News 02 Ago 2012

Beat the Beat: Rhythm Paradise – La Recensione

Meno male che ci avevano assicurato che Zelda Skyward Sword sarebbe stato l’ultimo grande gioco su Wii. Già perchè senza comunque strafare, in questi sei mesi che ci hanno separato dall’arrivo del proverbiale “canto del cigno” per antonomasia, la bianca console Nintendo ha saputo sprare alcune cartucce veramente degne di nota. Dopo esserci goduti avventure dal tono epico e spaventi orientali assortiti, arriva finalmente in Europa anche Rhythm Paradise (ribattezzato da noi Beat the Beat), l’ideale passatempo estivo da affrontare a colpi di minigiochi e ritmo.

Lo Ameranno: gli amanti dei giochi musicali e delle follie Made in Nippon

Lo Odieranno: i giocatori dal grilletto facile

E’ Simile a: Wario Ware

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 Titolo: Beat the Beat: Rhythm Paradise
Piattaforma: Wii
Sviluppatore: Nintendo
Publisher: Nintendo 
Giocatori: 1/2
Online: no
Lingua : Italiano

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Rhythm History

Apparso per la prima volta al tramonto dell’indimenticabile GameBoy Advance, l’originale Rhythm Tengoku era un gioco tanto atipico quanto accattivante, nato come ideale approfondimento musicale di quel WarioWare che tanto ci colpì nel lontano 2003. E se dallo stesso team non ci si poteva aspettare che un egual colpo di genio, Rhythm Tengoku sorprese tutti con il suo stile minimale basato sulla semplice pressione di un tasto e la sua eclettica colonna sonora totalmente sopra le righe. Era quindi lecito se non d’obbligo aspettarsi grandi cose da questo nuovo capitolo, anche in vista del successo commerciale del secondo episodio uscito nel 2009 (Rhythm Heaven su Nintendo DS). Certo, abituati alla complessità grafica e ludica che hanno raggiunto i videogiochi oggi, a un primo sguardo questo rhythm game una pare proprio roba d’annata, e se è pur vero che un libro non si giudica dalla copertina, Beat the Beat è proprio ciò che sembra: un gioco musicale semplice semplice, un gioco dove la musica è tutto e le chiacchiere stanno a zero.

Il nuovo Rythm Heaven è pura follia giapponese al 100% senza per questo risultare indigesto ai giocatori occidentali.

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Parola d’ordine: immediatezza

Come molti altri giochi dello stesso genere, anche Beat the Beat si apre con un tutorial, con la sola differenza che qui sbagliare non è un’eventualità, di base è la norma, anche se ciò fortunatamente non preclude l’esperienza di gioco globale. Articolato attraverso una sequela di minigiochi diversi da affrontare tutti d’un fiato, il nuovo Rhythm Paradise propone tutta una serie di sfide basate sulla precisione d’esecuzione e il tempismo, chiedendo al giocatore la semplice pressione del tasto A e occasionalmente del tasto B. Che si tratti di colpire palle da golf, testare altalene, assemblare robot, fermare al volo fagioli, far ballare le aragoste o assistere a una riunione aziendale presidiata da 4 maiali, tutto ciò che viene richiesto al giocatore è premere a ritmo questi due tasti. Detto così può sembrare riduttivo, soprattutto in ricordo dell’elaborato e variegato sistema di controllo tattile del predecessore, ma la verità è che l’essenza più pura di Rhythm Paradise è premere i tasti. E premerli bene a ritmo. Anche se le situazioni, o meglio i siparietti comici, cambiano, il succo del discorso rimane sempre lo stesso e ciò che in molti giochi potrebbe essere definito ripetitivo, trova qui la sua massima espressione: un concentrato di musica e giocabilità allo stadio elementare ma che incarna perfettamente la definizione più pura di “video/gioco”.

Avete mai pensato di fare un’intervista a un luchadores a tempo di musica? questa e altre follie si sprecano nel nuovo Rhythm Paradise.

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Tieni il tempo

Pur nel suo piccolo, insomma, Beat the Beat è una piccola perla di perfezione, adatto tanto al giocatore più smaliziato quanto al neofita, a patto di poter contare su un senso ritmico ben sviluppato. Nonostante alcuni livelli possano sembrare particolarmente ostici, infatti, il tutorial all’inizio di ogni sfida e i brani delle stesse possono permettere a chiunque (non senza un minimo di pratica) di riuscire a superare i vari quadri, ma soprattutto divertirsi.
Come i suoi predecessori, anche Beat the Beat offre un’offerta ludica varia e ben diversificata, proponendo più di 50 “giocattoli musicali” tra varianti da affrontare in coppia, sfide infinite, vecchie chicche degli episodi precedenti o semplici scacciapensieri. Ovviamente non tutti risultano egualmente brillanti, ma generalmente lo sforzo profuso dal compositore Tarada “Tsunku” Mitsuo e il suo team è impeccabile. Fiore all’occhiello di tutto il pacchetto sono però i livelli remix, versioni rivedute e mescolate dei vari “giochini” disposti in modo da formare nuove e sincopate melodie in grado di solleticare di volta in volta il vostro orecchio musicale. Se proprio avessimo dovuto chiedere qualcosa di più, sarebbe stata soltanto una board online dove potersi confrontare contro il mondo, un’aggiunta che avrebbe garantito una marcia in più per gli appassionati dell’highscore. Così purtroppo è possibile solo collezionare delle medagliette che al massimo sbloccano nuove giochi e varianti degli stessi.

Seppur semplici varianti dei giochi in singolo classici, i minigiochi da affrontare in 2 offrono un grado sfida tutto loro e sopratutto ricompense dedicate apposite!

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Musica Maestro

Poche storie, insomma, Beat the Beat è un gioco assolutamente da provare. Grazie a una colonna sonora che mescola abilmente musica techno, classica, funky, chiptune e j-pop (ebbene si, in questa versione occidentale è presente anche la colonna sonora originale!) e a uno stile grafico minimalista e dai colori sgargianti, l’ultima fatica Nintendo riesce a convincere sotto tutti i punti di vista. Sicuramente mancano la verve e il brio portatile del primissimo capitolo, in grado con un paio di cuffie di regalare vere e proprie esperienze sinestetiche, ma anche su console da salotto il Rhythm Paradise cattura e diverte. Di questi tempi abbiamo vissuto storie emozionanti ed esperienze multiplayer di tutti i tipi, se siete alla ricerca di qualcosa di diverso in grado di mettervi alla prova, fatevi sotto e provate pure a battere il battito.

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