Costruire la rivoluzione
Bellwright, il nuovo titolo attualmente in Early Access e sviluppato da Donkey Crew, è un nuovo survival in ambito medievale. E fin qui nulla di strano, direte voi, dato che il survival è un genere che ha visto un notevole aumento di interesse negli ultimi anni. Ambientato in un regno medievale oppresso dalla tirannia di un despota brutale, Bellwright mette i giocatori e le giocatrici nei panni di un personaggio che deve non solo sopravvivere, ma anche costruire un villaggio e combattere per la libertà. Il gioco vuole puntare a una ambientazione storica dettagliata unita alla profondità delle meccaniche di gioco, le quali combinano elementi di costruzione, combattimento e gestione delle risorse.
L’obiettivo iniziale di Bellwright è quello di spodestare il tiranno che opprime le nostre lande, un compito che richiede ai giocatori e alle giocatrici di costruire e gestire insediamenti, sviluppare infrastrutture come case e negozi, e reclutare alleati per formare una milizia per l’insurrezione. La costruzione non è solo un aspetto estetico, ma è fondamentale per la progressione del gioco. Ogni edificio e struttura contribuisce alla capacità di sopravvivenza e alla forza militare del giocatore o della giocatrice. Il sistema di costruzione è complesso e richiede una gestione accurata delle risorse, con un occhio attento alla strategia a lungo termine.
Le premesse di Bellwright sono indubbiamente intriganti, ma come si comporta il gioco in Early Access? Finora, Bellwright ha ricevuto un’accoglienza mista da parte di giocatori/giocatrici e critica. Da un lato, i giocatori apprezzano la profondità del gameplay e l’ambientazione immersiva. La possibilità di costruire e gestire insediamenti, combattere in battaglie epiche e reclutare un esercito offre una varietà di esperienze che tengono alto l’interesse. Tuttavia, come molti giochi in Early Access, Bellwright non è esente da problemi. Diamoci un’occhiata insieme!
Le prime ore in Bellwright saranno dedicate a orientarsi e a familiarizzare con le sue meccaniche. Come in molti giochi survival, l’iniziale sensazione di smarrimento si trasformerà lentamente in una determinata voglia di costruire qualcosa di duraturo. Inizierete con poco: una semplice baracca e un fuoco da campo saranno le vostre prime risorse. Tuttavia, con pazienza e determinazione, inizierete a comprendere le complesse meccaniche del gioco e a far emergere il vostro carpentiere interiore, diventando sempre più ambiziosi nei vostri progetti di costruzione.
Con il progredire del gioco, recluterete seguaci che si uniranno alla vostra causa. Questi lavoratori si occuperanno delle varie attività necessarie alla sopravvivenza e alla crescita del vostro insediamento, creando nuove armi, raccogliendo risorse e tessendo abiti. Ogni nuovo arrivato avrà bisogno di una casa e di cibo, ma più mani a disposizione dell’insediamento significano meno lavoro per voi. Dopo aver reclutato due o tre seguaci, potrete delegare molte delle operazioni quotidiane a loro. In questo modo, il vostro personaggio sarà decisamente più propenso a dedicarsi a nuove opportunità di esplorazione.
Tuttavia, non pensate di poter assegnare task senza troppi pensieri. I vostri seguci daranno priorità a quello che gli avete richiesto e continueranno inesorabilmente per sempre. Potrebbe capitare di ritrovarvi con un’eccessiva quantità di una determinata risorsa che va occupare spazio prezioso nel campo. O ritornare all’insediamento e scoprire che la forgiatura delle armi è rimasta ferma perché non avete dato la task a nessuno di forgiare nuovi lingotti che fungeranno da materia prima. Occorrerà prendere la mano con questo tipo di dinamiche per riuscire a trasformare il vostro insediamento in un meccanismo ben oliato in grado di autosostenersi. E credetemi, non ci vorrà poco tempo.
