Negli ultimi tempi sembra che ci sia stata una vera e propria rivincita degli shōnen, e questo non può essere che un bene. Il suddetto genere indica tutte quelle collane destinate ad una “lettura per ragazzi”, o per essere ancora più precisi racchiude tutte quelle opere che hanno una forte componente d’avventura spesso caratterizzata da una storyline accattivante. Tra questi nuovi albi ne abbiamo trovato uno alquanto particolare che sta conquistando una bella fetta di mercato: il suo nome è Black Clover, un manga scritto da Yūki Tabata e pubblicato dalla mai intramontabile Weekly Shōnen Jump.
Per sommi capi la storia di Black Clover narra le vicende di un ragazzo di nome Asta che, in un mondo in cui la magia è al centro delle vite mondane, è privo di qualsiasi abilità magica. Ma nonostante tutto continua a coltivare il sogno di diventare l’Imperatore Magico, traducibile come la carica più alta mai vista.
La trama ricorda molto da vicino quella di Naruto o One Piece, almeno per quel che concerne l’obiettivo da raggiungere di diventare “il più forte del mondo”, che non spicca in quanto ad originalità. Al tempo stesso però mette in essere dei concetti molto importanti come l’amicizia, la sportiva rivalità, e un umorismo nettamente fuori dalle righe.
Fatto sta, come da prassi per anime di crescente successo, anche Black Clover è riuscito ad “ottenere” una controparte videoludica. Il risultato, non ve lo nascondiamo fin dalle prime battute, non ci ha colpito particolarmente poiché chi si aspetta di rivivere le avventure di Asta in toto potrebbe rimanere fortemente deluso.
Quello che vi ritroverete tra le mani è sostanzialmente un MOBA/TPS che non brilla, soprattutto nella sua componente online, punto focale della produzione. Lasciateci riflettere su un aspetto: in un momento in cui titoli come Overwatch dominano incontrastati in un mercato più o meno saturo, è stata la scelta giusta concentrarsi su un MOBA per Black Clover?
Dopo le cocenti delusioni di Little Witch Academia: Chambers of Time e The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, anche Black Clover: Quartet Knights ci ha lasciato quel senso di amarezza. Ma forse, e diciamo forse, un titolo musō con caratteristiche da GdR non avrebbe consegnato un tributo migliore a tutti gli amanti dell’opera di Yuki Tabata?
Black Clover: Quartet Knights affonda le sue radici nella componente online permettendo, almeno su carta, di affrontare battaglie all’ultima magia in modo strategico e collaborare con altri giocatori per ottenere una soddisfacente vittoria. Esatto, su carta, perché all’atto pratico, come scopriremo, al titolo manca quel guizzo che lo potrebbe far ergere tra i migliori videogiochi dedicati ad un anime.
Partiamo dalle fondamenta e cerchiamo di capire meglio cosa offre Black Clover: Quartet Knights. Sostanzialmente parliamo di una sorta di sparatutto in terza persona in cui la magia gioca un ruolo da protagonista. Quest’ultima può essere utilizzata in fase offensiva, difensiva e, perché no, da supporto ai propri compagni. Ragion per cui ogni provetto mago viene classificato per classe tra le quattro disponibili: Aggressore, colui che mazzuola i rivali senza un domani; Tiratore, il classico alleato che ti copre le spalle dalla distanza quando vai in avanscoperta e martella il nemico facendolo indietreggiare; Guaritore, colui incaricato di curare il gruppo dalle ferite di battaglia, e per concludere Supporto che fornisce potenziamenti alle caratteristiche e difende gli alleati.
Per farvela breve vi ritroverete a disputare battaglie campali 4 contro 4 in cui dovrete tener conto delle specifiche abilità di ciascuno personaggio e scegliere con saggezza la classe con cui volete gettarvi nella mischia online. Ogni personaggio, tra i 16 disponibili (non molti di questi tempi), possiede come è doveroso aspettarsi quattro abilità peculiari in base alla classe, attivabili con i dorsali dei vostri controller: una magia principale – offensiva nella maggior parte dei casi -, una secondaria e due extra, in genere di tipo curativo o difensivo.
