Il videogioco seriale è una roba tosta, sicuramente per pochi: Telltale è stata una delle prime software house a credere in questa forma di fruizione del videogioco, e nei suoi ormai diversi anni di lavoro, ha permesso ai suoi autori di perfezionare questa formula, arrivando fino ad oggi, con tante serie all’attivo e una gestione dei tempi di rilascio degli episodi sempre più frequente e cadenzata, a differenza del passato.
Un approccio estremamente industriale, che è stato forse richiesto per affrontare una mole di progetti più vasta e per non lasciare gli appassionati a bocca asciutta per troppo tempo. C’è anche chi preferisce il binge watching dopotutto, e nell’era di Netflix anche i videogiochi devono (?) piegarsi a determinati tipi di approcci.
Nello scorso episodio, sicuramente uno dei più riusciti, avevamo lasciato Bruce alle prese con tanti, troppi problemi: Harvey Dent ha completamente perso il senno, diventando il due facce che tutti conosciamo; Cobblepot ha fatto la sua mossa, spogliando Bruce della sua azienda e della sua credibilità e, per finire in bellezza, Lady Arkham ha scoperto le sue carte, tendendo un’imboscata al nostro miliardario preferito per indurlo ad un raptus di violenza davanti a fin troppe persone. Sipario.
L’episodio 4 “Guardian of Gotham” ci porta per la prima volta nell’Arkham Asylum, ma in vesti differenti
L’episodio 4 “Guardian of Gotham” ci porta per la prima volta nell’Arkham Asylum, ma in vesti differenti: non c’è nessun Batman ma solo Bruce, accusato di essere mentalmente instabile e costretto in una cella nel luogo più pericoloso di tutta Gotham. Uscire è imperativo, Gotham è in subbuglio e Batman non può intervenire: gli autori di Telltale evocano nel giocatore una certa sensazione di impotenza e urgenza, ma allo stesso tempo lasciano che il tutto si risolva in modo piuttosto banale e scontato. A fare la differenza in questo frangente è la presenza di un personaggio specifico, un certo John Doe con i capelli verdognoli ed una risata piuttosto contagiosa. La sua importanza è tutto fuorché relativa, e una scelta che saremo portati a prendere ci suggerisce che, forse, la sua storia avrà seguito in futuro.
Children of Arkham è un episodio di transizione, e forse questa serie ne ha avuti un po’ troppi, perché questo è sicuramente il più debole: tutto si risolve in fretta e furia, l’impotenza di Bruce e Batman contro i figli di Arkham svanisce in parte con uno schiocco di dita e la “scelta” cruciale che ci viene proposta in questo episodio è così ridicola da sembrare quasi fuori parodistica, lasciando il giocatore probabilmente stordito davanti a una perdita di tempo così anticlimatica e stupida. Il resto è presente in forma “mordi e fuggi”, con investigazioni lampo e combattimenti (coi QTE) così veloci da far rimpiangere la ridondante epicità dei combattimenti di Zack Snyder.
Questo 4° episodio della serie Telltale dedicata a Batman è un mezzo disastro, sfiora l’inutilità ed è reso piacevole da alcuni sprazzi e momenti e da qualche dialogo ben scritto, ma si perde nella sua essenza di episodio di transizione verso il finale, che ci auguriamo essere soddisfacente per tutta la sua durata. Il problema di Telltale è che i videogiochi non possono essere completamente piegati dalla loro natura episodica, e questo approccio industriale, da catena di montaggio che spinge l’uscita quasi mensile degli episodi è, probabilmente, fin troppo ambiziosa per permettere ad una buona storia di essere sviluppata con criterio e qualità per tutta la sua durata. Insomma: bene, ma non benissimo. |