Los Angeles – Della storia di Battlefield V ormai si sa qualcosa, quindi perché parlarne ancora dopo la conferenza di EA Play? Del resto adesso tutto è nelle mani del gioco giocato, che è stato il protagonista principale del video introduttivo e della prova successiva del nuovo capitolo. Battlefield V, per i presenti a Los Angeles, ha scelto un approccio più diretto, buttando tutti subito nella modalità multigiocatore: dopo un breve briefing per capire come funziona la nuova attività chiamata Grand Operations, i giocatori sono stati catapultati nell’azione per capire di che pasta è fatto l’ultimo capitolo della serie.
Ambientato nella Norvegia del 1940, Battlefield V ha con la Seconda Guerra Mondiale un rapporto diverso da quello che Battlefield 1 aveva con la Prima Guerra Mondiale. Tutto è infatti meno distopico e vicino alla realtà, con personaggi che nella storia appaiono umani e non infallibili. Tuttavia, la demo provata durante EA Play si è concentrata sull’azione multiplayer. Un video introduttivo ha illustrato ai giocatori presenti il funzionamento di Grand Operations, una modalità online a due fasi divisa tra attacco e difesa, con differenti obiettivi da raggiungere durante la battaglia.
Come per ogni Battlefield, una mappa così aperta può lasciare estasiati e spaesati a prima vista. La neve caduta sul panorama norvegese non agevola di sicuro la visibilità, riflettendo occasionali fasci di luce negli occhi del giocatore. Il colpo d’occhio è talmente bello che distrae per un secondo dalla brutalità della guerra. In Grand Operations, due squadre si sfidano in un’alternanza tra attacco e difesa.
Durante il Day 1, l’attacco tenta di sfondare le difese nemiche con azioni terrestri e aeree, grazie alla modalità Airborne: l’obiettivo è dunque demolire i cannoni dell’antiaerea per permettere uno sfondamento efficace da parte dell’aviazione, mentre la difesa lotta strenuamente per difendere l’artiglieria e al tempo stesso ricostruire e posizionare barricate per rallentare il nemico.
Il Day 2 è una continuazione del primo giorno e tiene conto dei risultati ottenuti precedentemente. Anche in questo caso l’attacco deve continuamente avanzare facendo arretrare le linee nemiche, conquistando punti strategici fino a prevalere. L’azione si sposta dal cielo alla terra, con veicoli leggeri e pesanti che spezzano la partita quando necessario e si rivelano essenziali nel difendere più che nell’attaccare.
Qui lo spawn diventa infatti qualcosa di importantissimo: gli schieramenti sono divisi in squadre da 4 persone ed è possibile effettuare lo spawn vicino ai compagni, sempre che siano abbastanza vivi per permetterlo. Se l’intera squadra viene eliminata, lo spawn avviene dal punto iniziale, quindi il nemico può avere tutto il tempo per avanzare la sua linea e prendere in mano il destino della battaglia.
Questo comporta due cose: non bisogna essere individualisti e occorre una continua comunicazione coi compagni di gioco. Non appena appare sullo schermo l’indicazione di ultimo giocatore in vita, è necessario arretrare la propria linea o nascondersi per aspettare lo spawn dei compagni. L’azione suicida non è per nulla raccomandata, poiché potrebbe facilmente risultare in una perdita di tempo per l’intero schieramento.
I personaggi si completano e hanno bisogno l’uno dell’altro. Finire le munizioni è infatti una realtà ultra-concreta, quindi avere un compagno in grado di spartire risorse è essenziale per ritornare efficienti al 100%. Per questo la comunicazione è essenziale quanto la vicinanza alla squadra e per questo Battlefield V riesce ad essere ancora convincente nella sua parte multiplayer senza grandissime innovazioni dai capitoli passati.
Il mondo però è fatto di persone che non amano avere troppo a che fare con gli altri. Ci sono infatti giocatori che nemmeno si sognerebbero di utilizzare un microfono per comunicare coi compagni di gioco. Battlefield V spinge molto l’acceleratore sul gioco di squadra, soprattutto quando si tratta di sopravvivere per mantenere la linea di difesa.
Non è stato inoltre possibile provare molto altro. La demo che EA ha deciso di portare a EA Play si è infatti soffermata solamente sulla parte multiplayer e solo sulla nuova modalità, che ovviamente è una parte dell’offerta che il gioco presenterà al lancio. Manca dunque la campagna, che potremo conoscere nelle prossime settimane attraverso qualche trailer, e la tanto attesa battle royale, che potrebbe aprire un nuovo corso per gli sparatutto provenienti da editori con alle spalle tanta esperienza e un budget sicuramente più alto di qualche studio indipendente.
Battlefield 1 è stato sicuramente quel titolo della serie in grado di creare un effetto wow dopo anni di assenza. Il nuovo capitolo non ha avuto la stessa fortuna, ma i contenuti visti finora sono solo una parte di quello che effettivamente può offrire.
Battlefield V è in arrivo infatti con una battle royale tutta sua, che sicuramente farà felici i giocatori amanti del genere. Difficile che ciò deluda invece i puritani, non tanto per il cambio di direzione da parte degli sviluppatori, quanto per il fatto che si può sempre non giocarla e che, del resto, i contenuti classici sono pur sempre a disposizione.