Colonia – Allo stand Square-Enix Collective abbiamo provato uno degli sparatutto attualmente più in voga del momento su Steam. Parliamo di Battalion 1944, intrigante progetto della software house inglese Bulkhead Interactive che è partito originariamente su Kickstarter e preso successivamente sotto l’ala protettiva di Square-Enix.
Il titolo, in uscita per PC, Xbox One e PlayStation 4, è un first person shooter online altamente competitivo che per molti versi ricorda i compianti Medal Of Honor e Call Of Duty 2, estremizzati e resi ancor più frenetici. Il setting è ovviamente quello della seconda guerra mondiale ed è possibile controllare due fazioni principali, gli Alleati e le forze dell’Asse. Privo di una qualsivoglia campagna per singolo giocatore (purtroppo i fondi necessari per il suo sviluppo non sono stati raggiunti), Battalion 1944 fa del suo punto di forza l’intuitività e la competitività del gameplay, ridotto ai minimi termini per agevolare esclusivamente le capacità di ogni singolo giocatore.
Tornano in maniera prepotente gli M1 Garand, i Thompson ed i Kar98, mentre scompaiono perks, abilità personalizzate, modifiche per le armi e tutto il “condimento inutile” che negli anni ha sempre più ostruito l’essenza fondamentale degli sparatutto.
Tutto ciò che vi farà andare avanti sarà la voglia di portare a casa la vittoria dopo un match tiratissimo, i blattlerank stagionali e le numerose ricompense che verranno elargite ai giocatori più capaci.
Chiacchierando con gli sviluppatori, è emersa infatti la loro volontà di distaccarsi dai più moderni Battlefield o Call Of Duty, cercando di tornare alle origini degli sparatutto online moderni, da sempre apprezzatissimi e molto ricercati dalla community più stoica.
Al momento le modalità annunciate non sono tantissime, anche perché il titolo è ancora in fase di sviluppo e non uscirà prima del prossimo anno, e sono Deathmatch a squadre e Punto di Controllo per un massimo di 5 contro 5. Stesso discorso per le mappe, che sono 5, ma che ovviamente verranno create e rese disponibili man mano che il gioco crescerà su tutte e tre le piattaforme.
Il focus principale appare quindi chiarissimo, in più ogni match ha una durata massima che non supera i 15 minuti, tempo che il team di sviluppo ha affinato nel corso di svariati mesi, proprio per allontanarsi dai canoni odierni che molto spesso obbligano i giocatori a lunghe ed intense sessioni di combattimento, non sempre soddisfacenti.
Abbiamo provato una versione pre-alpha del gioco su PC, in una delle mappe messe a disposizione anche per gli utenti Steam con l’early access. L’impatto iniziale è stato disarmante, soprattutto se si viene da anni di Call Of Duty, Halo, Battlefield e quant’altro: sull’HUD non compare nulla a parte una semplice mappa ed i punti ottenuti dopo ogni singola uccisione, la classe del proprio personaggio (che non è possibile personalizzare) si decide prima di ogni respawn e si può cambiare a seconda delle esigenze, ma sono comunque tutte molto basilari.
Abbiamo infatti il cecchino, la fanteria pesante, le unità di assalto, tutti con un’arma principale ed una secondaria, solitamente una pistola. La potenza ed il peso di ogni singola bocca di fuoco incide non poco sul personaggio, alterandone i movimenti e i tempi di puntamento, che nella mappa da noi provata erano fattori determinanti, a causa degli spazi stretti e dei numerosi corridoi.
A colpirci però non è stato tanto la mancanza di guizzi tecnici ed artistici (poiché siamo ben consci di aver provato una versione molto acerba del gioco), quanto però le restrizioni al livello di gameplay, che alla lunga possono minarne la longevità. Perché se è vero che gli sparatutto competitivi non hanno bisogno di fronzoli inutili, è anche vero che i più recenti Quake Champions, Overwatch o il leggendario CounterStrike riescono ad essere molto più stimolanti, sia a livello di gameplay che a livello visivo.
Ci è parso di capire che le mappe saranno tutte molto piccole, per favorire un’azione continua e frenetica, non saranno presenti veicoli e la distruzione ambientale non è stata neanche presa in considerazione. Purtroppo in un genere così abusato come quello dei first person shooter è davvero molto difficile riuscire ad emergere, in particolare per titoli che non presentano nessuna particolare innovazione, ma che invece sembrano pallide copie di giochi ben più blasonati. L’idea di fondo non è nemmeno malvagia, il problema è che si tratta dell’idea videoludica più antica e sfruttata del mondo e sotto questo punto di vista Battalion 1944 non sembra riuscire a portare nulla di nuovo alla categoria.
E’ chiaramente un gioco pensato per una schiera di giocatori molto ridotta , alla ricerca di uno shooter ambientato durante la Grande Guerra, dalle dinamiche ibride e altamente competitive. La concorrenza è spietata e personalmente non siamo sicuri che Bulkhead Interactive possa sfondare.
In conclusione
La nostra prova di Battalion 1944 ci ha lasciato abbastanza incerti sulle qualità insite del gioco. Un paio di partite non sono certo sufficienti a dettare un parere definitivo, ma le premesse non sono certo rosee.
Per ora, la produzione supervisionata da Square-Enix appare senza una propria identità, uno shooter competitivo come tanti, privo di meccaniche innovative. Persino in partita abbiamo faticato a percepire una vera e propria frenesia che accompagnava l’azione della nostra squadra, quanto piuttosto un senso di confusione collettivo, generato forse dalla esiguità del gameplay. Confidiamo nel lungo tempo di sviluppo che separa il gioco dall’uscita ufficiale, utile per introdurre magari qualche nuova modalità, arricchire le ambientazioni ed inserire qualcosa che possa concretamente stimolare l’attenzione dei giocatori.