perciò con il fido Alfred a darci man forte dalla base, si partirà immediatamente alla ricerca di Robin (Tim Drake) e di Nightwing (Dick Grayson), cominciando le ricerche dall’ultimo luogo in cui è stato localizzato il segnalatore di uno dei due.

Per quello che riguarda la trama, ci duole dirvi che siamo costretti a fermarci qui. La durata complessiva della main quest del gioco in cui indosseremo il mantello dell’uomo pipistrello, non è così lunga da permetterci di andare oltre con il “racconto”, e poi perché ovviamente non vogliamo incorrere in troppi spoiler. Quello che possiamo dirvi però, è che quelle passate in Batman: Arkham VR, saranno ore intense, di forti emozioni, in cui non potremo assolutamente lasciare spazio ai sentimentalismi, ed in cui, come il detective in nero, dovremo stoicamente andare avanti nella ricerca del colpevole.

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Il gioco vero e proprio si svolgerà bene o male come le sessioni investigative che abbiamo visto nei titoli “normali” di Rocksteady dedicati a Batman, di cui tra l’altro a breve sarà disponibile un’edizione rimasterizzata per le console dell’attuale generazione.
Cambia ovviamente la “visuale” del gioco, in ogni senso, sia per il punto di vista effettivo da cui svolgeremo l’indagine, sia perché in pratica tutto il titolo baserà le sue meccaniche esclusivamente su questo tipo di azioni, non contemplando (per nostra sfortuna) le parti legate ai combattimenti. Per un’esperienza completa, è consigliabile quindi giocare in piedi e con l’ausilio di due controller Move, i vecchi gelati della PlayStation 3 che probabilmente qualcuno di voi conservava ancora gelosamente, e che con l’avvento di PlayStation VR hanno trovato nuove ed entusiasmanti applicazioni. I controller ovviamente simuleranno le mani di Bruce/Batman, che potremo chiudere e riaprire premendo semplicemente l’apposito grilletto, e con esse potremo raccogliere gli oggetti che troveremo in giro, ma soprattutto con esse useremo i gadget della nostra cintura, che acquisiremo una volta completata “la vestizione”. Questa parte sarà infatti quella designata a far prendere coscienza dei comandi al giocatore, preparandolo a quello che affronterà di lì a poco “fuori” dalla Batcaverna.

La Batcaverna, sede, come avrete capito, del tutorial iniziale, è letteralmente fantastica, come è fantastico potersi aggirare nei suoi meandri indossando i panni dell’uomo pipistrello. Potremo dare un occhio ai nostri veicoli (come la Batmobile ed il Batwing), fare analisi chimiche, consultare il computer, e potremo visitarla in lungo ed in largo tramite degli spostamenti davvero singolari. Ma è solo il punto di partenza. Da lì ci sposteremo per visitare altre location, quelle cruciali, in cui potremo investigare, interrogare, e scoprire indizi e testimoni come solo l’investigatore più in gamba della DC Comics potrebbe fare. Sulla scena del crimine che incontreremo ne corso del gioco inoltre, avremo la possibilità di analizzare ciò che è accaduto prima del nostro arrivo, con la possibilità di simularne gli eventi ed osservarli come se fossero una sorta di registrazione.

La Batcaverna è letteralmente fantastica, come è fantastico potersi aggirare nei suoi meandri indossando i panni dell’uomo pipistrello

Passando al comparto tecnico, chi pensa che il passaggio alla VR sia sempre e comunque indicativo di livello grafico più basso, si sbaglia. Graficamente Batman: Arkham VR riesce a stupire, sorprendere ed anche spaventare. Gli ambienti in cui ci troveremo ad investigare sono splendidamente realizzati, ed anche i personaggi che incontreremo sulla nostra strada non potranno che affascinarci con il solito appeal molto dark a cui Rocksteady ci ha abituato. I punti in cui osserveremo la situazione dall’alto o da posizioni strategiche in altezza, ci faranno provare quella forte sensazione di vuoto sotto i nostri piedi, e a proposito, consigliamo a chi soffre di vertigini di fare un po’ di attenzione.

L’interazione con gli oggetti a cui accennavamo prima, è sicuramente ben fatta e ben realizzata, ma c’è ovviamente bisogno di un ambiente adatto, senza ostacoli e ben illuminato perché la camera della vostra PlayStation 4 possa adeguatamente registrare i comandi, i movimenti e tutto il contorno con cui questa nuova realtà virtuale casalinga funziona.

Vista l’assoluta soddisfazione generale, la problematica principale del titolo quindi non può che risiedere nella durata dell’avventura, che come vi abbiamo già anticipato non è eccessiva, ed occupa infatti solo un paio d’ore abbondanti (giocando ovviamente con calma e con le dovute pause per evitare il sovraccarico da motion sickness). Come da tradizione però, una volta terminata la prima run, si potrà accedere alle sfide dell’Enigmista, che a nostra insaputa ha nascosto qualche sorpresa nei vari livelli già affrontati nella storia. Grazie all’uomo dal punto interrogativo la longevità del titolo si alza un pochino, ma comunque non abbastanza per poter rientrare negli standard dei normali titoli dedicati al Cavaliere Oscuro. Fortunatamente, il costo del titolo è decisamente abbordabile, ed in linea con quanto viene offerto in termini di contenuti all’interno del gioco.

Conclusioni

In conclusione, volete sapere se il titolo Batman: Arkham VR di Rocksteady ci ha convinto? Assolutamenti sì, perché, parliamoci chiaro, non si può non amare un titolo che ti permette di indossare (anche se virtualmente) la tuta e la maschera di Batman, ed essere un cazzutissimo supereroe per qualche ora. Ma oltre a questo, il gioco ci è piaciuto anche perché è intriso della bravura e dell’esperienza dei ragazzi di Rocksteady, che ormai con l’uomo pipistrello hanno sicuramente un rapporto speciale. Con questo non vogliamo dire che il titolo sia perfetto, per l’amor del cielo, ma di certo è un prodotto molto ben fatto, che a nostro parere è un buonissimo inizio per la nuova era dei videogame applicata alla realtà virtuale, e speriamo che sia solo il primo di una lunga serie di ottime produzioni.

Tallone d’Achille della produzione, la longevità/durata della main quest, che praticamente volerà via in una sola sessione di gioco. Fortunatamente però, a tale pecca, viene accomunato un prezzo che potremmo definire adeguato, ed infatti ci si può portare a casa un titolo del genere con poco meno di 20€. Non poco, in proporzione alle ore di gioco proposte, ma se si pensa che in giro ci sono titoli ben peggiori e che costano più del triplo, si può tranquillamente comprendere che in fondo in fondo il rapporto qualità prezzo è più che accettabile (NdR: e voi che alle parole “titoli ben peggiori e che costano più del triplo” avete pensato a No Man’s Sky, siete delle brutte persone… come me…).

Morale della favola, no, Batman: Arkham VR non è il titolo che vi farà correre a comprare un PlayStation VR, ma di sicuro è un gioco che dovreste assolutamente giocare nella vita. E vi sfido a resistere dal dire ad alta voce “Sono Batman!” durante la scena davanti allo specchio… Io, per la cronaca, confesso di non esserci riuscito… Tre volte…

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