Il Cavaliere Oscuro è tornato, questa volta per chiudere un percorso iniziato la scorsa estate con il primo episodio di The Enemy Within, il seguito di quel Batman tanto chiacchierato e apprezzato da media e utenti per il coraggio dimostrato da Telltale nel riscrivere la vita e le vicende dell’uomo pipistrello. L’esperimento è riuscito, e questo nuovo filone narrativo è particolarmente apprezzato dagli appassionati di Batman, che hanno visto nel focus sull’uomo e non sul mito un modo per riscoprire una delle figure più iconiche dei comics.
“Same Stitch” è l’episodio conclusivo, quello su cui grava il peso più grande, ovvero far calare il sipario di un arco narrativo durato due anni e mostrare a tutti, finalmente, il Joker: questi è sicuramente il personaggio più atteso della serie, nonché uno dei più complessi e affascinanti di sempre. Nulla è paragonabile all’avvento del Joker nell’universo del Batman Telltale: certo, le vicende di Vicky Vale diventata la malvagia Lady Arkham, l’occhio perso da Alfred e il passato criminale di Thomas Wayne sono stati cambiamenti sconvolgenti ma decisamente meno influenti dell’arrivo del principe del crimine di Gotham.
L’ultimo capitolo di Batman: The Enemy Within è breve ma intenso, con la sua ora e un quarto di durata. Esattamente come era successo per il quarto episodio, la brevità di Same Stitch è compensata da un’ottima qualità narrativa, ma prima di continuare con la recensione, dobbiamo avvertirvi: il nostro scritto contiene spoiler basati sugli avvenimenti degli episodi precedenti, perciò chiunque non abbia ancora giocato “The Enigma”, “The Pact”, “Fractured Mask” e “What Ails You” è invitato a rimandare questa lettura.
Abbiamo lasciato Bruce Wayne in fuga, braccato dall’agenzia di Amanda Waller insieme al suo “compagno di giochi”, John Doe. Quest’ultimo ha oramai completato la sua transazione, identificandosi finalmente con il nome di Joker. La metamorfosi di John è il fulcro di tutto questo episodio di The Enemy Within, il perno centrale di tutte le vicende narrate finora e che hanno avuto origine dalle nostre scelte e dal nostro rapporto, ostile o amichevole, con la futura nemesi di Batman. Telltale infatti ci dà l’opportunità di trasformare il Joker in un criminale o in un vigilante, quest’ultima versione addirittura alleata con Batman. Insomma, una cosa mai vista prima in nessun fumetto o cinecomic di sorta. Nonostante la versione “villain” di Joker sia forse la più classica, conosciuta e amata dai fan, è il Joker-eroe a rubare la scena in Same Stitch. Tenendo John Doe come amico in tutti gli episodi, il nostro Bruce diventerà un vero e proprio idolo per il re della risata: Joker sarà a tutti gli effetti un eroe vigilante, che agirà però con un deviato senso di giustizia e con modi non propri ortodossi.
Toccherà al nostro Batman cercare di incoraggiare o reprimere questa nuova versione del criminale più famoso di Gotham, tuttavia non illudetevi troppo: la vera natura del Joker uscirà fuori comunque, che lui lo voglia o meno. E di questo un po’ mi dispiace, perché mi sarebbe piaciuto molto vedere l’evolversi di una linea narrativa con un Joker eroe in grado di dare una scossa ai principi di Batman e della città di Gotham più in generale. Nonostante questa piccola carenza, Same Stitch cerca di cucire insieme tutte le sottotrame lasciate aperte dagli episodi passati, dando una chiusura più o meno decente a tutte (o quasi) le linee narrative in sospeso, con qualche piccola eccezione: l’arco di Catwoman viene lasciato praticamente intatto dal secondo episodio, e nonostante pare sia una cosa voluta, stona non vedere una bella scena finale dedicata alla gatta.
Telltale ci dà l’opportunità di trasformare il Joker
Interessante anche l’introduzione della Suicide Squad, il team di antieroi che fa la sua prima apparizione ufficiale in questo “Telltaleverse” dei supereroi DC: nonostante non siano stati chiamati con il loro nome, i supercattivi controllati da Amanda Waller fanno la loro interessante figura, convincendo sicuramente gli appassionati della squadra suicida. Ottima anche la conclusione del percorso di Alfred, un personaggio dato forse troppe volte per scontato e senza il quale le avventure di Batman si sarebbero concluse in un bagno di sangue in qualche vicolo sperduto di Gotham: qui il maggiordomo di casa Wayne trova una sua dimensione, che seppur non condivisibile è totalmente coerente col personaggio e assolutamente comprensibile dal punto di vista umano. Telltale conclude così un’altra saga che, con alti e bassi, ha saputo essere credibile e scuotere fin nelle fondamenta tutti i capisaldi del mondo dei fumetti DC. Le basi per un sequel ci sono tutte, e siamo abbastanza sicuri che l’uomo pipistrello tornerà, forse prima di quanto ci si aspetterebbe.
Ancora una volta le performance di Troy Baker e Anthony Ingruber, che interpretano rispettivamente Bruce Wayne e Joker, sono davvero incredibili. I due hanno dimostrato per ben due stagioni di avere un’alchimia innegabile, e sono riusciti a dare vita ad un rapporto interessante (e mai mostrato prima) fra due dei personaggi più iconici di tutto il mondo dei fumetti. In particolare modo i monologhi del Joker hanno qualcosa di ipnotico e stranamente affascinante nella loro totale illogicità. In generale il comparto sonoro è sempre sopra le righe, nonostante le musiche non siano a volte all’altezza di un doppiaggio davvero eccezionale.
Batman: The Enemy Within si conclude come è iniziato: con molti punti interrogativi e la voglia di continuare una storia senza dubbio interessante, anche se quasi sacrilega per come tratta i temi più cari ai fan della DC Comics. Il lavoro di Telltale Games è comunque un’esperienza che tutti i fan dell’uomo pipistrello dovrebbero provare, senza se e senza ma: cambia e stravolge la storia, è vero, ma è impossibile non rimanere colpiti e intrigati da questo universo se possibile ancora più oscuro e sanguinario di quello visto nella serie Batman Arkham. Telltale è riuscita a trasformare e plasmare il Joker, uno dei personaggi più complessi e “sacri” del panorama comics internazionale. Forse ci sarebbe stato spazio per un sesto episodio, perché alcune sottotrame andrebbero esplorate con maggiore profondità, ma siamo sicuri che il Cavaliere Oscuro farà ritorno molto presto. |