Sicuramente Bellwright offre delle ottime meccaniche da survival. Tuttavia, la maggior parte del contenuto di gioco verrà goduta da giocatori e giocatrici solamente dopo la metà del gioco, quando avremo ingrandito abbastanza il nostro insediamento nelle lande di Karvenia, l’ambientazione di gioco di Bellwright. All’inizio, il gameplay richiede di costruire e gestire con attenzione risorse limitate, ma man mano che il nostro insediamento cresce, nuove opportunità e sfide emergono, arricchendo l’esperienza di gioco.
C’è anche una discreta parte narrativa che inizia a farsi sentire sin dalle prime battute. Diciamo che è la classica storia di vendetta, con un pizzico di moti rivoluzionari. Il nostro personaggio torna nelle sue terre natie dopo un esilio di dieci anni, ed è pronto a vendicarsi della tirannica regina che spadroneggia sulle terre in tumulto di Karvenia. Questa trama aggiunge un pizzico (ma al momento proprio un pizzico) di profondità e motivazione al gameplay, spingendo il giocatore e la giocatrice non solo a sopravvivere, ma anche a combattere per una causa vagamente più importante della mera esistenza. La narrazione, combinata con le meccaniche di costruzione e gestione delle risorse, sicuramente contribuisce a rendere Bellwright un’esperienza interessante per gli amanti del genere survival.
Ho comunque diversi dubbi su Bellwright, che spero verranno affrontati e risolti nel corso del suo sviluppo. Il primo riguarda il combattimento, che mi è sembrato un po’ legnoso e non proprio bilanciato. I primi approcci con banditi e nemici sono disastrosi, lasciando spesso il giocatore o la giocatrice con la sensazione di essere sopraffatto da un sistema di combattimento che non risponde adeguatamente. Preparatevi a essere presi a calci nelle medievali chiappe prima di riuscire a padroneggiare il combattimento. Questo può risultare frustrante e scoraggiante per molti giocatori e giocatrici, specialmente quelli meno abituati alle meccaniche survival complesse e a un ritmo di gioco che richiede pazienza e precisione. È fondamentale che Donkey Crew lavori su questo aspetto per rendere l’esperienza più fluida e gratificante, in modo che i giocatori e le giocatrici non si sentano penalizzati da un sistema che potrebbe facilmente diventare il punto debole dell’intero titolo.
Inoltre, è ancora da capire quello che diventerà questo gioco sul lungo periodo. Al momento, l’intento è chiaro: Bellwright vuole trasformarsi in un simulatore di rivoluzione, per farci sentire veri e propri fuorilegge eroici, leggende in grado di strappare una corona dalla testa di una dittatrice. Le ambizioni sono grandi, ma anche i dubbi. Riuscirà Bellwright a mantenere il suo fascino iniziale man mano che i giocatori avanzano e costruiscono il loro impero? O si perderà nelle complessità di un sistema che potrebbe risultare troppo ambizioso per essere realizzato appieno?
La narrazione e l’ambientazione di Karvenia sono sicuramente intriganti, ma è essenziale che il gioco riesca a mantenere un equilibrio tra la costruzione del mondo e la progressione della trama, senza sacrificare uno per l’altro. Il rischio è che, senza una narrativa coinvolgente e ben strutturata, Bellwright possa finire per sembrare un semplice esercizio di gestione delle risorse piuttosto che un’epica avventura medievale. Sarà interessante vedere come Donkey Crew svilupperà ulteriormente il gioco e se riuscirà a mantenere le promesse fatte durante questa fase di Early Access.
Nel frattempo, penso che andrò a piantare qualche patata e continuerò a osservare come evolverà questo promettente, ma ancora incerto, viaggio medievale. Le basi per un grande gioco ci sono tutte, ma solo il tempo ci dirà se Bellwright riuscirà a emergere come uno dei titoli più memorabili del genere survival o se verrà relegato a essere un altro titolo con grandi idee ma una realizzazione insufficiente.