In Black Clover: Quartet Knights è fondamentale collaborare in battaglia con i propri alleati
Quel che conta davvero è il gioco di squadra e per trionfare occorre collaborare in battaglia con gli alleati, altrimenti potrete dire addio al sogno di diventare Imperatori Stregoni. Inoltre, al fine della vittoria, è (quasi) fondamentale mettere in campo una squadra omogenea, ovvero caratterizzata da tutti e quattro i ruoli presenti. Purtroppo questo non avviene spesso, anzi, pochissime volte a dirla tutta, e il risultato è quello di ottenere una bolgia con magie scagliate senza senso e strategia. Un vero peccato!
Fatto sta che nel corso di una partita potrete anche scagliare una Magia insieme ad un vostro partner: infatti su schermo comparirà il cursore che indica un “potenziale di collegamento” che vi permette, con la sola pressione del dorsale destro, di unire le forze in un colpo decisamente più distruttivo. Tutte queste azioni contribuiscono a riempire la colonnina della “Magia Definitiva” che, una volta al massimo, vi consente di ottenere attacchi o abilità estremamente potenti che potrebbero anche rovesciare le sorti del combattimento, quindi da usare con estrema saggezza.
Per essere però ancora più determinanti sull’esito dello scontro dovrete tenere bene a mente l’utilizzo del mazzo di carte. In sostanza potrete acquistarne tre tipi differenti che poi andrete a personalizzare con abilità specifiche, come l’aumento dell’energia o la ricarica di alcuni colpi, da usare a seconda delle diverse situazioni.
Le modalità di gioco sono soltanto tre e onestamente strizzano un po’ troppo l’occhio a modalità già viste in alcuni MOBA famosi. Ad esempio è presente la classica partita di controllo e difesa, ovvero conquistare la base con i compagni prima degli altri rimanendo all’interno. Non manca la cattura al cristallo, che in sostanza è una sorta di ruba bandiera in cui è fondamentale conquistare l’oggetto magico e condurlo verso la propria base. La più interessante è la caccia al tesoro, in cui bisogna conquistare la chiave e aprire degli scrigni: risulta particolarmente esilarante quando si è in possesso della stessa, poiché tutti faranno il possibile per sottrarvela, impedendovi di raggiungere l’obiettivo.
Black Clover: Quartet Knights è un titolo coraggioso, ma forse un po’ troppo impavido, che ha sfidato un mercato difficile in cui occorre una certa incisività per inserirsi in modo convincente nel mercato. Carte alla mano, il gioco stanca molto velocemente, mettendo sì in campo delle idee studiate abbastanza bene ma non invoglia i giocatori a fare una partita dopo l’altra.
E di certo non aiuta la mancata presenza dei giocatori nelle varie sessioni classificate e la totale assenza di partner in quelle personalizzate (senza contare i vari errori di connessione). Trovare una sessione, nonostante stessimo sotto fibra ottica, è stato davvero estenuante, con il risultato di ritrovarci la maggior parte delle volte con partner guidati dalla CPU che, neanche a dirlo, sono di una caratura degna di un dio della Magia.
A Black Clover: Quartet: Knights manca una sua vera e propria identità dal punto di vista del gameplay
Onestamente parlando non è questo che ci aspettavamo: se si decide di creare un videogioco dedicato ad un manga di indubbia crescita, perché realizzare qualcosa basato sull’online gestito in modo approssimativo e che non riesce ad intrattenere il giocatore in modo decente? Anche perché crescere di livello nel gioco online altro non fa che sbloccare carte e guadagnare del denaro per sbloccare nuove carte. Insomma, ci si ritrova a fare sempre le stesse cose, e anche la totale assenza di collezionabili, bozzetti e altri bonus da sbloccare rende il tutto ancor più amaro.
Cosa ci è piaciuto? Indubbiamente la modalità storia, o almeno quel che concerne le tematiche trattate. Si tratta di una trama originale, concepita appositamente per il videogioco: in circostanze non meglio note, il Capitano Yami dei Toro Nero è tornato un teenager. Nello stesso istante la capitale del Clover Kingdom è sotto l’attacco di Karna, una maga non meglio identificata che ne sta combinando di tutti i colori. Un disastro legato ad un rarissimo evento celeste, ovvero un’eclissi totale che avviene ogni secolo.
