Titolo di matrice coreana in sviluppo dal 2010, sebbene annunciato al grande pubblico solo lo scorso anno, Black Desert non ha impiegato molto a scalare la classifica dei MMORPG più attesi per il prossimo futuro. Con grande soddisfazione del team Pearl Abyss, naturalmente, che esordisce proprio con questo ambizioso progetto frutto del know how del suo fondatore, Kim Daeil (direttore di alcuni rinomati giochi online, tra i quali spicca Continent of the Ninth) e della squadra di professionisti da lui appositamente assemblata.
Già etichettato da qualcuno come il “MMORPG definitivo”, sia per la resa visiva (i primi trailer in game lasciarono obiettivamente a bocca aperta) che per le features semi sandbox gradualmente svelate nel corso degli ultimi mesi, ecco dunque avvicinarsi per Black Desert un’onerosa resa dei conti. Proprio in questi giorni infatti, con il contestuale rilascio di ulteriori video dimostrativi del gameplay, ne è stata finalmente annunciata la fase closed beta.
Tale fase, che verrà ufficialmente avviata il 17 ottobre 2013, si svolgerà però esclusivamente su server coreani blindati da blocco regionale degli IP, con buona pace degli aspiranti beta tester occidentali.
Nell’attesa di uno step successivo privo di restrizioni geografiche (che dipenderà naturalmente anche dalla definizione degli accordi con i publisher occidentali, tuttora in corso), proviamo comunque a riassumere gli elementi che hanno elevato Black Desert sulla miriade di MMORPG next gen in arrivo, marchiandolo come definitivo colpo di grazia alla già precaria vita sociale dei MMORPG addicted.
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Black Desert si configura come un MMORPG fantasy con rilevanti componenti sandbox, incarnazione dell’incalzante era post World of Warcraft (titolo che, come è noto, ha dettato per anni gli standard del genere).
Il persistente mondo di gioco, presentato come un vasto open world segnato dal ciclo giorno-notte e da variazioni climatiche, potrà pertanto essere plasmato in una certa misura dagli stessi giocatori. In tal senso assumono rilevanza due aspetti chiave del titolo Pearl Abyss: il corposo sistema di housing, che spazierebbe dall’improvvisazione di un semplice accampamento personale alla possibilità di edificare veri e propri villaggi insieme ad altri giocatori; e la complessa rete di scambi commerciali gestibile sulla mappa (con quella che si presenta come una gradita aggiunta strategica al gameplay).
Gli spostamenti avverranno senza alcun caricamento tra aree, contribuendo alla percezione di un mondo liberamente esplorabile. Percezione, a quanto pare, garantita anche dalle differenti soluzioni per lo spostamento veloce, che saranno lungi dal proporre la convenzionale formula del viaggio istantaneo.
Restando in tema di spostamenti, non mancheranno le mounts, la cui utilità comunque non si limiterà alla mera esplorazione. Creature di varia natura, distinte anche sul piano delle statistiche, si presteranno infatti ad essere cavalcate durante i combattimenti.
E chiudiamo questa sommaria panoramica proprio con il combat system, elemento cruciale dell’esperienza di gioco sotto esame. Stando alle premesse, Black Desert avrà infatti un deciso taglio action, che proprio nei combattimenti dovrebbe esprimere il pieno potenziale in termini di coinvolgimento del giocatore, sia per il PvE che per le modalità PvP. Un’evoluzione di quanto visto in titoli come TERA, che consentirebbe di lanciarsi in piena libertà in scontri dinamici fortemente condizionati dalle peculiari caratteristiche (di razza e classe) del proprio personaggio.
Verosimilmente l’opera dei ragazzi di Pearl Abyss approderà sul nostro hardware domestico nel 2015 (e già si vocifera di un porting su console next-gen). Non resta che attendere, dunque, assaporando il crescente flusso di anteprime e rivelazioni che di certo accompagnerà questa prima fase beta.
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