Los Angeles – A differenza di molti publisher intenti a dividersi gli spazi dentro il Los Angeles Convention Center, Good Sheperd Entertainment ha deciso di seguire l’esempio di Devolver Digital e uscire dalla fiera per ritagliarsi uno spazio nel bellissimo Don Chente, un locale posizionato di fronte alla fiera. Lì dentro ci sono stati mostrati un po’ di indie davvero interessanti, a partire proprio da Black Future 1988, sviluppato da uno studio chiamato SUPERSCARYSNAKES.
Così mi sono messo comodo sui divenenti del Don Chente e sotto una luce soffusa ho iniziato a dare un’occhiata più ravvicinata a questo nuovo gioco dall’aspetto retrò e dalla grafica pixellata. Ambientato in una timeline alternativa, Black Future ’88 ci porta in un mondo dallo stile cyberpunk fatto di luci al neon, vicoli colorati e oscuri e una musica dai toni puramente synthwave. Lo stile retrò di questo gioco sui generis aveva già attirato il mio sguardo, bramoso di qualsiasi cosa sia vagamente cyberpunk. Tuttavia è solo avvicinandomi e provando il prossimo lavoro di SUPERSCARYSNAKES che ho capito che tipo di gioco questi folli ragazzi avessero in mente: un gioco difficile, intenso, sempre diverso, ma sopratutto a tempo. Siamo infatti obbligati a terminare in 18 minuti (o meno), altrimenti una bomba nel nostro petto ci farà esplodere come un petardo, esattamente come accade nel film Kingsman.
Il gioco comincia senza darvi tempo di realizzare cosa sta succedendo: un treno si schianta, il nostro personaggio è catapultato fuori e inizia lo show. Il gioco è in 2D a scorrimento orizzontale, con un tasto possiamo fare un breve scatto che permette al protagonista di passare attraverso i muri. E poi ci sono solo spari, spari e ancora spari senza fine in una battaglia frenetica contro il tempo. Ogni tanto appare un venditore che “spaccia” qualche fucile all’avanguardia o qualche droga (eh sì) che ci permetterà di aumentare le nostre performance in battaglia (ma occhio a non rimanerne dipendenti..).
Tutti i livelli sono costruiti proceduralmente, quindi ogni esperienza con Black Future 1988 sarà diversa: sono presenti sei boss che capiteranno casualmente, e ogni volta che ne abbatteremo uno potremo scegliere un piccolo upgrade per il nostro personaggio. Non gioite troppo però, perché non appena il nostro personaggio esaurisce la barra della salute e torna al creatore, il gioco ricomincerà da zero. Non c’è modo di salvare la partita, tutto va giocato in questi 18 minuti adrenalinici e potenti (che sembrano durare un’eternità). Con tutto l’impegno possibile sono riuscito ad abbattere solamente un boss, e nulla più. Ho anche cercato di rapinare il venditore, che però me le ha suonate di santa ragione in tempo zero.
Black Future 1988 può essere giocato in compagnia con un altro amico, in modo da bilanciare la difficoltà (veramente ardua) del titolo di SUPERSCARYSNAKES. Ho avuto modo di provarlo anche con uno degli sviluppatori (molto più bravo di me) e insieme siamo riusciti ad andare avanti nel caotico e colorato mondo distopico di Black Future. Oramai il cyberpunk va di moda, e il retrowave anche; questo movimento innegabile di ritorno al passato sta influenzando tantissimi creatori di media, videogiochi inclusi. Speriamo che Black Future ’88 riesca a distinguersi in questo caos di giochi indipendenti dalle ambientazioni molto simili fra loro.
18 minuti per non morire sembra il titolo perfetto per una recensione di Black Future ’88: in un mondo distopico, dove il tempo ha smesso di proseguire e ogni anno è sempre il 1988, siamo la sola speranza di libertà contro la tirannia di un uomo chiamato Duncan. Quest’ultimo è anche l’architetto della torre che dovremo scalare entro 18 minuti, pena la nostra immediata e irreversibile morte. Che dirvi di più? Black Future ’88 è un titolo adrenalinico e veloce, un roguelike davvero particolare che ha saputo farsi notare in mezzo al caos degli indie E3. Lo terremo d’occhio nei prossimi mesi a venire, e il suo arrivo è previsto entro quest’anno.