La particolarità risiede negli eventi raccontati, con filmati in pieno stile studio Pierrot, che potrebbero benissimo posizionarsi come uno spin-off della serie originale. La storia è suddivisa in 10 capitoli, più altri 10 di bonus che non vi sveleremo per non rovinarvi la sorpresa. In ogni episodio impersonerete, nella maggior parte dei casi, Asta (il protagonista della saga) con l’obiettivo di sconfiggere tutti i cattivoni presenti sullo scenario. Non mancheranno episodi in cui catturare il cristallo o controllare e difendere il territorio.
Paradossalmente, la modalità storia, nonostante si riesca a terminare in 2/3 ore circa, rappresenta la punta più alta dell’esperienza offerta da Black Clover: Quartet Knights. Forse perché abbiamo respirato più melee che non MOBA, che a nostro modo di vedere avrebbe consegnato ai giocatori qualcosa di sicuramente più azzeccato e un tributo più riuscito.
Una volta che avrete completato un episodio potrete utilizzare un personaggio differente, così da ottenere il 100% ed essere ricompensati con 3000 yūru e un nuovo titolo per il profilo online. E se siete ancora affamati di soldi potrete anche provare a cimentarvi nelle missioni della modalità Sfida, che mettono in scena delle nuove mini storie – che talvolta strappano più di qualche sorriso – ma che in sostanza consistono nel ripulire l’arena da 5 ondate di guerrieri magici.
A proposito di Arene, queste ultime risultano essere curate e riprodotte abbastanza fedelmente, in particolar modo quella della Capitale, della Foresta di Siosa e Iceberg di Listal. Dal punto di vista grafico non abbiamo trovato sbavature, uno stile 3D che potrebbe anche non piacere, ma che riteniamo in linea con altre produzione dedicate ad anime più o meno famosi.
La modalità storia rappresenta la punta più alta dell’esperienza
All’atto pratico a Black Clover: Quartet Knights manca una sua vera e propria identità dal punto di vista del gameplay. I personaggi non possono acquisire nuove abilità e quindi non è possibile impostare un proprio move-set ma “accontentarsi” di quello relativo alla classe del guerriero magico selezionato. Senza parlare poi di un bilanciamento non proprio riuscito tra i vari personaggi: una decisione probabilmente dovuta ad una differenziazione delle classi che sfavorisce quelle non di puro attacco. Non aiuta poi una gestione problematica della telecamera che rende l’azione ancora più confusionaria.
Riteniamo che, se un gioco voglia rimanere a galla online, debba offrire una mole di contenuti atti ad invogliare il giocatore a mantenere un’attenzione costante nel tempo: un buon esempio è Naruto to Boruto: Shinobi Striker, che ha saputo consegnare qualcosa di alternativo nel settore videoludico dedicato all’animazione giapponese. Riteniamo dunque che il giocatore debba sentirsi coinvolto in quello che fa in campo, cosa che non accade in Black Clover: Quartet Knights, che risulta essere fin troppo limitato da scelte basilari e poco elastiche.
Se cercavate un videogioco in grado di farvi rivivere le vicende di Asta e del suo amico/rivale Yuno allora Black Clover: Quartet Knight non è proprio quello che fa per voi. Il primo adattamento videoludico della serie di Yūki Tabata non è riuscito pienamente a convincerci proprio a causa di un’implementazione mal riuscita del genere MOBA/TPS. Vi ritroverete in battaglie 4 contro 4 basate sul gioco di squadra principalmente online, qualora siate fortunati da riuscire a trovare un numero sufficiente di giocatori per concludere una partita. Le poche modalità che offre, una limitata personalizzazione e le pochissime ricompense di vittoria, di certo non invogliano il giocatore ad affrontare intense sessioni multiplayer. D’altro canto la modalità storia risulta essere convincente grazie ad un’inedita trama, semplice ma in linea con la serie animata, anche se la durata complessiva dell’esperienza è limitata a 2-3 ore. Paradossalmente il sistema di combattimento messo in scena nella suddetta modalità è più convincente del comparto online, nonostante sia davvero molto basilare. Siamo convinti che un’opera come Black Clover dovrebbe consegnare un videogioco che ne ricalchi le vicende principali, così da poter avvicinare anche nuovi adepti ad appassionarsi, e non limitarlo semplicemente ai fan sfegatati, indipendentemente dal genere ludico che propone. Il videogioco è un medium molto importante e se non sfruttato al meglio può lasciare quell’amarezza tra le fauci di un pubblico sempre più esigente. Sarà per la prossima. |