batman: the enemy within
07 Ott 2017

Batman: The Enemy Within – Recensione Ep. 2

La storia del Cavaliere Oscuro secondo Telltale Games continua con il secondo episodio di Batman: The Enemy Within, denominato “The Pact” ed uscito pochi giorni fa per tutte le principali piattaforme. Questo seguito arriva dopo più di un mese dall’uscita del suo predecessore, ed ha il difficile compito di introdurre personaggi del calibro di Bane, Harley Quinn e Mr. Freeze nella storyline re-immaginata dai ragazzi di San Rafael. Prima di continuare, dobbiamo avvertirvi: questa recensione contiene spoiler basati sugli avvenimenti dell’episodio precedente, perciò chiunque non abbia ancora giocato “The Enigma” è invitato a rimandare questa lettura.

Abbiamo lasciato l’uomo pipistrello a fare i conti con il caos scatenato dall’enigmista, un pandemonio che è costato la vita a diverse persone vicine al nostro eroe: dagli agenti della Task Force creata Amanda Waller a Lucius Fox, inestimabile alleato e mentore. Quest’ultima perdita è stata particolarmente devastante per tutta la bat-famiglia: Batman ha perso il suo ingegnere più capace, Bruce Wayne il suo miglior dirigente, Alfred un suo grande amico e Tiffany ha dovuto dire addio a suo padre. Come se tutto questo non bastasse, le tensioni fra Amanda Waller dell’Agenzia ed il commissario James Gordon della Polizia di Gotham mettono a rischio la riuscita di tutte le operazioni atte ad arginare la crescente ondata di crimini che sta piagando la città. Con queste pesantissime premesse, ci prepariamo ad indossare nuovamente il mantello dell’uomo pipistrello per cominciare “The Pact”, secondo episodio della serie che purtroppo per noi è uno dei capitoli meno riusciti in assoluto.

batman the enemy within Harley Quinn

L’intreccio narrativo introduce in maniera piuttosto sbrigativa alcuni dei cattivi più iconici dell’uomo pipistrello, che si rivelano essere gli “amici” che il proto-joker John Doe ha citato verso la metà del primo episodio. Bruce Wayne farà quindi la conoscenza di Harley Quinn, la vera e propria capobanda e protagonista di questo capitolo, che in versione Telltale è un personaggio abbastanza diverso dalla quanto siamo stati abituati a vedere. La ragazzaccia è infatti molto più autoritaria, risoluta e forte rispetto alla sua controparte animata, ma non è tutto: è lei che plasma la futura figura del Joker e non viceversa. Insomma, non c’è traccia della ragazza succube di un uomo violento e pazzo: questa Harley Quinn è una vera e propria regina del crimine, in grado di soggiogare il “povero” John e tutti i maschi alfa accanto a lei.

Toccherà al nostro carismatico miliardario tenere a freno l’incredibile potenza distruttiva di Harley, cercando di conquistare la sua fiducia in quella che sembra essere la versione DC di “mission impossible”: tentare di infiltrare  un personaggio del calibro di Bruce Wayne all’interno della più pericolosa organizzazione criminale di Gotham. Se vi suona ridicolo non preoccupatevi, perché lo è: questo episodio purtroppo non regge in nessun modo gli standard della serie dal punto di vista narrativo, e prosegue riempiendosi di situazioni assurde e ben poco credibili, come trovare Tiffany, la figlia di Lucius Fox, in uno sgabuzzino delle Wayne Industries in piena notte.

Questo episodio non regge gli standard narrativi della serie

La trama sembra proseguire su di un percorso piuttosto obbligato, lasciando il giocatore perplesso e confuso da una storia poco convincente e da scelte che sembrano avere un impatto davvero ridotto sulla vicenda. Non aiuta nemmeno il doppiaggio di Harley, che vuole ricordare probabilmente la cattiva della serie animata in un personaggio però molto più calcolatore, freddo e caotico. Il risultato è un’altra stonatura, che perdoniamo solo perché la ragazza arlecchino è supportata da una buona scrittura. Il personaggio di Harley è quindi l’unico punto veramente positivo di questo capitolo: la trama non è all’altezza della serie, ed il grande piano dei super cattivi gotamiti è ancora avvolto nel più stretto riserbo.

Anche i comprimari hanno un ruolo decisamente marginale e poco memorabile. Ed è un peccato, perché personaggi come Amanda Waller e Jim Gordon sono ben caratterizzati e avrebbero potuto incidere di più sulla storia principale, che invece ha occhi solamente per i tre super-super criminali. Anche il gameplay non offre molto, con poche scene veramente dedicate all’esplorazione e molte più cutscene interattive. Buone invece le musiche, abbastanza evocative ed interessanti, che ben si sposano con il voice-over di Batman/Bruce Wayne, come sempre ottimo e convincente.

Conclusioni

Occorrono meno di due ore per completare questo secondo episodio di Batman: The Enemy Within. Telltale Games ha fatto un gigantesco passo indietro, portando la narrazione al livello più basso mai toccato dalla serie. Ed è davvero un peccato, perché Harley Quinn in questa veste rinnovata è davvero spettacolare e avrebbe meritato un supporto migliore da parte della sceneggiatura generale del capitolo.

Sarà difficile riuscire ad arginare i problemi di “The Pact” nel terzo episodio, ma rimaniamo comunque speranzosi. Dopotutto questa visione così particolare dell’universo di Batman si è rivelata più interessante di quanto credessimo, e lo studio di San Rafael si merita senza dubbio una occasione di redenzione.